Troppo presto? Forse no se la prospettiva delle prossime elezioni amministrative non resta semplicemente una data ma occasione per cercare di mettere nero su bianco un progetto. Chiaro. Semplice. Realizzabile.
E più che di progetto parlerei di programma per una partecipazione politica diretta e non basata sull’apparizione dell’ennesimo “nuovo messia”.
In fondo ne abbiamo avuti diversi negli ultimi vent’anni, un po’ di tutti i tipi: i risultati mi sembrano scoraggianti.
Torniamo a noi e al nostro 2015. In tre interventi precedenti (Venezia Domani, Ipotesi per un programma e Una Lista Civica Nazionale), avevo provato a suggerire alcuni punti su cui iniziare a discutere. Di questi, almeno uno, la Città Metropolitana della Laguna che a un lettore proprio non era andato giù, diventerà centrale nell’immediato futuro. Pare che stavolta sia suonata la campana a morto per le provincie e la Città Metropolitana, sotto forma della vecchia Pa.Tre.Ve, sia tornata alla ribalta. Non si tratta esattamente di quanto avevo in mente, tuttavia sono dell’idea che tale sviluppo sarebbe senz’altro positivo e indichi la base di fondazione da cui partire per un possibile “programma”.
Comunali 2015 con direzione Pa.Tre.Ve. quindi, a patto che Pa.Tre.Ve. metta i diritti del cittadino al centro della prospettiva. Come?
1- Diritto alla gestione secondo correttezza e diligenza della cosa pubblica: quindi unificazione di tutte le attuali “poltrone seriali”, da tre e più sindaci a uno solo e così via per consigli comunali, tutte le direzioni, i servizi, le aziende. In queste, in particolare, significa UN presidente, UN direttore generale, UN consiglio d’amministrazione, UNA direzione, UNA amministrazione e via dicendo. Cioè, di quanto è diviso in tre/molti fare uno, riducendo drasticamente tutti i costi;
2- Diritto alla salute e alla qualità della vita: Pa.Tre.Ve. deve assumere come obbiettivo strategico di non consumare più territorio. In altri termini, nessuna nuova costruzione là dove oggi c’è la poca erba rimasta, ogni edificazione dev’essere preceduta da una demolizione. Non solo, ogni intervento urbanistico, edilizio, relativo al traffico e al consumo di energia deve avere come scopo la riduzione degli attuali livelli di inquinamento cominciando con la depurazione delle acque nere e la loro netta separazione da quelle bianche… le cui tubazioni non dovrebbero più perdere con accade ora;
3- Diritto allo sviluppo della personalità: il che significa istruzione permanente, fruibilità del patrimonio storico-artistico, lotta all’esclusione socio-culturale, a partire dalla realizzazione di un circuito economico virtuoso (perfettamente possibile sulla base della normativa vigente e già a disposizione dell’iniziativa degli Enti Locali con volontà d’agire); “agenda digitale” espressione tanto in voga quanto poco praticata, salvaguardia dei vecchi mestieri perché miniera di preziosi saperi;
4- Diritto alla casa e alla mobilità, cioè una politica della residenza e del trasporto pubblico vincolata dai grandi interessi privati e tesa a permettere un’armonica coesistenza tra tessuto umano esistente e cambiamento.
Quattro punti che mi auguro crescano e si precisino meglio attraverso il contributo di molti.

Federico Moro vive e lavora a Venezia. Di formazione classica e storica, intervalla ricerca e scrittura letteraria, saggistica, teatrale. È membro dell’Associazione Italiana Cultura Classica e della Società Italiana di Storia Militare.
Ha pubblicato saggi, romanzi, racconti, poesie e testi teatrali.