“Candidare un programma” è qualcosa più di una boutade, di uno slogan giocato sul tavolo della politica locale.
Lo è perchè le prime uscite dei competitors delle primarie del CS non hanno dato l’impressione che la fase di costruzione delle idee e dei progetti “fattuali” sia ancora entrata fra le priorità dell’agenda politica locale.
Eppure è proprio di questo che la Città ha bisogno, dopo un lungo periodo di vuoto pneumatico generato dalla gestione commissariale, ma soprattutto dopo un quadriennio orsoniano in cui davvero si è prodotto poco e realizzato ancor meno.
Come si diceva in una precedente comunicazione le idee non mancano e hanno anche fatto strada, aggregando attorno ad una visione prospettica che guarda avanti nel tempo anche le persone che vogliono sostenerle e vorrebbero vederle realizzate nel tempo della prossima sindacatura.
Perchè è proprio la concretezza, la misurabilità dei tempi e delle risorse necessarie, a rendere particabile la realizzazione di questo programma.
Che si è dato un titolo, del tutto provvisorio, ma evocativo “20-20”: venti progetti per Venezia del 2020. (CLICCA QUI PER VISUALIZZARE IL DOCUMENTO E LE SLIDE IN POWER POINT).
In questo programma vengono tralasciate le analisi e vengono tralasciate tutte le retoriche sul buon governo, sull’onestà, sul cambio di passo, sulle buone intenzioni, sulla competitività, sui grandi destini della città e così via, affidando esclusivamente il senso degli obiettivi politici ai progetti proposti che indicano cosa si dovrebbe fare se si governasse.
E’ e rimane aperto al confronto e al contributo di tutte le persone che vorranno dare suggerimenti e fornire spunti per le opportune integrazioni. Ma su alcune questioni di fondo non si vorrebbe derogare:
la prima è politica. Dopo anni di delega delle scelte fondamentali a soggetti esterni all’amministrazione (commissari, fondi di investimento, fantasiosi stilisti, manager privati), l’Amministrazione deve riappropriarsi in pieno del governo della città. Venezia uscirà dalla sua crisi solo in presenza di una politica forte che regoli gli interessi di tutti e di ciascuno in base a delle finalità trasparenti e condivise che solo un sistema di governo che si assuma senza deleghe le proprie responsabilità può democraticamente costruire;
la seconda è di metodo. Per praticare una politica di questo genere non basta un sindaco onesto e volonteroso, bisogna che il sindaco si presenti come garante di una squadra di amministratori competenti che deve essere dichiarata, almeno nelle sue componenti più significative, prima delle elezioni in modo che i cittadini sappiano da subito con chi avranno a che fare; che si impegni a fare verificare l’attuazione del proprio programma a scadenze brevi e incisive; che si impegni a dimettersi o a fare dimettere i proprio collaboratori qualora gli obiettivi e i tempi del programma elettorale non siano rispettati;
la terza è programmatica. Il programma non può essere un elenco di buone intenzioni che comprende tutto ciò che sarebbe bello fare durante il mandato amministrativo: deve al contrario essere un elenco preciso in cui si dice quale obiettivo si vuole raggiungere, con quali risorse, in quanto tempo e quali sono le ricadute attese. Il programma, insomma, deve essere circostanziato e verificabile.
E se volessimo provare a sfogliare almeno alcuni titoli, salvo poi entrare lasciare lo spazio di approfondimento per entrare nel merito mi verrebbe da segnalare:
– La città sostenibile. Un progetto organico in cui il tema dell’ambiente si trasformi in un progetto di sostenibilità totale. Venezia può diventare capitale delle politiche ambientali e porsi al centro di grandi progetti europei ed internazionali. Nello stesso tempo un progetto organico di difesa dell’ambiente può diventare il motore nuovo delle politiche urbane.
– Venezia città della cultura contemporanea. La cultura deve essere la cifra che caratterizza la società e l’economia veneziana.
In particolare, Venezia deve votarsi alla contemporaneità creando le condizioni ambientali nelle quali la ricerca scientifica e tecnologica e quella artistica si incrociano, si incontrano e si fertilizzano.
Tutti i progetti contenuti in questo programma si intrecciano con questa esigenza e sono volti ad aumentare le capacità di offerta e di produzione culturale della città in quanto un progetto sulla cultura non può ridursi a un progetto specifico, ma deve attraversare e innervare tutti i progetti che riguardano la città di terra e la città d’acqua.
– Il social Housing. E’ una politica di alloggi realizzati dal Comune, che ne conserva la proprietà e li dà in affitto a costi calmierati (40/50% in meno del prezzo di mercato). Esistono nel territorio comunale molte aree e edifici per fare questa politica: solo a Venezia insulare potrebbero essere realizzati oltre 1500 alloggi.
– L’accordo di programma che destina 155 milioni di euro all’area industriale.
Questi soldi vanno spesi concentrando gli interventi nella infrastrutturazione di aree strategiche e non dispersi in tanti progetti senza un disegno finalizzato.
– il Waterfront. Il nuovo Porto Passeggeri per spostare le grandi navi dal canale della Giudecca verrà collocato lungo il canale industriale nord. Tagliando con questo ogni polemica sull’attraversamento del Bacino di S. Marco, così come sulla questione “Contorta”.
– La stazione Marittima. Trasformazione della Stazione Marittima in un porto passeggeri di “alta gamma” dedicato ai grandi yacht e alle navi di stazza inferiore alle 40.000 tonnellate; e in un quartiere urbano e di strutture di servizio cittadine per circa 1600 alloggi, 800 dei quali da realizzare secondo i criteri del social housing.
– S. Elena. Realizzazione di un nuovo quartiere urbano al posto degli ex cantieri ACTV: quattrocento allogi, nuova darsena, cantieri, servizi pubblici, attività commerciali.
– Mestre, la riqualificazione delle aree centrali. Le aree centrali e segnatamente piazza Barche e le aree dietro Coin sono in una situazione di intollerabile degrado. Gli interventi di riqualificazione procederanno secondo due fasi: rimozione di tutte le sovrastrutture degradanti la realizzazione di sistemazioni a raso anche provvisorie; realizzazione di parcheggi interrati, trasferimento del mercato, sistemazione a piazza o a verde delle aree liberate.
Mi fermo qui perchè sono 20 e quindi richiedono troppo spazio. Mi rimane da sottolineare come tutti i progetti hanno ricadute economiche positive.
La loro realizzazione comporta investimenti stimabili in circa 1800/2000 milioni prevalentemente allocati in settori di massima crisi. Non vengono calcolati i flussi di denaro prodotti dalle attività indotte o dal progetto della carta turistica.
In termini di occupazione, l’attività di realizzazione dei progetti mobiliterebbe molte migliaia di persone (l’ANCE calcola che un miliardo di interventi diffusicoinvolgano ventimila lavoratori); la gestione delle nuove attività stabili comporterebbe l’aumento di occupazione di circa 3000 unità.
In conclusione c’è da dire che molti sono i sottoscrittori del programma sul quale si vuole continuare a raccogliere adesioni ( scrivendo alla mail: luminosigiornionline@gmail.com ), ma per chi volesse approfondire non resta che prenderne visione nell’ARCHIVIO DOCUMENTI di Luminosi Giorni ( che si apre sotto la voce ‘Risorse’ nella barra immediatamente sotto la testata nell’ Home page), sia nella versione più estesa e articolata, sia in una versione sintetica che utilizza slide in PowerPoint.
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Veneziano, con i piedi nell’acqua, dalla nascita (1948). Già Amministratore Delegato di una Joint Venture italo-tedesca di accessori tessili con sede a Torino. Esperienze di pubblico amministratore nei lustri passati. Per lunghissimi anni presidente del Centro Universitario Sportivo di Venezia (CUS Venezia)