Il principale elemento innovativo ed intelligente dell’operazione consiste nel fatto che il rinnovo degli impianti previsto in contratto prevede che, in tutti gli interventi ove è contrattualmente prevista la sostituzione di un corpo illuminante, la nuova lampada sia costruita con la tecnologia a LED
che comporta, a parità di illuminazione, un significativamente minore consumo di energia elettrica. Il risparmio immediato in termini di bolletta energetica (che, ricordo, è a carico dell’appaltatore) di cui fruisce il consorzio appaltante viene dunque riflesso nell’importo del canone. In altri termini, schematizzando: 1) il parco illuminante viene rinnovato e sostituito con impianti più efficienti dal punto di vista energetico; 2) il gestore spende meno per la bolletta elettrica; 3) i costi di gestione inferiori consentono un’offerta di canone annuo in gara d’appalto; 4) il Comune, e quindi la collettività, spende meno.
Non solo: sempre rimanendo nell’ambito dell’accordo stipulato, meritano menzione particolare altre due significative previsioni. L’equipaggiamento dell’illuminazione delle briccole con pannelli fotovoltaici e la messa in piedi di un sistema di telecontrollo dell’apparato per tutti i punti luce di potenza superiore a 10 kW (15000 in tutto su un totale di poco più di 50000) per la regolarizzazione/ottimizzazione del flusso luminoso e presumo (non è esplicitato ma credo di poterlo dare per scontato) controllo dello stato di funzionamento.
Per quanto riguarda le briccole, i nuovi sistemi con pannelli fotovoltaici le renderanno totalmente autosufficienti quanto a illuminazione (per intenderci: non saranno più collegate ad una rete di distribuzione elettrica). Il che comporta un risparmio del 100% nella bolletta energetica e uno assai significativo in costi di esercizio, non essendo più necessario mantenere una rete elettrica subacquea (e i costi di gestione, soprattutto in termini di riparazione guasti, di una rete elettrica subacquea sono almeno tripli di una tradizionale). L’aspetto visivo sarà sostanzialmente identico a quello preesistente (vedasi raffronto qui accanto).
Qualche numero: la stima dei consumi a regime prevede di attestarsi a 19 GWh/anno contro i 25,5 GWh/anno attuali. Per utilizzare unità di misura più “familiari” ed avere un’idea pratica dell’ordine di grandezza del risparmio, il GWh è pari a un milione di kWh e una famiglia di 4 persone mediamente ha un consumo di 3.500 kWh/anno. Con una semplice divisione, concludiamo dunque che stiamo parlando di risparmio complessivamente il consumo di circa 1800 famiglie di 4 persone. Non è poco, non è davvero poco. Facendo poi un rozzo calcolo del risparmio in bolletta, considerando un costo di 0,2 € al kWh, il risparmio energetico in termini monetari è intorno a 1,3 milioni di €. Teniamo conto che l’appalto è stato aggiudicato ad un canone annuo di 6,75 (arrotondati) milioni di € annuo quindi in linea teorica il costo annuo per la collettività sarebbe stato di 6.75 + 1,3 = 8,05 milioni. In breve, un risparmio di circa il 16%. Ancora una volta, cifre assolutamente significative.
Una considerazione ancora sull’aspetto ecologico dell’operazione. Il totale dei risparmi sopra descritti equivale a 4885 tonnellate di CO2 in meno immesse in atmosfera all’anno. Tentiamo anche in questo caso di dare un’indicazione più pratica del significato. Una macchina emette circa 150 grammi di CO2 al km: con una semplice divisione (e stando attenti agli zeri…) il risparmio è pari a 32 milioni e rotti di km di percorrenza. Circa quanto “sporcano” 2000 macchine in un anno. Certo una goccia nel mare, ma non trascurabile.
Infine una precisazione: nel comunicato del Comune si da grande risalto al fatto che tutta l’energia elettrica comunque assorbita (i 19 GWh/anno) sarebbe asseritamente prodotta da fonti rinnovabili (“energia verde certificata”). È, francamente, una sciocchezza priva di significato. L’energia elettrica emesso in rete istante per istante è il prodotto di un mix di produzione dipendente dal parco di generazione in quel momento disponibile ed attivo e non certo dai soggetti che la assorbono. Una volta in rete il kWh verde e quello nero (per dire così) non sono distinguibili, con l’eccezione ovvia dei kWh autoprodotti delle briccole. E anche ammettendo come ipotesi di scuola che sia possibile dire “i kWh che consumo io sono quelli verdi” (del che dubito fortemente) ciò implica lasciare che agli altri lasciamo quelli neri…. Il risultato complessivo è lo stesso, evidentemente.

Nato a Venezia, vi ha sempre risieduto. Sposato con una veneziana, ha due figli gemelli. Ingegnere elettrotecnico, ha lavorato all’Enel dal 1987 al 2022, è stato Responsabile della distribuzione elettrica della Zona di Venezia e poi ha svolto attività di International Business Development Manager, lavoro che lo ha portato a passare molto tempo all’estero. È stato presidente del Comitato Venezia Città Metropolitana, esponente di Venezia Una&Unica. È in pensione dal 2022