By

…come on, come on, come on, come on

please, please me, woha yeah, like I please you ( Primavera 1963 )

 

Ricordiamoci del giornale studentesco “ La Zanzara”; nei giorni in cui un grande passo avanti in Italia è stato fatto sul tema delle unioni civili e in particolare per le unioni tra omossessuali. Ricordiamocene, perchè qualcosa dobbiamo anche a questo giornaletto studentesco.

A metà degli anni ’60 il mondo giovanile era già da qualche anno socialmente e culturalmente in fermento, anche e molto attraverso la musica, con l’Italia stranamente  in prima linea. E il 14 febbraio 1966 questa storico giornaletto del liceo Parini di Milano pubblicava un’inchiesta dal titolo:”Un dibattito sulla posizione della donna nella nostra società”. Erano emerse diverse esperienze e testimonianze sulla situazione femminile ma anche e soprattutto sul problema della libertà sessuale. Accusati di oscenità i giovani che avevano promosso l’inchiesta venivano portati in tribunale e assolti due mesi dopo. Un varco però era stato aperto. E’ passato mezzo secolo esatto e celebrare quell’episodio ha un duplice significato.

Il primo è quello di collegarlo appunto alla legge passata al Senato l’altro giorno. Passo avanti si, la legge, ma ci son voluti cinquant’anni per svecchiare questo paese e le resistenze non sono mancate perché ricordiamoci che da  quasi duemila anni abbiamo il Vaticano in casa e la frontiera è qui. C’è però oggi un Papa che sorridendo guarda dall’alto queste schermaglie, sa che deve far abbaiare un po’ Bagnasco, ma si guarda bene dall’interferire direttamente. Anzi dice proprio che non lo vuol fare. Forse veramente anche qui da noi il vento sta cambiando. Speriamo.

Il secondo significato di questo collegamento è quello di capire e far capire alle giovani generazioni, forse anche ai quarantenni di oggi nati dopo nei ’70, che cosa è stato realmente il sessantotto in Italia.

Innanzitutto il sessantotto in Italia è cominciato due anni prima con questa inchiesta studentesca sul sesso. Almeno sul piano simbolico, perchè altre azioni avvenivano in quei mesi tra ’65 e ’66  e molte dello stesso segno. Anziché voler essere una rivoluzione politica come poi verrà interpretato, purtroppo ‘dal vero’ dai suoi stessi protagonisti, quel sessantotto, nato prima nel ’66, è stata una grande immensa, epocale rivoluzione culturale planetaria. Cambiavano i costumi, si richiedevano a gran voce diritti negati, il soggetto tornava protagonista. Se proprio gli si vuole applicare una matrice politica si può ben dire, pensando alla Zanzara, e pensando a tutte le successive battaglie sui diritti, che Il movimento nato in quella occasione è stata un’autentica rivoluzione liberale. Nel senso della libertà del soggetto, anche se lo si coniugava al plurale, una soggettività anche collettiva. Ed anche l’egualitarismo, ben presente, veniva si rivendicato come parità, ma parità di diritti Lo stesso pacifismo, che inaugurava quel biennio di incubazione dell’anno mirabilis, era non violento e resistente come obiezione di coscienza di fronte alla bestialità della guerra del Vietnam.

Quantomeno in Italia, fino al 1 Marzo del Sessantotto, quando c’era stata la prima violenta reazione studentesca a Valle Giulia a Roma, non un cubetto di porfido ( o quasi ) era stato lanciato in quei due anni precedenti. Sit in tanti, questi si, potrei dire ‘gandiani’, ma solo quelli e qualcuno l’ho fatto anch’io, portato via di peso dalla pula ( ero ben più magro). Solo sit in, gandiani.  In quel preciso momento invece a Valle Giulia il sessantotto nato due anni prima anche e soprattutto con la Zanzara era già finito con la violenza cercata e voluta contro la polizia ( difesa allora nei versi di Pasolini che prese parte contro quella violenza); quello libertario, pacifista, traversale politicamente, senza matrici politiche, non collocabile né a destra né a sinistra nè al centro nè altrove, con quella prima violenza, prima di una serie infinita, era finito, fagocitato, affossato; e ne iniziava un altro, un fratello bastardo. Violento, antagonista, politicizzato, autoritario, anzi totalitario, ideologico, dogmatico, bigotto nelle sue liturgie e nei suoi slogan. Conosciamo il suo esito: esattamente dieci anni dopo, con il delitto Moro. E non a caso a Valle Giulia insieme a studenti ideologizzati dal marxismo leninismo d’accatto c’erano molti studenti del FUAN, organizzazione neofascista. Stavano Insieme a Valle Giulia quelli che nel decennio successivo si sarebbero divertiti a giocare alla guerra in bande contrapposte.

A me però piace pensarlo ancora con la freschezza della Zanzara il mio sessantotto, il mio pre-sessantotto. Perché l’onda lunga di quella rottura degli schemi è arrivata fino a noi, ha scavato come una talpa.

Inutile perdersi a valutare se il mondo di oggi è migliore o peggiore di cinquant’anni fa.  Non fermiamoci però a vedere solo un’ Europa divisa, una crisi che va superandosi con lentezza esasperante. Pensiamo invece anche ad una società potenzialmente più consapevole e aperta, anche grazie a chi ha fatto da apri pista allora, in quella preistoria. Non a caso il nuovo demone ideologico scatena oggi il terrorismo violento verso questa libertà conquistata da allora a caro prezzo. E verso i suoi simboli che si sintetizzano nella libertà femminile, nella parità tra i sessi e nella libertà di fare coppia ed amarsi tra persone dello stesso sesso. Riappropriamoci allora cinquant’anni dopo di questo preludio libertario di sessantotto che scavando è arrivato fino a noi e che ha avuto vita lunga.

Su quell’altro si depositerà solo la polvere della storia.