No Tav: una imbarazzante alleanza

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Chi è sinceramente contrario alla TAV in generale e a quella in Val di Susa in particolare dovrebbe riflettere attentamente sul fatto che di recente il fronte dei contrari a cui lui appartiene ha acquisito dei nuovi imbarazzanti compagni di strada che si sono esplicitamente dichiarati; dando anche, come nel loro stile di maestri, dei suggerimenti: le nuove Brigate Rosse.http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/20/

Bisogna stare molto attenti a non usare strumentalmente la presenza di questi nuovi alleati al fronte No TAV, cercando una facile scorciatoia diffamatoria per screditarli e appoggiare l’opera. Chi la vuole appoggiare dovrebbe trovare argomenti nel merito che non mancano certo e che a mio avviso sono in definitiva vincenti.
Questa avvertenza è doverosa perchè è successo molte volte, anche a chi scrive, di trovarsi su alcune battaglie politiche a fianco di movimenti e persone di cui avrebbe fatto volentieri a meno se non altro per il loro essere estremisti e in definitiva controproducenti. Penso ad esempio trent’anni fa al mio essere decisamente contrario all’abolizione della legge 194 sull’aborto e al disagio nel trovarmi accanto nella battaglia referendaria certi radicali che dell’aborto facevano un’ideologia e quasi un mito, rivendicando con estremo individualismo un diritto d’aborto senza se e senza ma ( ‘ il corpo è mio, me lo gestisco io ‘ eccetera eccetera…). E tuttavia trovavo scopertamente strumentale il rinfacciarmi tali compagni di strada per portare avanti le ragioni opposte del SI all’abrogazione della legge. Infatti anche nel caso delle nuove BR, e comprensibilmente, il movimento NO TAV rimanda ” al mittente la provocazione” di aver ricevuto quel sostegno.
E tuttavia questa nuova inedita alleanza sulla TAV, pur non voluta, si presta ad alcune considerazioni.
Le BR vengono per ultime ad agganciarsi a un fronte antagonistico ben rappresentato da certi centri sociali, l’ala dura dei centri sociali, che espressamente rivendicano il loro diritto ad opporsi con la forza e la violenza alle leggi e alle decisioni dello Stato che espressamente non riconoscono e non solo nel caso specifico della TAV. In definitiva questi centri esprimono lo stesso punto di vista delle Nuove BR, a cui per altro tra le righe delle loro dichiarazioni si sentono vicini, con l’unica variante del non essere in clandestinità. Costoro non rimndano certo al mittente la nota delle BR e la ritengono un’utile provocazione da accogliere con una certa soddisfazione.
Le motivazioni della comunanza abbracciano un argo variegato.
Il primo in assoluto, e che suscita l’interesse delle BR, è che il movimento contro la TAV è un movimento che, in questo caso direi nel suo complesso, esplicitamente non accetta le decisioni politiche, seppure  prese legalmente, e che le contesta opponendosi alla loro realizzazione anche con atti di sabotaggio. Infatti la legalità è espressamente un concetto che non prendono neppure in considerazione. Come accadeva cinquant’anni fa con fiancheggiamenti all’estremismo da parte di noti intellettuali  su queste azioni esplicitamente fuori legge gli antagonisti raccolgono anche oggi solidarietà da alcuni intellettuali, tornati giovani e che come da giovani non esitano a definire giusta l’azione di sabotaggio se la causa è giusta. Sulla giustezza naturalmente decidono loro. Lo scrittore tuttologo, ex lottacontinuista, Erri De Luca, da anni circondato da un alone di venerazione che non si sa a cosa sia dovuto, è il nuovo maitre à penser di questa linea che ben conosciamo d’altra parte. Lo sostiene anche, un pò più defilato, il filosofo Gianni Vattimo.
C’è poi il terreno della lotta senza quartiere alle opere, qualsiasi esse siano e a qualsiasi latitudine vengano progettate ( nel Veneto c’è già un promettente fronte sulla Nuova Romea che ha già avuto un suo banco di prova e che minaccia, secondo copione, boicottaggi ). La cosiddetta sinistra antagonistica usa  questo terreno delle grandi opere non credo per una spiccata sensibilità ambientale. Le usa strumentalmente. Questo antagonismo rivoluzionario non ha per nulla una tradizione ambientalista. I fondatori del pensiero marxista leninista che ispira ancora molto l’antagonismo contemporaneo più di quanto possa sembrare, erano totalmente disinteressati al tema , anzi semmai erano tutti concentrati sull’industrialismo ( e sappiamo che le realizzazioni storiche del comunismo sono poi andate come un rullo sull’ambiente, vedi, caso mai, la questione di Chernobyl) Il fatto è che oggi il classico conflitto e l’antagonismo in fabbrica sono molto più difficili per l’oggettivo declino industriale in tutto l’occidente e per la frammentazione del conflitto e delle forme di sfruttamento, che esistono ancora sia ben chiaro, ma parcellizzato e tutto proteso alla difesa del posto di lavoro. Ecco dunque che le grandi opere offrono un terreno propizio a portata di mano. L’equazione è presto fatta: grandi opere=appalto ai privati e alle imprese= appalto ai poteri economici forti=il capitale che ingrassa. Poi il resto viene da sè.
A condire il tutto c’è il gusto di scontrarsi con gli ‘sbirri’ ( definizione spregiativa che gli antagonisti condividono con le curve calcistiche italiane, le peggiori d’Europa) e che vuol dire scontrarsi con lo Stato che i poliziotti rappresentano ( a questo proposito vengono  in mente le parole ‘politicamente scorrette’ a favore dei poliziotti di Pasolini e contro l’antagonismo di mezzo secolo fa, unico intellettuale fuori dal coro ). Antagonismo contro lo Stato e chi lo rappresenta: la Polizia, ma anche i magistrati, per esempio Caselli, velocemente passato da amico a nemico giurato per aver iniziato procedimenti contro l’illegalità e le conseguenze delle manifestazioni NO TAV. In questo ritenere i magistrati dei nemici c’è tra l’altro una curiosa assonanza con qualcun altro che ci assilla da vent’anni con il suo un antagonismo verso i poteri dello Stato Democratico, poi non tanto diverso nella sostanza.
L’antagonismo infine utilizza slogan che per la verità vengono utilizzati anche dal più vasto e pacifico movimento d’opinione che sta conducendo l’opposizione alla TAV e improntati al più classico dei ‘benaltrismi’ ( neologismo derivato dalla ormai paradigmatica locuzione ”c’è ben altro’). Dicono gli antagonisti all’unisono con tutto il più vasto movimento, a cui si sono uniti, perchè è nel loro DNA, i Cinque Stelle: con i soldi spesi per l’opera inutile c’è ‘ben altro’ da fare e si diano case e salario minimo a chi ne ha bisogno; alcuni aggiungono: scuola e ospedali. L’interesse delle BR nell’appoggiare questo tipo di richieste sta nel classico cavallo di battaglia leninista: chiedere allo stato borghese cose che non può o non vuole fare, perchè è borghese e così dimostra tutte le sue contraddizioni. Gli antagonisti dei centri chiedono queste stesse cose più o meno con lo stesso retro pensiero. Ma sempre di ‘benaltrismo’ si tratta. Il cerchio si chiude. La discussione con il movimento nel suo insieme potrebbe ricominciare da qui per provare a dimostrare che case, salario minimo, scuola e ospedali non si discutono, vanno difesi e promossi con forza o , come nel caso del salario minimo; ma che questo non vuol dire che l’opera sia inutile e non porti benefizi ad altrettanti diritti di base ( azzardo: il lavoro e la mobilità). E tutto ciò lo si chiede allo Stato che non è borghese, ma è lo Stato democratico che queste cose le porta nel sua fonte costituzionale. Ma è una discussione con dei sordi che non so quanto valga la pena anche solo cominciare.  E questo è un bel problema se non vuoi usare la scorciatoia delle loro nuove e ingombranti alleanze.