Circa un mese fa le cronache locali si sono occupate dello scandalo ATER delle case assegnate a VIP per affitti irrisori. Tra i nomi eccellenti chiamati in causa, la professoressa Andreina Zitelli, nota esponente del Partito Democratico, docente IUAV e vera pasionaria di tematiche ambientali. Lascio alla desolata valutazione di chi legge il fatto che una professoressa universitaria, che vanta un elenco di titoli ed incarichi professionali lungo che neanche i rotoloni Regina, stia in una casa ATER. Ma il caso Zitelli è interessante perché la polemicuccia che ne è seguita ha aperto uno squarcio sulla pessima gestione del cospicuo patrimonio edilizio di ATER (circa 5000 appartamenti nel Comune di Venezia). Interpellata in merito infatti la signora ha rivelato che nel 2008 (nel 2008!!) aveva ricevuto dall’ATER una proposta di revisione (all’insù) del canone di locazione alla quale aveva prontamente aderito. Ebbene, non ha MAI ricevuto il perfezionamento del contratto per cui ha continuato a versare fino ad oggi il vecchio importo. In sintesi: non solo l’ATER affitta una casa a chi non ne ha affatto bisogno, ma non si cura nemmeno di adeguare l’affitto pur essendo il locatario d’accordo. Ora, che l’ATER fosse un mostruoso buco nero con una gestione scandalosa è cosa nota e per la quale sono stati sanzionati anche i suoi dirigenti. Sta di fatto che anche per quanto riguarda l’altro grande attore che opera nell’edilizia residenziale pubblica (ERP), ovvero il Comune di Venezia, non è che le cose stiano molto meglio.
Pochi giorni fa il PD di Cannaregio ha censito 1000 appartamenti del Comune vuoti in quel solo Sestiere, ottima e lodevole denuncia che origina da una macchinosa procedura di assegnazione degli alloggi che cela verosimilmente un vespaio di ingiustizie e storture. Basti pensare per esempio che la normativa regionale prevede che le case ERP possano essere assegnate a famiglie con redditi d’ingresso (in base al numero degli occupanti) fino a 28 mila euro (44 mila se da lavoro dipendente) ma, una volta assegnato l’alloggio, possono salire fino a 107 mila euro l’anno: solo superando questo tetto il Comune deve far decadere il contratto.
A questo si aggiunga il fenomeno per cui molti immobili restano non occupati perché degradati e non vi sono risorse (e forse neppure la determinazione) per effettuare i necessari interventi di manutenzione, aumentandone così il degrado.
In sintesi, appartamenti locati a chi potrebbe permettersi di pagare un affitto sul mercato libero, appartamenti sfitti e/o in degrado e verosimilmente appartamenti subaffittati in nero. C’è davvero da rimboccarsi le maniche. Prendiamo atto con soddisfazione che il Sindaco ha detto di voler dare la caccia ai furbetti. Speriamo che sia una determinazione concreta perché non pare francamente che la residenzialità sia una priorità di Brugnaro: nelle sue linee programmatiche (http://www.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/38027) ce n’è solo un vago accenno ai punti 2.2.1 e 2.2.3. Deve essere invece imposto come un punto qualificante l’Amministrazione Brugnaro, come lo è stato in negativo per quelle che l’hanno preceduta. Prendiamo atto con pari soddisfazione che anche il PD (vedasi l’iniziativa a Cannaregio) ha dimostrato attenzione al tema, sostanzialmente trascurato nel ventennio in cui il PD è stato al governo della città. Ma meglio tardi che mai.
Qualche spunto (“saccheggio” liberamente dal programma elettorale di Matelda Bottoni, rappresentante della Consulta per la Casa, che in questi anni si è molto e meritoriamente occupata di questo tema):
- farsi promotori presso la Regione dell’abolizione dell’ATER, carrozzone non risanabile, e trasferire il patrimonio di questo al Comune;
- azioni di deciso indirizzo all’Assessorato alla Casa per minimizzare il numero degli appartamenti vuoti (mentre paradossalmente a Venezia si effettua una media di 6 sfratti al giorno). Teniamo conto che, i residenti del Centro Storico sono talmente pochi che l’efficientamento della macchina di assegnazione porterebbe effetti significativi in percentuale. Si pensi solo ai 1000 appartamenti sfitti di Cannaregio: anche ipotizzando due sole persone in media che li occupassero, avremmo 2000 residenti in più (ed il famigerato contatore in Campo San Bortolo vedrebbe per la prima volta una significativa inversione di tendenza)
- lotta senza se e senza ma agli affitti in nero e ai subaffitti degli appartamenti ERP;
- favorire al massimo l’autorecupero (ovvero ristrutturazione a cura e spese dell’inquilino da detrarre dagli affitti) per impedire l’ulteriore degrado del patrimonio;
- politica di accurata revisione degli affitti in modo da commisurarli all’effettiva disponibilità economica;
- politica di trasparenza e pubblicità delle locazioni;
- abbassamento della soglia di reddito per il diritto all’assegnazione di alloggio ERP (107.000 € è decisamente troppo alta);
- politica sull’IMU tesa a favorire gli affitti ai residenti e sfavorire le seconde case sfitte;
- interessantissima inoltre l’ipotesi di incentivare la residenza dei giovani approfittando della possibilità di concedere l’abilitabilità ad appartamenti di piccolissima metratura per giovani legandoli all’età e/o al percorso di studi. Per esempio: affitti riservati agli under 25 oppure a neolaureati o dottorandi per 5 anni dopo la laurea. Si otterrebbe di attrarre forze nuove che poi, una volta inseritisi nel mondo del lavoro, possono aspirare ad un appartamento più grande, fornendo reddito ai proprietari degli immobili che sarebbero incentivati al recupero di ambienti altrimenti lasciati inutilizzati e verosimilmente in disuso.
Insomma, di carne al fuoco, volendo, ce ne sarebbe molta. Basta la volontà politica e la voglia di fare. È importante braccare l’Amministrazione in tal senso.
Infine, l’altra grande architrave della battaglia per la residenza è la lotta senza quartiere contro il proliferare delle destinazioni turistiche. Meritoria in tal senso una mozione di Andrea Ferrazzi (firmatari i consiglieri PD e della lista Casson) che, riferendosi proprio alle linee programmatiche sopra citate, impegna l’Amministrazione ad operare concrete modifiche all’impianto pianificatorio della Città Antica al fine di impedire la proliferazione delle destinazioni turistiche ed extra alberghiere. Parole sante. La V Commissione del Consiglio Comunale ha approvato con piccoli ritocchi la mozione (http://consigliocomunale.comune.venezia.it/pdf/verbale/63.pdf), l’ha inviata al Consiglio Comunale che la voterà (e dovrebbe approvarla perché condivisa tra maggioranza ed opposizione appunto in Commissione) il 10 marzo prossimo.

Nato a Venezia, vi ha sempre risieduto. Sposato con una veneziana, ha due figli gemelli. Ingegnere elettrotecnico, ha lavorato all’Enel dal 1987 al 2022, è stato Responsabile della distribuzione elettrica della Zona di Venezia e poi ha svolto attività di International Business Development Manager, lavoro che lo ha portato a passare molto tempo all’estero. È stato presidente del Comitato Venezia Città Metropolitana, esponente di Venezia Una&Unica. È in pensione dal 2022