Se c’è un argomento che rischia di portare comunque a risposte populiste, è il tema della povertà, dell’assistenza a chi non ha, dell’elemosina. Di fronte al povero, la nostra è sempre una reazione “semplificata”, radicale. E’ inevitabile, perché la provocazione di una persona che ci sta davanti e stende la mano, e chiede, è come uno schiaffo: ci si presenta, negli occhi di chi chiede, tutto il mondo povero, tutta l’ingiustizia del vivere, e tutta la nostra impotenza. Anche per questo la reazione è una risposta radicale: rispondiamo con un obolo, impietositi, e questo nostro gesto ci fa sentire già tra i santi; oppure tiriamo innanzi e allora, per giustificare quell’euro che ci ballava in tasca e che non abbiamo voluto tirare fuori, sale alle labbra tutta la cattiveria che abbiamo dentro.

Veneziano per costumi, anche se non per nascita, ha cominciato ad osservare e a raccontare la città attraverso gli articoli e le inchieste di GENTE VENETA, di cui è stato caporedattore per dieci anni. Come portavoce del sindaco Paolo Costa, nei primi anni del Millennio ha seguito da vicino alcuni dei grandi progetti per il rilancio di Venezia, dalla ricostruzione della Fenice al processo verso la Città metropolitana, dall’idea del tram a quella della rete dei parchi urbani alla riorganizzazione delle Municipalità dentro il Comune unico. Dal 2005 al 2015 è stato il responsabile culturale del Duomo di Mestre, che ha contribuito a far crescere come luogo di elaborazione di culturale e di impegno civico attraverso eventi e convegni – dove ha portato Gianfranco Fini ed Emma Bonino, il cardinal Ruini e don Colmegna, Jacques Barrot e Vittorio Sgarbi, Massimo Cacciari e Philippe Daverio, Moni Ovadia e Oscar Giannino – e attraverso le pagine del giornale PIAZZA MAGGIORE. Gli stessi temi tornano nel suo blog www.piazzamaggiore.wordpress.it, e nel suo libricino “Venezia. Cartoline inedite”, pubblicato nel 2010.
Da qualche anno segue la comunicazione dell’Azienda sanitaria veneziana.