In questo calembour è racchiuso il nodo principale che i veneziani di mare e di terra dovranno sciogliere in vista delle prossime scadenze amministrative della Primavera del 2015.
Troppo in là ? Non direi, considerato che i temi sul tavolo non sono solo politici – i soliti faticosi equilibri di potere fra le sigle della ipotetica maggioranza – ma di contenuti, di strategie territoriali, di disegni di sviluppo economico, e soprattutto di assetto istituzionale.
Perché la definizione e la creazione della Città Metropolitana di Venezia sarà uno snodo imprescindibile: se verrà varata con il 2014, come previsto dalla legge e dai decreti, il Sindaco sarà (d’ufficio) il Sindaco del capoluogo e quindi Orsoni, che l’anno prossimo è ancora Sindaco di Venezia, sarà il dominus dello scenario; ai territori/comuni appartenenti a questa nuova Istituzione spetterà invece il compito di eleggere i propri rappresentanti.
Con ruoli diversi, ridimensionati e “subalterni” alla Città Metropolitana.
Un bel rebus e uno scenario completamente diverso da quello al quale siamo abituati a ragionare.
Rimane il fatto che, Orsoni Metropolitano o no, in ogni caso bisognerà affrontare i nodi dello sviluppo del nostro territorio che nel caso si potrebbe determinare con due rappresentanze amministrative “separate”: Venezia Insulare e Mestre Terraferma.
Siamo di fronte alla tanto agognata separazione come i sostenitori della “divisione fra Venezia e Mestre a tutti i costi” vanno sostenendo da lustri, nonostante le 4 sconfitte referendarie?
Secondo me in ogni caso no, perché le due entità amministrative sarebbero comunque sovraordinate dalla Città Metropolitana e le interessenze, le relazioni, le connessioni, gli interessi sono così intrecciati che pensare a logiche divisive a me pare oltre che un errore, una mancanza di realismo.
Allora si impone una riflessione sulle caratteristiche politico-culturali-umane che i candidati-le candidate devono impersonare.
Saremo capaci di uscire dal solito schema che vede l’individuazione della persona attraverso un gioco di pesi e contrappesi esercitato nelle segrete stanze delle segreterie dei partiti (esistono ancora i partiti?) o si andrà , come logica vorrebbe, come è successo nell’ultima occasione elettorale, a una scelta democratica, partecipata attraverso le primarie?
Ma di nuovo: le primarie sono solo l’ultimo passaggio prima della scelta finale.
Allora sarĂ indispensabile che abbastanza presto si palesino i possibili concorrenti: si presentino con i loro programmi, con le loro prioritĂ , con la loro squadra.
I temi sul terreno sono tanti e complessi. Il nostro territorio è fatto di fragilità , ma anche di punti di forza ineguagliabili.
Bisogna dare il tempo ai cittadini di partecipare, capire, valutare, soppesare, integrare, contribuire alle scelte programmatiche.
Le opportunità per fare un salto di qualità ci sono tutte: non facciamoci sfuggire l’occasione.
Sarà possibile agire così per scegliere un Sindaco Nuovo?

Veneziano, con i piedi nell’acqua, dalla nascita (1948). Già Amministratore Delegato di una Joint Venture italo-tedesca di accessori tessili con sede a Torino. Esperienze di pubblico amministratore nei lustri passati. Per lunghissimi anni presidente del Centro Universitario Sportivo di Venezia (CUS Venezia)