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L’Italia è un grande ma strano paese. Gli italiani hanno un’istintiva tendenza a schierarsia prescindere: bianchi o neri, destra o sinistra, pro o contro. La fazione trionfa in ogni campo della vita, importante o meno che sia. Non conta cosa si dica o si faccia ma chi lo dice e lo fa.

Lunedì 27 febbraio, Val di Susa: Luca Abbà, militante No-Tav, resta folgorato suun traliccio dell’Alta Tensione. Esistono immagini e registrazioni audio, quindi non c’è modo di manipolare l’evento. Abbà è salito spontaneamente sul traliccio per attuare una forma estrema di protesta… “se non vi fermate mi appendo ai fili!”. Eroe dell’ideale o vittima del fanatismo?

Se essere coraggiosi significa vincere la paura, Abbà coraggioso lo è di sicuro. Spendiamo un po’ di attenzione, però, sugli scopi del gesto. Il suo tentativo è di bloccare la Tav perché sconvolge la valle e la vita degli abitanti. La Tav, si sostiene, è dannosa prima che inutile e costosa, serve solo a chi la costruisce e ci guadagna nel farlo. Qualità della vita o, per meglio dire, altra prospettiva esistenziale contro profitto. Con Abbà o contro Abbà. Sembra semplice. Sembra, appunto…

È certo che la Tav, come ogni altra Grande Opera, produca danni a qualcuno, in particolare a chi si trovi sul suo tracciato, e guadagni immediati per chi la realizza. Sfortunatamente per Abbà e i No-Tav questo è soltanto uno dei punti del problema. In realtà, il progetto non può essere valutato tenendo l’occhio fisso sulla Val Susa. Al di qua e oltre la valle, esiste un Mondo con domande e aspettative. Per una larga fetta di questo, la Tav rappresenta una necessità prima ancora che un vantaggio. Rendere rapidi e sicuri gli spostamenti tra i centri urbani della Pianura e tra essi e il resto d’Europa ha formidabili ripercussioni sulla propria qualità della vita e sulle “prospettive esistenziali”.

In particolare, se la Tav riesce a ridurre il ricorso al trasporto su gomma, per merci e persone, il vantaggio è immediato sull’aria che respiriamo. “Mettiamo i Tir su treni e traghetti”, fino a qualche tempo slogan di successo. Oltre ai prodotti proviamo a far viaggiare sui binari anche gli individui… Tav e sistemi ferroviari metropolitani regionali (Sfmr), abbinati a metropolitane, sotterranee e di superficie, dovrebbero integrarsi per fornire risposte a una vasta gamma di necessità di trasporto. Oggi soddisfatte da automobili e aerei. E l’inquinamento prodotto da entrambi è noto. Chimico e acustico.

In definitiva, la questione è che non tutti vivono in Val Susa e per tanti l’ideale bucolico ed eremitico di Luca Abbà assomiglia a una prigione. Il dilemma da risolvere, dunque, si pone in termini diversi: messe in atto le tutele contro speculazioni e interessi affaristici, sgombrato il campo da alternative più vantaggiose, deve prevalere il diritto della Val Susa a conservare il proprio stile di vita o quello degli altri a ridurre inquinamento, tempi e costi dei trasporti?

Purtroppo i due interessi a quanto pare sono in conflitto. Tocca alla politica, arte del governo della comunità, risolverlo e una volta verificati dati e utilità, far prevalere l’”interesse generale”… cioè quello della maggioranza dei soggetti coinvolti. I quali non sono solo gli abitanti della Val Susa.

Se a questo punto qualcuno sale su un traliccio e minaccia di “appendersi ai fili” più che a un eroe si dovrà pensare a un ricattatore deciso a far prevalere, sempre e comunque, la propria, personale, indiscutibile volontà.A prescindere.

Come sempre non si tratta di schierarsi per una fazione ma di ragionare con razionalitĂ  e lungimiranza sulla realtĂ  concreta.

 

 

Sitografia:

 www.notavtorino.org/

www.torino-lione.it/progetto.htm