L’euro scetticismo rafforzatosi in molti Stati europei a seguito della crisi economica, nasce e si sviluppa nelle radici dei sentimenti nazionalisti e all’interno di un grande equivoco: quello di pensare che il nazionalismo sia un tema di esclusiva proprietà dei partiti nazionalistici come ad esempio il Front National in Francia.
In realtà, come hanno ben evidenziato anche i recenti risultati delle elezioni regionali francesi, esiste un concetto più ampio e più forte dell’anacronistico nazionalismo, vale a dire quello di patriottismo costituzionale europeo cioè l’idea che l’attaccamento del cittadino allo stato si fonda sui valori liberal democratici recepiti in una costituzione svincolata da qualsiasi cultura nazionale.
Recuperare, se non riscoprire, questo concetto coniato da Sterneberger e Habermas in contrapposizione proprio al nazionalismo del Terzo Reich, e’ fondamentale, perché, come ha ricordato il politico belga Guy Verhofstadt, oggi e’ il momento di rinnovare le promesse, per impegnarsi di nuovo per un futuro unito e stabile, al pari di un matrimonio nel quale la Ue richiede sostegno e fiducia, che possano farla resistere nella buona e nella cattiva sorte per evitare separazione e divorzio irreparabili.
Per raggiungere questo scopo, e per mettere all’angolo il nazionalismo diffuso negli Stati dell’Unione, bisogna seguire la strada francese e recuperare l’essenza del patriottismo costituzionale europeo inteso come attaccamento ai valori comunitari nel rispetto comunque delle diversità.
Non c’è dubbio sul fatto che la crisi degli ultimi anni abbia svelato i punti deboli della governance economica europea, al cui interno e’ stata introdotta una politica monetaria ma non ad esempio una parallela politica fiscale.
Diversamente da altre valute globali, l’euro dipende da 17 strategie economiche e mercati differenti.
Proprio per affrontare alcune di queste lacune, e’ necessario recuperare e mettere in pratica i contenuti del patriottismo costituzionale.
Prima di tutto, rafforzando i canali democratici ed incrementando tutti gli strumenti legati al concetto di cittadinanza.
In relazione a questo aspetto, un buon punto di partenza e’ rappresentato da quanto fatto dal Trattato di Lisbona con l’introduzione del diritto di iniziativa popolare.
Ovviamente questo non è abbastanza e, quindi, la costruzione del patriottismo costituzionale europeo, dovrà passare per l’adesione ad una Vera Carta Costituzionale che trasponga e valorizzi le tradizioni democratiche nazionali nel riconoscimento però delle peculiarità comunitarie.
In altre parole per vincere il ritorno di uno strisciante nazionalismo, c’è bisogno di una trasformazione radicale della coscienza pubblica europea attraverso due possibili soluzioni.
La prima deve vedere i partiti europei, compiere uno sforzo per organizzare campagne elettorali nella prospettiva di eleggere ad esempio il presidente della Commissione europea da liste di partito.
La seconda e’ di metodo, nel senso che la condivisione del patriottismo europeo deve svilupparsi attraverso il c.d. Consensus per confrontation ovvero l’instaurarsi di una democrazia ispirata da un dibattito pubblico nel quale i cittadini europei devono svolgere un ruolo attivo nei confronti delle attività delle istituzioni.
La condizione attuale che a tratti sembra ispirata alla pratica del tirare avanti non fa che aumentare i conflitti.
La Ue era intesa ad unire i popoli dopo le due guerre mondiali.
Un’Unione Europea più unita è il baluardo contro il nazionalismo che tanta paura ha generato nel corso delle ultime elezioni regionali francesi.

Nasce a Bassano del Grappa nel 1980, cresce a Venezia e si laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Ferrara con una tesi in Diritto Costituzionale seguita da Roberto Bin e Giuditta Brunelli. Nel corso dell’Università studia materie giuridiche presso la facoltà di legge del King’s College di Londra.
Nel 2007 consegue il Master in Istituzioni parlamentari europee e storia costituzionale, diretto da Fulco Lanchester presso l’Università “La Sapienza” di Roma, con una tesi finale su: Elezioni primarie tra esperimenti e realtà consolidate seguita da Stefano Ceccanti.