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Penso che correttezza e onestà sono idee innate nell’uomo, in senso platonico. Disponiamo dalla nascita di una capacità razionale di valutazione etica delle nostre azioni sulla base della quale sviluppiamo nel tempo un codice etico personale che è il prodotto delle nostre inclinazioni naturali, dell’educazione, del vissuto individuale, delle convinzioni politiche e religiose, ecc. Siamo quindi dotati di un meccanismo interiore che ci fa percepire, magari in modo inconsapevole e confuso, se un nostro atto è giusto o no. Certo, la soglia di percezione del confine tra giusto e ingiusto, tra corretto e scorretto, tra onesto e disonesto è estremamente soggettiva e quindi varia da individuo a individuo, ma c’è. Ne consegue che quando si supera quella soglia noi lo percepiamo. Se si ruba, se si evadono le tasse, se si salta una fila, ecc. lo si fa in piena consapevolezza. Taluni ne avranno rimorso, talaltri si inventeranno una giustificazione, altri ancora proveranno godimento ma nessuno (o quasi..) non ne avrà coscienza.

Con tali premesse, le ultime notizie di stampa relative al Presidente della Regione Lombardia Formigoni mi hanno lasciato basito. Credevo di aver già assistito a tutte le possibili nequizie della nostra classe politica, tuttavia la faccia di bronzo del governatore lombardo è riuscita a stupirmi.

La faccia di bronzo di Formigoni

La faccia di bronzo di Formigoni

In sintesi, è ormai accertato che il Nostro ha bellamente trascorso almeno tre Capodanni da sogno in una esclusiva località delle Antille in alberghi costosissimi, si legge di yacht a disposizione, di pranzi luculliani in ristoranti raffinatissimi dai conti stratosferici, il tutto a carico di tale imprenditore del settore sanitario Daccò, e costui che fa? Prima, come di prassi, nega: “non ricordo dove ho passato le vacanze” (sic..) “a fine vacanza facevamo i conti e ognuno pagava il suo” “posso esibire le ricevute” (mai esibite). Tutte balle, ormai è verificato. E già questo, in un Paese con l’opinione pubblica non mitridatizzata dalle note vicende berlusconiane, sarebbe sufficiente per screditare irrimediabilmente qualunque uomo politico.

Ma non basta: notizia di ieri è che, travolto ormai dalle circostanziate confessioni di Daccò, evidentemente impossibilitato a portare elementi a sua discolpa, Formigoni ha improvvisamente cambiato strategia difensiva e se ne è uscito con un garrulo “se qualcuno dimostrasse che Daccò ha avuto un vantaggio grazie a me, mi dimetterò (ma è impossibile..)”.

Per la satira, un invito a nozze

Per la satira, un invito a nozze

 

Ora, mi chiedo: ma si può credere davvero che una qualsiasi persona non completamente folle ritenga  anche solo verosimile che un imprenditore regali migliaia e migliaia di euro per pura amicizia e leggiadra prodigalità? Possibile che Formigoni non percepisca il fetore che emana tutta la vicenda, l’irrimediabile danno di immagine, la palese inopportunità (ammesso e non concesso che non sia perseguibile sul piano penale) del suo comportamento?

Ci si può tentare di consolare pensando che Formigoni è un povero mentecatto, provare cioè a derubricare la vicenda a caso umano. Ma Formigoni è stato un accorto uomo politico, ha cavalcato con abilità quella poderosa macchina di consenso e potere che è CL, si è fatto evidentemente apprezzare come Presidente di Regione, stanti le numerose rielezioni, insomma tutto fa ritenere che sia tutt’altro che uno stupido. Evidentemente il potere, a lungo praticato e goduto, gli ha creato una tale sensazione di impunibilità da offuscare il suo codice etico interiore si da fargli perdere anche la percezione della gravità della sua condotta.

Triste, miserrima fine di chi fino a poco tempo fa vagheggiava di poter perfino assumere la leadership del centro-destra…