Lo ammetto, ho già perso il conto: 20/25/29? Quante sono le liste, figlie di partiti o genericamente “civiche”, che hanno già annunciato la loro partecipazione alle prossime amministrative?
Lo stesso dicasi per gli aspiranti-sindaci: 10/15? Forse di più.
È una bella favola raccontare che gli italiani, i veneziani in particolare, si sono “stancati” della politica. Non pare proprio. Sono stufi di vedere altri occupare le sedie della politica, mi viene piuttosto da pensare. Adesso, in modo massiccio, hanno deciso che tocca a loro. In fondo che ci vuole per amministrare una città? “Una squadra”, pare si usi rispondere. Già, ma quale?
Innanzitutto, osservo che un must di qualche anno fa, il “programma”, è sparito dalla scena. Nessuno, lista o aspirante sindaco, sembra interessato a dirci cos’abbia in mente di fare, se baciato dal successo. Il Nulla Zen è di sicuro più pieno.
Il Nulla Zen, però, in Occidente si potrebbe con maggiore precisione chiamare Tutto: allora i nostri eroi, liste e/o candidati, vi rientrano a pieno titolo. Propongono con grande semplicità tutto. In fondo avranno la “squadra”.
Quale, di grazia?
Al cittadino/elettore, dopo aver sentito “cosa” piacerebbe tanto sapere anche “con chi”. Anche qua, però, silenzio. V’immaginate quanto sarebbe bello poter conoscere, oltre al nome dell’aspirante sindaco e al suo “programma”, anche l’elenco dei futuri assessori? Perché non sono senza importanza gli individui chiamati a muoversi quotidianamente tra i meandri di amministrazione e politica.
Una buona “squadra”, mi verrebbe da dire, è tale perché formata da persone capaci e dotate di intelligenza, sensibilità… onestà. Già, perché in materia, a quanto pare, il Bel Paese, non solo a Venezia per carità ma pure a Venezia, ha qualche problema.
Invece? Nulla.
Questo balletto di interpreti vari mette in luce uno straordinario fenomeno: la rapidità con la quale qualunque “cittadino” si trasforma in “politico”, adottandone comportamenti e linguaggio. Vero su scala nazionale, lo è anche a Venezia. Sembra che il vero obiettivo dei vari “aspiranti” sia quella di assimilarsi all’odiata casta per partecipare ai suoi riti. Quindi, deduco, la realtà è che i “cittadini” invidiano i “politici” e puntano solo a sostituirsi, sul piano personale, a loro.
Ha senso, del resto, questa spaventosa proliferazione di liste&candidati? No, è chiaro a chiunque. La stragrande maggioranza di entrambi, liste&candidati, non ha i requisiti minimi di qualità e organizzazione per ottenere nulla più di quanto si è già visto nell’ultima tornata amministrativa: sette candidati sindaco, non ricordo più quante liste collegate, che raccolgono in totale una manciata di voti. Non li hanno presi in considerazione neppure i parenti stretti. Accadrà lo stesso questa volta.
Qualcuno potrebbe osservare che un minuto di gloria e di visibilità, in fondo, non si nega a nessuno: non siamo nell’era del Grande Fratello o di Uomini&Donne, dove un pugno di scellerati esibisce la propria idiozia in diretta televisiva? E uno di questi, per chissà quale distorsione del sistema, anni dopo arriva a fregiarsi del titolo di “esperto in comunicazione” di un grande partito? Quello guidato con pugno d’acciaio da un comico e da un futurologo apocalittico, tra l’altro… siamo messi bene…
Tornando al nostro stagno lagunare, io sarò un po’ lento di riflessi ma siano 20/25/29 o più liste e 10/15 o più candidati sindaco inviterei tutti a guardarsi con serietà allo specchio, una delle prossime mattine: per riuscire non basta ripetersi ossessivamente “posso farcela”, questo succede nei film. Tra l’altro, anche ammesso che uno qualsiasi, sfruttando i varchi offerti della democrazia ampliati da disinformazione e ignoranza spicciola, poi riesca, come successo di recente, a “conquistarsi” la poltrona… per fare che cosa? Ridursi a macchietta come il senatore Razzi tanto, giustamente, sbeffeggiato da Crozza?
Chiudo con un invito: per favore, un po’ di sano orgoglio personale, non copritevi di ridicolo, lasciate perdere. Ne guadagnerete in dignità e renderete un favore alla città, che potrà finalmente concentrarsi su “cosa” fare, il “programma”, e “chi” dovrà trasformarlo in azioni, la “squadra”. Tutto il resto è Nulla. Non Zen, però, solo nulla.

Federico Moro vive e lavora a Venezia. Di formazione classica e storica, intervalla ricerca e scrittura letteraria, saggistica, teatrale. È membro dell’Associazione Italiana Cultura Classica e della Società Italiana di Storia Militare.
Ha pubblicato saggi, romanzi, racconti, poesie e testi teatrali.