By

 
 

Larga eco sulla stampa ha avuto la notizia che Alitalia prevede un grosso investimento sulle rotte da e per l’aeroporto Marco Polo, complice anche la controllata Air One. Nuove direttrici tra la quali Praga, San Pietroburgo, Atene, Instanbul ecc. L’AD di Alitalia, Ragnetti, è intervenuto di persona spiegando di puntare al raddoppio (da uno a due milioni) dei passeggeri trasportati da Alitalia nei prossimi anni. Una buona notizia, che rafforza decisamente il ruolo di terzo scalo aeroportuale italiano e che ne prefigura anche il ruolo di piccolo hub, vista l’intenzione di aprire anche rotte intercontinentali.(http://corrieredelveneto.corriere.it/veneziamestre/notizie/economia/2012/27-aprile-2012/alitalia-rilancia-marco-polozaia-la-seconda-pista-serve-2004249134005.shtml)

 

Alla presentazione del piano di sviluppo erano presenti il presidente di SAVE Marchi e il governatore del Veneto Zaja. Non c’era Orsoni, ne’ ho notizia di una presenza dell’amministrazione comunale di livello inferiore. Nonostante l’aeroporto sia una grande industria, che porta posti di lavoro (anche qualificati) che muove l’economia con l’indotto, che porta prestigio al ruolo nazionale ed internazionale della città. Invece, per l’amministrazione comunale l’aeroporto Marco Polo pare essere solo uno scomodo ospite in casa propria.

Ragnetti, Zaja e Marchi. Dov'è Orsoni?

Ragnetti, Zaja e Marchi. Dov'è Orsoni?

Un ospite, ad essere precisi, più che scomodo, decisamente ingombrante: nel mio articolo del 4 maggio “La famigerata seconda pista del Marco Polo” ricostruivo la situazione di conflitto che si è creata tra la richiesta della SAVE di prevedere detta seconda pista e il PAT, in via di approvazione da parte del Comune di Venezia.

Il logo del PAT del Comune di Venezia

Il logo del PAT del Comune di Venezia

 In sintesi: il prevedere il posizionamento della seconda pista, stanti i vincoli imposti dall’ENAC, renderebbe inedificabile la relativa area di rispetto dove al contrario il Comune prevede di realizzare l’ampliamento del casinò di Ca’ Noghera e la cittadella dello sport con nuovo stadio e palazzetto dello sport.

La situazione è tragicomica.. il presidente di SAVE ha inviato all’ENAC, senza consultare il Comune, la previsione della seconda pista e l’ENAC ha provveduto ad emettere il vincolo (salvo la possibilità di ricorsi). D’altro canto, il Comune ha redatto il PAT senza tenere in conto della risaputa insistenza di Marchi sulla necessità di almeno prevedere questa benedetta seconda pista. Terzo, per non farci mancare nulla, il presidente Zaja si schiera senza se e senza ma al fianco di Marchi come se non ci fosse alcun problema.

Ora, mi chiedo: sarebbe troppo pretendere da amministratori pubblici e manager privati la consapevolezza della complessità delle esigenze in gioco? Un coordinamento, una negoziazione, la valutazione condivisa dei diversi punti di vista? Approfondire la motivazioni della seconda pista, rivederne eventualmente il posizionamento, rivedere il posizionamento delle infrastrutture previste dal PAT, negoziare se possibile dei vincoli meno stringenti con ENAC, verificare i modi e gli strumenti per coinvolgere se del caso la pista di Treviso. Magari non si sarebbe trovata una soluzione condivisa ma almeno tentare, almeno provarci. Non dare la sensazione desolante di due treni che corrono in direzioni opposte sullo stesso binario ignorandosi bellamente l’uno con l’altro.

Intendiamoci, non è tutta colpa dei suddetti: il nostro è un Paese con mille centri decisionali indipendenti, svariati livelli di programmazione, piani che si intrecciano e sovrappongono senza una logica unitaria. Siamo anche il Paese dei mille comitati, delle lobbies di interesse… Tutto vero. Sta di fatto che andata in scena ancora una volta la tragica rappresentazione di una classe dirigente inadeguata.