Uno dei pericoli più grandi che sta incombendo sull’Europa, è quello dell’erosione dei diritti umani.
Se in molte parti del mondo questo appare evidente, (in virtù della presenza di teatri di guerra, violenze di ogni tipo, sfruttamento del lavoro in forme diverse e da molti altri esempi di totale assenza di uno stato di diritto), in Europa questo arretramento è più silenzioso e proprio per questo ancor più pericoloso.
Il populismo, malattia di cui l’Europa degli ultimi anni soffre in modo acuto, è sicuramente una delle cause di questa lenta e pericolosa erosione dei diritti umani.
Tre esempi, tratti dalle recenti vicende politiche Europee, possono aiutare a comprendere tale fenomeno.
Cominciamo dalla vicina Svizzera, dove solo qualche mese fa, la destra conservatrice ha depositato 116 mila firme per l’iniziativa popolare dall’eloquente titolo “Il diritto svizzero anzichĂ© giudici stranieri”, per chiedere la preminenza della Costituzione federale sul diritto internazionale.
Se una simile iniziativa andasse a buon fine, ciò significherebbe che le sentenze del Tribunale federale, la massima autoritĂ giudiziaria in Svizzera, non sarebbero piĂą appellabili alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo.
Un altro caso sconcertante, è quello relativo a quanto accaduto in Ungheria, dove oltre alla costruzione dei muri anti immigrati, nel giugno scorso ha dovuto intervenire sempre la Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo per dichiarare contraria alle regole dell’equo processo e della libertĂ d’espressione la destituzione anticipata del giudice Baka, dalla presidenza della Corte Suprema e del CSM ungherese. Oltre alla destituzione, le sue critiche alle riforme del nuovo governo avevano comportato anche l’impossibilitĂ per lui di ricandidarsi a tali cariche. Il Giudice Baka, infatti, per la nuova legge non aveva maturato i 5 anni di magistratura richiesti per candidarsi a tali cariche, ma inspiegabilmente, non erano computabili nel calcolo gli anni che aveva trascorso come giudice europeo.
L’ultimo esempio utile a comprendere cosa significa arretramento dei diritti umani in Europa, riguarda quanto sta accadendo in Polonia, dove, nel silenzio generale, secondo la Corte europea dei diritti dell’uomo, viene violato il diritto alla vita privata e familiare riguardo l’accesso all’aborto e dove, addirittura, le leggi di recente adozione sulla composizione del Tribunale costituzionale, sulle norme che ne disciplinano il funzionamento, le leggi sui media, quelle sull’ anti-terrorismo e sulla polizia, stanno minando il rispetto dei diritti fondamentali.
Sempre più spesso accade che le vittime dell’arretramento dei diritti siano proprio coloro che si battono per difendere questi diritti o almeno questo è quello che succede ogni qual volta si colpisce la Croce Rossa, si uccidono giornalisti, avvocati o giudici.
Per evitare l’erosione di questi diritti è necessario diffondere e promuovere qualsiasi attività utile in difesa dei diritti umani e ciò deve essere fatto in primo luogo da parte di tutti quelli che hanno, nei vari ambiti, il privilegio della conoscenza di essi.

Nasce a Bassano del Grappa nel 1980, cresce a Venezia e si laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Ferrara con una tesi in Diritto Costituzionale seguita da Roberto Bin e Giuditta Brunelli. Nel corso dell’Università studia materie giuridiche presso la facoltà di legge del King’s College di Londra.
Nel 2007 consegue il Master in Istituzioni parlamentari europee e storia costituzionale, diretto da Fulco Lanchester presso l’Università “La Sapienza” di Roma, con una tesi finale su: Elezioni primarie tra esperimenti e realtà consolidate seguita da Stefano Ceccanti.