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Disabilità e amore. Un ossimoro, una contraddizione. Due termini che – la vita ci insegna – difficilmente coesistono. È questo il tema trattato da Laura Boerci, tetraplegica, assessore alla cultura di Zibido San Giacomo, Comune della provincia di Milano, nel suo ultimo libro, una favola dal titolo UN SOGNO VERO, edizioni Ibiskos Risolo

La scrittrice, già autrice di altri romanzi, si è inoltrata, con spontaneità e immediatezza, nei territori intimi del proprio vissuto, cui s’ispira la favola, e ha narrato la sua esperienza.  Nel libro racconta di come madre natura (che nel libro diventa la strega Atura) si sia divertita a infliggere alla protagonista pene e dispiaceri, togliendole progressivamente l’uso di tutti e quattro gli arti. Ciò non la priva, tuttavia della voglia di volare, di amare e di godere delle meraviglie della vita.

I suoi sogni trovano giusto appagamento nell’esperienza magica dell’amore, che finalmente arriva e s’incarna in un uomo dagli occhi magnetici. Occhi limpidi e profondi che, quando la guardano, si accendono come lampadine e irradiano una luce calda e avvolgente. Il miracolo si compie con l’incontro di due persone che si ritrovano dopo quarant’anni.

Il riferimento autobiografico è palese. Laura oggi è felice accanto ad Umberto, con il quale sta compiendo un meraviglioso percorso. È proprio vero: a volte un sogno può realizzarsi e la vita si trasforma in una favola…

Purtroppo non sempre è così. Non tutti hanno accesso alle favole. L’amore che viene legittimamente rivendicato da chi vive l’esperienza della disabilità si configura spesso come un tabù che si preferisce rimuovere. I genitori, i familiari del disabile, per eccesso di protezione, minimizzano le gioie di questo sentimento, mettendo in evidenza tutto il bello che una vita senza amore può offrire, per preservare il proprio caro dalle delusioni e dalle frustrazioni che i rifiuti provocano. Analogamente, i parenti di chi sceglie di compiere un percorso di vita con un disabile mettono in guardia il proprio caro dai rischi di convertirsi in  badante, sostegno, stampella della persona prescelta come compagna o compagno. Insomma, il pregiudizio è sempre in agguato, sebbene esprima un sincero affetto. Come si dice, “le vie dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni”. E non sempre queste intenzioni vanno di pari passo con i sentimenti!

Laura, invece, non ha mai voluto arrendersi. E lo dimostra la sua grande vitalità e l’empatia che sa stabilire con chiunque entri in contatto con lei. La sua energia è stata più forte della paura ed è riuscita a far breccia su Umberto, che è rimasto incantato dalla ricchezza del suo mondo.

Laura e Umberto hanno vinto le barriere mentali che precludevano loro un progetto di vita e proseguono, oggi,  con entusiasmo un’esperienza forte e appagante. Di sicuro, un insegnamento efficace, uno scossone, uno shock culturale ed emotivo a quanti guardano con timore ed ansia alla diversità. Una speranza di felicità, invece, a chi, proprio a causa di questa diversità, si nega da sempre il diritto all’amore.