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Come prevedibile, i giornali offrono pressoché quotidianamente notizie sulle varie posizioni dei comuni della provincia sull’adesione o meno alla istituenda Città Metropolitana di Venezia  (CM nel seguito).  I giornali fanno il loro dovere, intendiamoci, inseguono cioè le notizie che fanno presa sui lettori. Tuttavia, sovente il dibattito assume un tono quasi surreale che sembra ignorare i paletti fissati dal dispositivo di legge che appunto istituisce le CM ovvero l’art. 18 del Disegno di Legge 95/2012, cosiddetto di spending review.

Sono conscio che si tratta di un esercizio noioso, tuttavia mi sembra opportuno cercare di entrare nel merito della lettera della legge per evidenziare alcuni punti significativi e/o non chiari (purtroppo questi ultimi non mancano: e meno male che l’Italia si ritiene la patria del diritto..) per avere tutti noi una maggiore consapevolezza di ciò di cui si parla. Armiamoci dunque di pazienza e cerchiamo di capirne di più.

In questo intervento comincio appunto da quanto evidenziato sopra, ovvero la vexata quaestio dei confini.

Recita il comma 2 del DL: “il territorio della CM coincide con quella della provincia (…) fermo restando il potere dei comuni interessati di deliberare (..) l’adesione alla CM o in alternativa l’adesione ad una provincia limitrofa”.

Prima questione: provincia limitrofa a cosa? Alla Provincia di Venezia o al Comune che sceglie? Non potendo immaginare provincie senza contiguità geografica direi che è vera la seconda, ovvero che la possibilità di scelta sia riservata ai comuni che hanno una provincia limitrofa, ovvero ai soli Comuni di confine. Ma in tal caso, che senso hanno le chiacchiere sull’adesione alla CM di, che so, Mira ad esempio? Per i comuni non confinanti l’adesione alla CM è ineludibile quindi meglio sarebbe per tutti se ci si focalizzasse su come costruire, tutti insieme, questa benedetta CM e trarne tutti i maggiori benefici possibili.

I comuni della provincia di Venezia

I comuni della provincia di Venezia

Seconda questione: se la CM è istituita ex lege con un territorio già identificato, se quindi come detto sopra i comuni non di confine non hanno scelta che senso ha che possano deliberare l’adesione alla stessa? Deliberare qualcosa cui si è obbligati?

Terza questione: non si specifica mai che la provincia limitrofa debba appartenere alla stessa regione. Eppure viene dato per scontato che i comuni che confinano con le provincie di Pordenone o Udine non hanno la facoltà di saltare in “Friuli”.

In tutta questa bagarre, sui giornali di mercoledì 19 settembre 2012, si riferisce di una circolare interpretativa del Ministro Patroni Griffi che in sostanza nega anche ai comuni di confine la possibilità di chiamarsi fuori (mentre si può aderire da altre provincie) che sembrava l’unica cosa acquisita.

 

Il Ministro PatroniGriffi

Il Ministro PatroniGriffi

Insomma, poche certezze e molti dubbi. Tuttavia, una certezza mi permetto di sottoporla io: il fiorire di questioni identitarie, di micro campanilismi e di presunti interessi localistici, di cui si è letto in abbondanza in queste settimane, è del tutto fuori contesto.

Infatti la CM non assorbirà i Comuni preesistenti, non assorbirà le loro competenze, né il loro patrimonio, insomma nulla che ha a che fare con i temi con cui molti amministratori si sono riempiti la bocca. Vorrei dire purtroppo, nel senso che la CM, nella visione di chi l’ha concepita, avrebbe dovuto rappresentare assai di più un’integrazione anche a livello identitario. Ma per ora accontentiamoci. E cerchiamo di cogliere l’occasione che ci viene offerta. Riempiendo di contenuti il nuovo ente tramite uno Statuto condiviso.

Ma questo è un argomento complesso, su cui torneremo presto a parlare.