Di recente la mia azienda, DNA Italia, ha lanciato un progetto il cui obiettivo è riportare i cittadini a fare shopping nel centro città. In occasione del lancio del primo portale del network a Mestre, mestre.tuttaper.me, ho avuto occasione di confrontarmi direttamente e indirettamente con molti commercianti del centro che lamentavano una scarsa attenzione della pubblica amministrazione in occasione di lavori pubblici. Via Poerio e i lavori del Tram sono solo due esempi recenti e macroscopici di come idee anche interessanti vengano affrontate senza progettualità e senza tenere conto delle necessità ed esigenze dei cittadini e soprattutto di coloro che rendono le città vive e presidiate e cioè i commercianti.
Molte attività sono state costrette a chiudere o, nel migliore dei casi, hanno sofferto enormemente per le lungaggini dei lavori.
La cosa mi ha ricordato il caso Calatrava e Piazzale Roma, due esempi di come i lavori pubblici spesso siano più un’ occasione di vetrina per il politico di turno piuttosto che delle occasioni di servizio alla cittadinanza.
Vediamo i casi ad uno ad uno.
Via Poerio, dei semplici lavori di manutenzione del manto stradale e della sua tenuta richiedono di scoprire il sottostante canale che una volta era all’aperto. In corso d’opera ci si rende conto che potrebbe essere una idea stimolante riportare alla luce il canale lungo Via Poerio e fino a Via Verdi. Dopo un brevissimo dibattito, quasi di imperio, si decide di procedere a prescindere dalle legittime preoccupazioni di coloro che fanno commercio in zona. Ovviamente una decisione andava presa, non si poteva lasciare il cantiere aperto per sempre ne d’altronde ricoprire il canale per poi riscoprirlo più avanti. A parte un paio di incontri più o meno pubblici l’idea è di fatto proseguita tra molte perplessità e ad oggi, dopo 15 mesi dall’inizio dei lavori, il cantiere è ben lungi dall’essere conlcuso e i negozi di Via Poerio e Via Verdi sono allo stremo. Nel frattempo si è trovato il tempo di abbellire il cantiere con immagini d’epoca della zona e ogni tanto spostare qualche pannello.
Tram. Progetto partito senza un tracciato definitivo, ancora oggi dopo anni non si conosce lo sviluppo completo delle linee e oltretutto seri difetti di progettazione hanno bloccato il funzionamento delle linee attive per molti mesi. Fatto salvo che, come mezzo di trasporto, il tram convince, forse vale la pena di ricordare che una volta esistevano le filovie e che si sarebbe potuto pensare ad una soluzione leggera che non prevedesse lavori così pesanti sul manto stradale coniugando trasporto elettrico e rispetto della viabilità e del commercio locale. Sarebbe interessante capire anche entro quanti anni il pesantissimo costo verrà riassorbito e se la stessa cifra investita in navette elettriche ad alta frequenza non avrebbe potuto garantire immediati benefici alla viabilità, risparmio e soprattutto meno disagi e perdite per il commercio.
Calatrava. Sul progetto del Ponte della Costituzione (vulgo Calatrava) si è detto di tutto, non mi addentro su giudizi estetici o strutturali ma voglio sottolineare come il ponte abbia di fatto condannato a morte il Sestriere di Santa Croce a tutto vantaggio della Strada Nuova che era già vitale frequentatissima. Quello che salta all’occhio anche in questo caso è la mancanza di visione, progettualità e rispetto per la cittadinanza. E’ indubbio che il Ponte sia di gran vantaggio per la famiglia Benetton proprietaria del centro commerciale adiacente, per i pendolari, i turisti e anche qualche veneziano ma è inconcepibile come un progetto del genere sia stato intrapreso senza uno studio approfondito dei flussi, delle ricadute degli stessi sulla economia cittadina e infine delle necessità dei disabili. Il fatto che nessuno dei responsabili dell’epoca si fosse fatto queste domande, oppure che se se le fosse fatte si fosse degnato di trovare delle soluzioni è dimostrato dal fatto che la luminosa idea di una nuova segnaletica che limitasse i danni della deviazione dei flussi sia balenata solo dopo l’apertura e dopo le suppliche dei commercianti ed esercenti di Santa Croce.
Piazzale Roma. Primo atto della amministrazione insediatasi nel 2010. Lavori che hanno sicuramente rappresentato un miglioramento rispetto alla situazione pregressa ma anche qui viziati da alcuni errori francamente imbarazzanti, forse per la fretta di finire i lavori, dimostrare efficientismo e appuntarsi una medaglia. I problemi sono evidenti a chiunque viva il maggiore HUB automobilistico del Centro Storico. Nessuna pensilina per riparare il pubblico, passaggi pedonali nei punti di maggior passaggio dei mezzi che ne rallentano costantemente il flusso e la irrisolta questione del carico scarico persone e merci sulla rampa. Sembra francamente incredibile che con l’occasione non ci si potesse spremere un po’ le meningi e trovare una soluzione a questi annosi problemi.
Per concludere mi sembra evidente l’unico vero tratto comune a tutti questi exploit ( ma se ne potrebbero citare molti altri ) l’assoluta mancanza di visione strategica, progettualità preparazione e contatto con il tessuto produttivo della città da parte degli amministratori locali.
Tali evidenti lacune unite alla arroganza e ambizione dei singoli sono una cocktail micidiale che produce i risultati che tutti abbiamo sotto gli occhi.
In questi casi la voglia di fare la foto di rito al taglio del nastro e appuntarsi una medaglia da spendersi alla prossima campagna elettorale ha superato in molti casi il buon senso ( se ce n’era di partenza ) e ha spinto personaggi spesso impreparati a trascinare la città tutta in avventure grottesche.
L’unica soluzione è passare dalla delega piena alla concertazione e decisioni partecipate in cui di fatto
l’amministratore di turno svolge un ruolo di coordinamento e di servizio vero, presentando sul tavolo e preparando proposte alternative e sottoponendole alla cittadinanza che si rende partecipe e corresponsabile delle varie scelte. Per fare questo ovviamente c’è bisogno che la nostra città muova passi decisi verso una democrazia più partecipata e diretta in modo tale da trasformare il rapporto elettore eletto in un raporto di dipendenza diretta revocabile e non in una delega in bianco a costruirsi un futuro politico con i soldi del prossimo.

veneziano classe ’66, laureato in ingegneria a Padova è imprenditore nel settore della logistica, sia come agente marittimo che spedizioniere. È raccomandatario marittimo, broker assicurativo e direttore tecnico di agenzia viaggi. Ricopre la carica di presidente nazionale di Federagenti, l’associazione nazionale degli agenti raccomandatari. È consigliere regionale di Fiavet Veneto, l’associazione degli agenti di viaggio.