Tre milioni e passa a votare, cinque candidati, uno scarto di appena 250.000 voti tra il primo e il secondo… e domenica ballottaggio all’insegna della massima incertezza! Le “primarie” del Pd sono innanzitutto una magnifica lezione di democrazia e partecipazione. Una sana boccata d’ossigeno per tutti noi che ci sentiamo oppressi dal peso insopportabile della distanza che si è creata tra rappresentanti e rappresentati. La seconda buona notizia viene dal terreno scelto dei cinque contendenti per affrontarsi: il cambiamento. Ognuno l’ha declinato a proprio modo ma di fatto la cifra politica comune è stata il “voltiamo pagina“, un grido che sale da tempo dalle viscere della società italiana.
E adesso bisogna fare il passo successivo: Renzi o Bersani? Attenzione, però, questa sfida è già passato… a vincere davvero è stato un rivoluzionario modo per scegliere chi governa: le primarie di coalizione. Non si tratta più di un esperimento e, allargato a ogni singolo deputato e senatore, il “sistema” stravolgerà il Parlamento. Chiunque sia primo domenica sera, Bersani o Renzi, a vincere saranno gli italiani. Per il momento quelli della sinistra ma speriamo che si tratti di un “virus” contagioso. Se ne avvantaggerà la democrazia, l’Italia, il nostro futuro.