By

Per motivare le ragioni del SI’ con una valutazione ragionata nel merito della Riforma Costituzionale non si può però prescindere dal prendere atto che per gli oppositori “non è mai abbastanza”.

Taglio dei tempi per l’approvazione delle leggi, non è abbastanza. Possibilità di avere una data certa per promulgare alcune leggi, non è abbastanza. Eliminazione di 215 senatori, non è abbastanza. Eliminazione province, non è abbastanza. Tagli agli stipendi dei consiglieri regionali, non è abbastanza. Inserimento referendum di indirizzo e propositivo, non è abbastanza. Obbligo di discutere le leggi di iniziativa popolare, non è abbastanza. Abbassamento quorum per alcuni referendum abrogativi, non è abbastanza. Ridefinizione dei ruoli e delle competenze Stato-Regioni che hanno generato l’intasamento giuridico con la massa dei ricorsi alla Corte Costituzionale, non è abbastanza. Eliminazione Cnel, non è abbastanza.

“Si poteva scriverla meglio”, che a scriverla meglio non sono bastati più di 30 anni.

Di ragioni ce ne sarebbero quindi molte per votare convintamente SI’ ma, se devo scegliere, sicuramente l’abolizione del Bicameralismo perfetto mi sembra la chiave di volta per un assetto istituzionale modernamente al passo con i tempi e con tutte le altre democrazie evolute dell’Occidente.

Un tema ampiamente condiviso da tutte le forze politiche e da molti costituzionalisti che sta al centro della discussione parlamentare da più di 30 anni ma che fino ad oggi non ha mai trovato un approdo riformatore.

Non c’è nessuno, salvo quelli che negano anche la realtà delle cose, che possa ancora oggi difendere la “Navetta”, quell’obsoleto meccanismo che rinvia al “ping-pong” delle proposte di Legge fra Camera e Senato.

E non c’è nessuno che non giudichi l’efficienza dei processi legislativi come un plus per una democrazia compiuta a favore dei cittadini.

Adesso basta un SI’.