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Che adesso, presi dalla disperazione e dalla non brillantezza dei nomi che circolano per contendere la candidatura a Sindaco della CittĂ  che fu dei Dogi, si ricorra alle soubrette mi sembra davvero troppo.

Con tutto il rispetto per la signora Venier, che nel suo ambito è senza dubbio una donna non solo di successo, ma anche di qualità professionale indubitabile, non si può davvero pensare di affidarsi a queste carature.

E vabbè che ormai domina la televisione su tutto, sulle scelte della politica e sulle modalità con cui si formano le opinioni e le scelte dei cittadini, ma non è che si può passare dal palcoscenico degli studi televisivi al palcoscenico della politica, così come fosse il cambio di un vestito di scena.

E poi, al di là dei natali della signora Venier, quali altri punti di contatto e di rapporto ci sono far lei e la città? Si può davvero pensare che basti una bella presenza e una visibilità di quella caratura per aspirare ad indossare la fascia tricolore? Ma non ci si rende conto che nemmeno personalità navigate, culturalmente avvezze alle temperie del confronto politico, se catapultate in un territorio innaturale, hanno miseramente fallito, anche solo a guardare il rapporto con i propri cittadini elettori?

Gli esempi più noti che mi vengono immediatamente in mente riconducono a Sgarbi sindaco di Salemi, cacciato con ignominia, a Cofferati “imperatore” della CGIL catapultato a Bologna e non rimpianto o ricordato da nessuno, pur non avendo fatto disastri; lo stesso sindaco Marino, romano di fresca adozione, non più tollerato più per la sua distanza siderale dal sentire di una città che per la sua difficoltà a governare le complessità della Città Eterna. Ora poi ricaduta nelle vicende “incredibili” di un malaffare che i tempi della Banda della Magliana al confronto erano una commedia da avanspettacolo.

E qui da noi c’è chi per incapacità o per indisponibilità pensa ad una soluzione imposta, avventata e ridicola. Imposta dall’alto delle sue televisioni (Berlusconi) e senza un ben che minimo percorso di confronto all’interno di un CentroDestra allo sbando. Avventata per le implicazioni e le conseguenze che comporterebbe. Ridicola per i modi e per i contenuti del messaggio.

Dopo di che le difficoltà sono reali un po’ per tutti, centrosinistra incluso, e la pochezza della discussione rasenta il paradosso scontando un confronto che al momento verte su chi è “più giovane”, chi può vincere le primarie, con chi fare le alleanze, chi rappresenta chi. E così via concionando in politichese.

Un po’ meno, quasi niente, si sta ragionando su quale prospettiva dare alla Città, con quali risorse, con quale modello amministrativo, con il contributo di quali donne/uomini.

E allora viene quasi naturale aspettarsi che salgano alla ribalta della politica “nani e ballerine”.