Dopo anni di disinteresse e di tagli lineari da parte di vari governi, interventi che hanno impoverito e avvilito il mondo dell’istruzione, la scuola sembra tornare al centro dell’azione politica come strumento fondamentale per uscire dalla crisi. Si tratta di scommettere sul futuro dei giovani, per formare una nuova classe dirigente preparata alle sfide di un mondo complesso e dai cambiamenti veloci.
Il Rapporto governativo “La Buona Scuola”, non vorrebbe essere, quantomeno nelle intenzioni di chi l’ha promossa, una riforma calata dall’alto: si tratta di linee guida che dovrebbero invece essere “riempite” dal basso, tramite la proposta di dibattito pubblico dal vivo e on line, con il coinvolgimento delle scuole e dei territori; per arrivare al massimo della condivisione possibile. Un’occasione da non perdere dunque. La propaganda politica, che cerca in modo pregiudiziale di stroncare questo processo, anche all’interno di alcuni movimenti studenteschi, attacca ministro e governo facendo credere che in questo caso si tratti di una riforma già fatta e scritta, pronta per essere applicata. Non è così: per la prima volta si tratta di una bozza di lavoro aperta.
Tra gli strumenti proposti per attuare la consultazione vi sono: il kit “La buona scuola” dentro le scuole per studenti, coinvolgimento Consulte nazionali delle rappresentanze degli studenti, confronto in ogni provincia, coinvolgimento delle rispettive comunità, coinvolgimento dei Consigli di Istituto, dei Collegi Docenti, delle assemblee di Istituto e di classe, coinvolgimento dei mondi vicini alla scuola. Sarà disponibile la consultazione on line sul sito labuonascuola.gov.it, per un feedback generale che raccolga commenti, integrazioni, osservazioni e proposte, per favorire circolazione di informazioni e collaborazione. Il Manuale della Scuola Aperta farà arrivare le esperienze dei territori, le buone pratiche.
Questo processo sta cominciando solo ora ed è un cantiere aperto; gli esiti dipenderanno dalla qualità e dalla quantità del coinvolgimento e dalla capacità del ministero di recepirne gli stimoli più innovatori.
Mi preme per ora raccontare brevemente un primo passo sul territorio che vede la politica attiva coinvolta nel proporre un percorso. Anche i partiti politici, soprattutto quelli che sostengono lo sforzo governativo in questo campo, possono dare molto. Nel caso del Partito Democratico un certo radicamento nel territorio può costituire un utile cinghia di trasmissione tra esigenze di base e scelte di governo. Così, con questo metodo, si è posto il gruppo di lavoro che si occupa di politiche socio – educativo – sanitarie del circolo veneziano del PD di Lido e Pellestrina ha aderito al metodo. Ha infatti invitato le varie rappresentanze del mondo della scuola ad aderire autonomamente e direttamente alla consultazione on line sul sito governativo. Inoltre ha organizzato una giornata pubblica, il primo passo di un laboratorio di consultazione che dovrà continuare nel tempo e on line per ascoltare attivamente problemi, esigenze, proposte, buone pratiche da condividere, realizzare e diffondere. E’ previsto un secondo incontro tra qualche mese per fare un monitoraggio a scuole avviate.
In questa prima giornata pubblica, come primo passo, è stato aperto il “cantiere”, per fare una fotografia della situazione presente nel mondo delle scuole del territorio. L’invito diretto è stato rivolto a chi la scuola la vive o la soffre dall’interno, coinvolgendo una rappresentanza delle diverse componenti della scuola: dirigenti, docenti, genitori, alunni. L’obbiettivo è quello di poter valutare nel tempo gli aspetti di forza e quelli di debolezza del Rapporto Ministeriale, e ciò dal punto di vista delle rispettive competenze ed esperienze. Il criterio di fondo è quello di individuare criticità, punti di forza, ambiguità da chiarire, tematiche da approfondire o quelle trascurate. I coordinatori hanno chiesto ai relatori di esporre, partendo da esperienze e competenze diverse, con il medesimo interesse per una scuola di qualità, quali sono i problemi, le aspettative, le proposte. Soprattutto le buone pratiche che hanno vissuto e vivono oggi: per metterle in rete e diffonderle.
Questa esperienza ha cercato di rompere le barriere generazionali e di appartenenza partitica, movimentista o sindacale. Solo dal confronto, dal dialogo e con diversi punti di vista si può concorrere a dar voce ad una progettualità condivisa da far giungere ai piani alti governativi. Questa esperienza ha avuto una particolare considerazione per le ragazze e i ragazzi che si impegnano nel sindacato studentesco “RETE DEGLI STUDENTI MEDI, per stimolarli al confronto esterno con tutte le realtà, compresa la politica dei partiti. Questi giovani della RETE sono una rappresentanza preziosa da valorizzare: Infatti si mettono in gioco con rivendicazioni e proteste ma, a differenza di altri gruppi studenteschi, lo fanno con proposte programmatiche, capacità ideativa e creativa nelle forme di comunicazione. Nel partecipare ai recenti scioperi studenteschi hanno cercato di differenziarsi dagli altri proprio per questa capacità di non farsi condizionare dagli stereotipi ideologici di cui ho detto in apertura a proposito della disinformazione che fa passare questa bozza aperta per una riforma già fatta.. Possiamo imparare molto da questi ragazzi. I loro coordinatori sono giovanissimi: questo coraggio di mettersi in gioco va valorizzato.
Il laboratorio continua . la fase attuale è ancora quella del confronto tra le testimonianze raccolte e le linee guida del rapporto. Uno sforzo di onestà intellettuale che vorremmo diffondere come pratica nuova per ridare credibilità alla politica.

veneziano classe ’66, laureato in ingegneria a Padova è imprenditore nel settore della logistica, sia come agente marittimo che spedizioniere. È raccomandatario marittimo, broker assicurativo e direttore tecnico di agenzia viaggi. Ricopre la carica di presidente nazionale di Federagenti, l’associazione nazionale degli agenti raccomandatari. È consigliere regionale di Fiavet Veneto, l’associazione degli agenti di viaggio.