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 ( STIAMO DIBATTENDO AL NOSTRO INTERNO, SENZA PRE-GIUDIZI, MA SUI PRIMI FATTI . PER ORA, E LO SI VEDE, C’E’ QUALCHE DISTANZA, MA SULLA BASE DI QUESTI EDITORIALI CONTIAMO DI AVVIARE UN DIBATTITO PER ARRIVARE AD ALCUNI PUNTI CONDIVISI ) 

BRUGNARO PRO E CONTRO: CONTRO, CON JUICIO.

Il nuovo che avanza o se volessimo mutuare un bellissimo trattatello di Baricco “i barbari” al potere.

Poi però bisognerebbe mantenere un po’ di lucidità e di raziocinio e saper leggere il senso di cosa significa questo nuovo.Se è un desiderio di modificare lo status quo, di rimuoverlo dalle secche della politica politicata, provocando un ricambio non solo generazionale ma di approccio e di visione, posso non solo dichiararmi d’accordo ma sostenerlo convintamente.

Non l’ho votato ma ho guardato a Brugnaro con una certa benevolenza e con una viva speranza che sapesse farsi interprete di quel rinnovamento, che aiutando un ricambio e un’alternanza fosse anche portatore di un nuovo modo di fare politica.
Ma cosa dire di fronte alla formazione della sua Giunta e al suo discorso di insediamento?
La perplessità è il minimo che si possa manifestare. Solo una benevolenza frutto di partigianeria e di adesione ultrà alla “parte” vincente può sinceramente manifestare la sua soddisfazione.
Perché a tutto c’è un limite e “fare politica” vuole etimologicamente dire occuparsi della Polis, degli interessi e dei bisogni dei cittadini.
Allora qualcuno mi deve spiegare come sia possibile, al di là del “nuovismo” fatto Ragion di Stato, attribuire incarichi di ogni peso e dimensione a persone che al più nel loro CV – sono solo i primi esempi che mi vengono in mente – hanno l’esperienza di una commessa, promoter, modella, pur laureata in Giurisprudenza o di una onesta lavoratrice del Demanio, oppure, perla fra le perle, a chi la sua esperienza l’ha maturata nel gestire un servizio di vigilanza privata e con questo si è conquistato l’Assessorato alla Sicurezza (Sociale si diceva una volta).
Vorrei che a “fare politica” e ad occuparsi della Cosa Pubblica fossero chiamate persone che almeno avessero partecipato ad una qualche forma di attività che coinvolge la responsabilità nei confronti degli altri e non solo il saper mettere assieme il pranzo con la cena per sè stessi.
Chessò, magari sapere che cos’è non dico un assemblea di Quartiere (troppa grazia!), ma almeno una riunione di condominio (sic!). O forse aver svolto un qualche ruolo di responsabilità in una qualsiasi associazione culturale, di volontariato, sportiva.
Un bel test Invalsi perché deve valere per tutti quelli che vogliono fare un upgrade scolastico che coinvolge solo la responsabilità verso sè stessi? Perché non lo pensiamo e adottiamo, adattandolo, per i neofiti della politica?
E cosa dire del Presidente dei Geometri chiamato a occuparsi di Urbanistica nella Città che ha nel suo background l’amore, l’interesse, i suggerimenti dei Le Corbusier, dei Wright, dei Piano, degli Scarpa e che nel suo palmares può annoverare una delle più importanti Università, quantomeno italiane, di Architettura?
Non ce n’è davvero per nessuno e il buon Gigio ha cambiato così tanto che però non si è dimenticato di tirar dentro gli Zuin, i Boraso, le Zaccariotto. Scusate ma quanto a “ferri vecchi” della politica cosa hanno questi di più e di meglio di tutta la deprecata classe politica che è stata appena defenestrata?
Una cosa salta subito agli occhi: l’omologazione della Città dei Dogi alla linea vincente del Veneto leghista. Un bel punto di vantaggio, non c’è che dire!
Qualcuno pensa sia il caso di sospendere il giudizio e valutare gli atti concreti del lavoro che verrà prodotto.
Va bene, ma le premesse non depongono a favore di Gigio “fasso tutto mi”; perché il buon Napoleone, prima di diventare Imperatore e finire nell’orgia del potere, quando comandava l’esercito vincente dei Francesi si circondava dei generali migliori e non dei colonnelli o dei sottotenenti, men che meno dei soldati semplici.
Qui invece si fa come nella canzone “Quattro amici al bar” (cfr. Gino Paoli).