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L’avvicinarsi delle elezioni politiche, le più ravvicinate scadenze amministrative in alcune regioni e altro ancora stanno rimettendo energia alla politica. Dentro a questo movimento ci sono anche le primarie del PD. E’ difficile dire se alla fine di tutto questo ciclo ci si ritroverà con gli assetti di prima, con lo stallo o con qualcosa di nuovo che, nel bene e nel male, sblocchi la situazione attuale; ferma, sospesa, di profilo basso; non solo a livello nazionale, ma anche nelle città e nelle amministrazioni locali.

Già le città, i comuni, forse presto le Città Metropolitane.

Anche a casa nostra, qui a Venezia.

Il meno che si possa dire è che anche a Venezia per ora si sente la situazione di blocco e di pastoia partitocratica che si percepisce alle scale superiori. La giunta Orsoni non è né migliore né peggiore della altre che l’hanno preceduta e stracciarsi le vesti per questa come se si fosse toccato il fondo è il solito atteggiamento da Bar Sport. E’ una giunta che ha ereditato molte cose e molti progetti, forse più di quello che le precedenti avessero ereditato da quelle venute prima ancora. E fa quel che può, non sempre bene, spesso in modo approssimativo, molto navigando a vista.

E’ un ventennio che sulla città si fanno progetti, alcuni si realizzano lentamente, altri, troppi, si bloccano. Ma si capisce che c’è un percorso accidentato, uno ‘stop and go’ continuo; e in alcuni casi un vivere alla giornata, cambiando idee, riprogettando, sbagliando molto nelle fasi preliminari. Errori che si scontano nel procedere. Abbagli, smemoratezze, ‘ non sapevo, non credevo, non ci si era capiti ‘. Inaffidabilità negli appalti. Imprese che finiscono i soldi o non li hanno e non li hanno mai avuti. Esempi concreti è bene non citarli neppure perché sono noti a tutti e sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. E’ una lista infinita in laguna e in terraferma.

Poi si fanno anche inaugurazioni, sia chiaro, cose importanti. Ma la tronfiaggine degli assessori quando finalmente tagliano il nastro che so, del nuovo Cinema Rossini ( bella cosa sia chiaro, un gran risultato ) è sopra le righe, è propaganda pura. In un contesto di cose non fatte e ferme, di equivoci, di promesse non mantenute sarebbe preferibile un attegiamento più sobrio, un ammettere che inaugurando qualcosa non si fa altro che il proprio dovere, scusandosi semmai per quel che non si fa.

Vorrei ripeterlo. Tutto questo dipende in misura limitata dalla maggiore o minore capacità di chi governa la città, mentre molto dipende dalla logica politica di cui è figlia questa giunta come le precedenti. Vale a dire: trattative, mediazioni in basso, scambi, posizionamenti, schermaglie logore, scene  di un tempo che ha fatto il suo tempo.

In questo contesto c’è anche la società cosiddetta civile, che spesso ha coperto poco civilmente con un voto passivo questa situazione. Bene, nella parte meno passiva e attenta di questa società civile non sono pochi a Venezia, a Mestre in provincia quelli che si stanno interrogando ancora una volta e che si chiedono se non sia il caso di provare a scendere in campo direttamente.

E’ l’eterna tentazione del ‘civismo’, della Lista Civica, dell’autonomia cittadina che si organizza. Ipotesi spesso, troppo spesso fallita, anche per la collocazione non chiara nella geografia politica delle iniziative con questo marchio. Che spesso si sono poste con un’immagine di ‘terzietà’, per usare un termine in voga, poco apprezzata dall’elettore abituato a schierarsi comunque.

Eppure questa strada deve e può essere ancora ripercorsa. Perché resta sempre un’alternativa possibile se giocata con intelligenza, magari evitando gli errori di sopravalutazione che hanno poi portato a fallimenti. L’errore di non darsi anche un profilo politico riconoscibile. Se a livello nazionale vedremo sbloccarsi il quadro generale della politica forse anche in città qualcosa può muoversi. Val la pena quantomeno provarci. Ripeto: facendosi riconoscere molto di più.