E’ uscita una importante intervista, per contenuti politici e per dimensioni giornalistiche, che Ezio Mauro ha fatto a Matteo Renzi http://www.repubblica.it/politica/2017/01/15/news/intervista_ezio_mauro_a_matteo_renzi_l_italia_il_governo_il_pd_la_sinistra-156041821/
A questo proposito un amico mi ha scritto: pur avendo appoggiato sin dal principio l’azione rinnovatrice di Matteo Renzi, ritengo evidente che lui ha “già dato”, ha fatto quello che poteva ma si è scontrato con posizioni conservatrici tetragone a qualsiasi cambiamento, con un concetto di Democrazia fine a se stesso deve si considera più importante la discussione infinita che la decisione.
Questa Democrazia così intesa è destinata a creare null’altro che immobilismo, a creare scatole chiuse di poteri acquisiti che diventano più importanti dei problemi che la Democrazia dovrebbe risolvere.
Matteo Renzi è stato sfiancato, deriso e reso innocuo, ha sbagliato come lui stesso ammette molte, troppe cose, purtroppo non si vede all’orizzonte, sempre più ristretto nessuna figura con la forza e la convinzione necessaria per sostituirlo, ma questo non giustifica una sua permanenza nella vita Politica, rimanendo si condanna da solo a una lenta agonia, e non so proprio come possa pensare di evitarlo, siamo purtroppo orfani di idee, di passioni, le uniche alternative in campo, vedi il M5S, danno ogni giorno prova di incoerenza e di ricercata furberia, più che di progettualità, il resto è solo ritorno al passato o bieco razzismo alla Salvini, quindi che fare? io penso a figure ancora integre come Del Rio ma sinceramente sono molto e molto preoccupato per un futuro che sembra preparato per il Trump di turno
Le premesse si possono anche condividere, sono le valutazioni che discendono che non mi trovano d’accordo.
Ma perché mai una sconfitta, per quanto bruciante, deve portare alla scomparsa, all’annientamento della persona che, leggendo l’intervista a Ezio Mauro su Repubblica di Domenica scorsa, mi pare sia in grado non solo di avere un progetto politico per il Paese ma soprattutto la forza e la caratura (la leadership) per rappresentarlo?
Non a caso l’attacco generalista dei commentatori “ben pensanti” ma soprattutto quello dei suoi antagonisti veri si concentra proprio contro questo che loro considerano il pericolo: la sua sopravvivenza politica. Per giustificare la loro presenza (pusillanime) o la loro ragion d’essere (M5S).
Varrebbe la pena di leggere, solo a titolo di campione rappresentativo, qualche decina commenti postati nei vari post di FB e se ne possono trarre le conseguenze.
Cosa volete che porti in più un Delrio o un Lotti o una Boschi o un Gentiloni? Non posso pensare che sia solo una questione di tipo calcistico: si cambia il mister!
No non sono proprio d’accordo: Matteo Renzi deve rimanere e provare (provare, perché l’esito non è scontato) a modificare i canoni della politica italiana, ma soprattutto deve provare ad innestare quelle modifiche di sostanza per migliorare le condizioni del Paese.
Chi volete che sia in grado di farlo, ad oggi? Non solo nel panorama del CentroSinistra ma in tutta la politica italiana? Non è per miopia o per piaggeria che dico questo, ma fino ad oggi abbiamo avuto solo mezze figure: alcuni dignitose, molte inadeguate. In un quadro politico assolutamente bloccato.
E la prospettiva (dipende da quella che sarà la legge elettorale) non è che ci offrirà chissà quali certezze. Vogliamo parlare di Grillo? o di Salvini/Meloni e il CentroDestra per come oggi si rappresenta?
Il Paese è in queste condizioni, anche perché da più di 20 anni si è tambascato e nemmeno uno come Prodi ce l’ha fatta. E Monti è stato un fallimento, dal punto di vista politico.
Vogliamo ritornare alla “non vittoria” bersaniana? E percorrere la strada degli Zoggia, Speranza, dimenticandoci per carità di patria i Fassina (Fassina) o i Civati? Poi discutiamo di metodo e di eccesso di personalizzazione di Matteo Renzi, ma politicamente l’intervista segna già un modo diverso di approcciare i temi che sono sul tappeto.
Fiducia “condizionata”: fino a prova contraria.
Anche perché altrimenti non ci resta che andare alla valesana: il mio amico è un grande vogatore, amante della Laguna.

Veneziano, con i piedi nell’acqua, dalla nascita (1948). Già Amministratore Delegato di una Joint Venture italo-tedesca di accessori tessili con sede a Torino. Esperienze di pubblico amministratore nei lustri passati. Per lunghissimi anni presidente del Centro Universitario Sportivo di Venezia (CUS Venezia)