By

Il Piano di Assetto del Territorio (PAT) ha avuto il compito di prefigurare il futuro della città in una prospettiva di lungo termine e nel fare ciò la discussione attorno a questo strumento si è misurata con le questioni di fondo che la città contemporanea pone.
Il crescere delle diseguaglianze sociali, l’aggravarsi della crisi ambientale e la necessità di rispettare i vincoli posti dai più avanzati standard internazionali, la crisi finanziaria che mina in profondità la sopravvivenza stessa delle città, sono le principali. Il PAT ha assunto queste problematiche come altrettante occasioni per innovare e qualificare l’organizzazione del territorio e non subirle come imposizioni.
“Delineare le scelte di assetto” – come chiede la legge regionale – comporta la definizione di un disegno condiviso per la cittĂ  di domani, un disegno capace di mobilitare l’interesse di tutti i cittadini e non solo di pochi operatori economici .
Il PAT che è stato approvato non puo’ che essere individuato come uno “strumento di lavoro, un canovaccio”, del quale “Venezia metropoli sostenibile” non puo’ che essere lo sbocco strategico e irrinunciabile. In questo senso esso è la premessa per elaborare, nei prossimi tempi, una visione davvero radicalmente nuova della cittĂ ; piĂą una piattaforma che apre la fase della transizione positiva, che il vecchio Piano Regolatore che la chiude assestando gli equilibri dati: la base, dunque, su cui costruire un’ulteriore evoluzione verso la CittĂ  sostenibile.
In questo scenario la storia pluridecennale del Nuovo Stadio ha trovato una definizione e una concreta possibilità di realizzazione proprio in relazione all’approvazione del PAT.
Nel concreto il PAT promuove nell’area del cosiddetto Quadrante Tessera un progetto di eccellenza, in grado di essere di servizio alla collettivitĂ  e non mera opportunitĂ  di speculazione edilizia.
L’ipotesi di una mega colata di cemento per realizzare un’enorme e irrealistica operazione speculativa sul terziario, con l’approvazione del PAT, finisce in archivio.
Stadio e Cittadella dello sport, articolandosi in una offerta plurima di impiantistica sportiva (palasport, piscine, palestre multifunzione, campi di allenamento, tennis, solo per citare i più comuni esempi) con le attività commerciali strettamente connesse ad esse dovranno essere realizzate su aree di proprietà del Comune ed esclusivamente a SUD-OVEST della bretella autostradale di collegamento tra la tangenziale e l’aeroporto. La bretella diviene così il limite fisico dell’edificazione, salvando le aree verdi coltivate che stanno a nord-est fino al corso del Dese e che potranno essere oggetto di riqualificazione ambientale.
Per questa ragione il PAT pianifica, in linea con le più avanzate esperienze europee, una “Cittadella dello Sport” in grado di rendersi sostenibile sia sotto il profilo finanziario, sia sotto l’aspetto della sostenibilità socio ambientale del progetto.
Così facendo si potrà dare alla Città una direzione di sviluppo coerente che, tenendo conto delle compatibilità ambientali, saprà coniugare anche le esigenze dello Sport cittadino che sta soffrendo da molto tempo di una mancanza di un’adeguata rete di impiantistica sportiva e che abbisogna di un piano concreto per dare risposte ad una domanda sociale largamente insoddisfatta.