Io non ce l’ho con i comitati. Ce l’ho con chi crede, e a Venezia sono tanti, che mettere in piedi un comitato sia fare politica.
Tu puoi anche aggregare un sacco di persone intorno ad un tema stretto e stringente, “particolare” nel senso etimologico del termine; puoi anche mobilitare tanta gente (come fa il Comitato “No Grandi Navi”) o puoi anche agglomerare un gruppone imponente e scatenato su Facebook (come hanno saputo fare ai tempi del “No Gabbiotto”). Ma non è per questo che stai facendo politica. Non fai politica neanche quando mobiliti i cittadini intorno al tema della sicurezza…
Quando fai queste cose, hai messo su un comitato. Lecito. Che si concentra su un obiettivo e intende ottenerlo. Bene. Ma fare politica è un’altra cosa.
Perché ciascuno di noi ha il pieno diritto di battersi per una causa, o di tutelare gli interessi propri o quelli del proprio quartiere; ma senza pensare, o senza voler convincere gli altri, che in questo modo salva la città, o fa il bene del Paese. Nella migliore delle ipotesi, anzi, certe “azioni per la città” e certi “comitati civici” guardando solo all’immediato, all’obiettivo minimo, e ottengono quello e poi svaniscono; a volte, poi, specie se si credono più importanti di quanto non siano, càpita che certe proteste, tanto di moda anche a Mestre, si rivelino come semplici scorciatoie, e anzi, rischino di essere strade che portano altrove, non certo al bene comune.
Scorciatoie, deviazioni. Sono un po’ come la strada scelta dal profeta Giona che, mandato dal Signore a predicare a Ninive, salta invece su una nave e se ne va a Tarsi, per poca voglia e per non dover affrontare i problemi di cui Ninive era piena. Sulle scorciatoie “da quartiere”, ripiegano spesso, diventando capipopolo, quelli che la politica vera non riescono a reggerla, e scappano altrove come Giona. Al contrario, coloro che ambiscono a fare politica dovrebbero avere il coraggio che Giona non ha avuto, e dovrebbero andarci, a Ninive, in mezzo a tutti i problemi della città. E dovrebbe avere il coraggio di idee e progetti un po’ più ambiziosi rispetto alla lotta allo spaccio nel quartiere e alla gestione del parco sotto casa.
Nel primo incontro del ciclo “Giona a Ninive”, pensato per coloro che a Mestre e a Venezia hanno potere e responsabilità politica e sociale, la vicenda del profeta che scappa dai problemi della città complessa è stata posta come emblematica. E i tanti che hanno partecipato – tutte persone “con ruolo e responsabilità” – si sono sentite dire che “è necessario passare dalle urgenze alle priorità”: e il messaggio scritturale, ma anche quello del magistero cristiano, hanno messo il ditino proprio là, proprio dove sta la differenza tra “tirar su un comitato” e “far politica”.
Per fare il salto – ha spiegato don Fausto Bonini, usando le parole di Papa Francesco – serve uno sguardo e un cuore lungimirante e alto. Occorre accorgersi che anche la nostra città, come Ninive, è piena di quel “pragmatismo emergenziale che si rivela come proposta sempre provvisoria”. Occorre invece costruire proposte organiche per il futuro, anche a scapito dei piccoli interessi di oggi, perché di pragmatismo miope – che non è politica – rischia di morire anche Venezia, come Ninive.
Il prossimo incontro del ciclo “Giona a Ninive” si tiene giovedì 26 marzo, alle ore 19.00, nella saletta dei Cappuccini in via Cappuccina a Mestre. Info nella pagina “Giona a Ninive” su Fb.

Veneziano per costumi, anche se non per nascita, ha cominciato ad osservare e a raccontare la città attraverso gli articoli e le inchieste di GENTE VENETA, di cui è stato caporedattore per dieci anni. Come portavoce del sindaco Paolo Costa, nei primi anni del Millennio ha seguito da vicino alcuni dei grandi progetti per il rilancio di Venezia, dalla ricostruzione della Fenice al processo verso la Città metropolitana, dall’idea del tram a quella della rete dei parchi urbani alla riorganizzazione delle Municipalità dentro il Comune unico. Dal 2005 al 2015 è stato il responsabile culturale del Duomo di Mestre, che ha contribuito a far crescere come luogo di elaborazione di culturale e di impegno civico attraverso eventi e convegni – dove ha portato Gianfranco Fini ed Emma Bonino, il cardinal Ruini e don Colmegna, Jacques Barrot e Vittorio Sgarbi, Massimo Cacciari e Philippe Daverio, Moni Ovadia e Oscar Giannino – e attraverso le pagine del giornale PIAZZA MAGGIORE. Gli stessi temi tornano nel suo blog www.piazzamaggiore.wordpress.it, e nel suo libricino “Venezia. Cartoline inedite”, pubblicato nel 2010.
Da qualche anno segue la comunicazione dell’Azienda sanitaria veneziana.