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Hanno provato a dargli ragione “a prescindere”, hanno detto che è meglio essere “politicamente scorretti” che “scorretti e basta”, hanno riaffermato che ha mostrato gli attributi, si sono lamentati che è stato messo in mezzo da dei giornalisti prevenuti e politicamente troppo orientati a sinistra.

Insomma che ancora una volta, a sentire gli ultrĂ  fucsia, il Nostro ha fatto un figurone.

Ma in realtà è stato smascherato. Il suo vero volto è quello di un tizio ai limiti della volgarità, che replica insultando nel peggiore dei modi con una litania che nemmeno al bar sport, e ha dimostrato di non avere alcuna idea della lingua italiana, né del significato delle parole. “Grottesco” è stata la scintilla che ha acceso cotanta reazione, questa sì grottesca.

Va a finire ancora una volta sulle prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali, e nessuno che ne prenda le parti, anzi.

Nei social media impazzano le posizioni più svariate, ma la satira, anche quella locale, colpisce duro, senza nessuna pietà. C’era da aspettarselo, dato che il Nostro non è proprio nuovo a intemerate di questo tono e le sue prese di posizione alquanto sguaiate hanno lasciato il segno fin dai primi giorni dopo il suo insediamento.

Proviamo a capire e a ragionare.

Sei il Sindaco di una cittĂ  che basta niente per salire alle cronache nazionali e/o mondiali.

Se ti comporti in maniera becera succede anche più facilmente, perché tutti si aspettano un atteggiamento all’altezza della storia, della tradizione, della cultura, della civiltà che hai l’onore e l’onere di rappresentare.

Tutti si aspettano contributi di idee e di proposte in linea con quello che ti circonda; in scia con la qualitĂ  delle cose che sono state dette e praticate negli anni dei tuoi predecessori.

Dai quali vuoi distinguerti a tutti i costi. Dai quali non ti esimi dal prendere le distanze sempre e comunque, quasi fossi un novello Prometeo.

Salvo affondare sempre e insindacabilmente nel piĂą squallido degli atteggiamenti conservatori (mi perdonino i conservatori illuminati), vai a finire a litigare con tutti quelli che solo provano ad opporre temi e argomenti.

Ti fai ragionevolmente forte del voto popolare e ti trinceri dietro il tuo attivismo, che rimane fine a sé stesso.

Stai giocando in difesa; non si vedono né atti, né decisioni, né strategie che possano far capire che c’è un’idea di città che non sia solo la restaurazione di scelte populiste del tutto inefficaci, ma sempre banali.

Vai al traino dei vari “potenti” di turno, cerchi sponde su temi dei quali forse non conosci nemmeno l’importanza e le implicazioni.

Ragioni con la pancia da cui poi discendono le reazioni tutte istintive tipiche di chi si lascia andare, pensando di farla franca, riaffermando il mantra della “genuinità” come se questa pagasse sempre e comunque, a prescindere.

Ma il tempo passa e l’esercito di pasdaran si assottiglia.

Forse è ancora presto per leggere un’inversione di tendenza, ma appena le cose decantano, appena si riuscirà ad intravedere un’alternativa praticabile, meno esposta e meno usurata di quella che la vecchia classe politica (dirigente mi sembra troppo) aveva interpretato negli ultimi dieci anni, un po’ più coraggiosa nelle idee e negli interpreti, il tempo di Brugnaro si avvierà inesorabilmente alla conclusione.

Perché è da non credere che il popolo veneziano possa accontentarsi di questo tran tran e voglia accogliere come modello la rappresentazione che questo Sindaco fa di questa città.

A tutto c’è un limite.