Gazzettino di qualche giorno fa: nella cronaca locale l’ormai stucchevole dilemma ticket si /ticket no di ingresso a Venezia o a Piazza San Marco. Brugnaro prima di dice no, poi sì, poi forse no, ma non è un ticket obbligatorio è una card per offrire servizi. Interviene dall’alto (e da fuori..) il Ministro Franceschini e si dice contrario all’introduzione di ticket e numero chiuso ma è conscio che il problema esiste.. pensiamoci. A corollario l’immarcescibile Borletti Buitoni che esprime accorata preoccupazione mentre comitati e categorie dicono la loro.
Nel mentre… non si fa una beata cippa.
Giro pagina e leggo dell’intenzione del Ministero competente di puntare sulla soluzione del Canale Vittorio Emanuele per la soluzione del passaggio delle grandi navi in Bacino e della scontata opposizione, con annessi bellicosi progetti di resistenza anche attiva, di coloro che le grandi navi le vogliono fuori della laguna senza se e senza ma. E, ultimissima chicca, il Presidente di Municipalità Martini minaccia di non rinnovare la tessera PD, cosa che sicuramente getterà nel panico tutto il Nazareno.
Nel mentre… dal Decreto Clini-Passera sono passati più di cinque anni. Ormai vale quanto una grida manzoniana.
Stesso giornale, sulla cronaca nazionale, ennesimo pistolotto sulla legge elettorale che tutti vogliono perfetta, che tuteli la rappresentatività e la governabilità. Fioccano proposte più o meno fantasiose ed interessate da tutti i partiti, tutti l’uno contro l’altro armati.
Nel mentre… dal celebre appello di Napolitano, appena rieletto Presidente, sono passati 4 anni.
Cos’hanno in comune le tre questioni citate? Due caratteristiche: 1) sono in uno stato di stallo, di “non scelta” 2) sono prodotte dal conflitto tra due ragioni. Quest’ultimo è un punto centrale: ci troviamo di fronte a due posizioni entrambe solide e motivate, due ragioni appunto.
Nel primo caso, la marea di innegabili problemi creati dal soverchiante numero di turisti contrapposto al sacrosanto diritto delle persone di andare dove vogliono e agli interessi legittimi dei molti che sui turisti campano.
Nel secondo, l’importanza economica del porto croceristico di Venezia e le legittime preoccupazioni per lo stato della Laguna e per l’equilibrio idrografico della stessa. Mica bruscolini in entrambi i casi.
Per la legge elettorale, idem come sopra: rappresentatività e governabilità sono entrambi obiettivi importantissimi, purtroppo di fatto contrapposti (vedasi anche https://7luglio.org/2017/04/28/la-vexata-quaestio-della-legge-elettorale/).
Si potrebbe continuare con la lista (un altro classico è il problema migranti). Insomma, la nostra società si imbatte sempre più spesso in problemi complessi perché condizionati e determinati da ottime ragioni contrapposte. E questo rappresenta un problema enorme per chi deve amministrare la cosa pubblica. Una soluzione è tagliare il problema con l’accetta e non vedere (o far finta di non vedere) la complessità del mondo in cui viviamo. È ciò che fanno molti partiti ed è in parte motivo della loro fortuna elettorale. Siamo in crisi economica? Usciamo dall’euro. I migranti? Tutti fuori dalle palle. Manca il lavoro? Reddito di cittadinanza. È una consapevole caricatura (non se la prendano gli amici pentastellati o leghisti..) sia chiaro, ma per capire il concetto.
Esclusa la facile ma sterile scorciatoia dell’accetta, resta al malcapitato uomo politico l’angoscia della scelta. Che qualunque sia sarà dolorosa perché comporta che vi saranno degli scontenti e, appunto per quanto sopra, con buone ragioni di esserlo. E qui casca l’asino.. di Buridano. Perché in moltissimi casi non si sceglie o meglio si sceglie la cosiddetta opzione zero ovvero non fare assolutamente nulla, perché meno costosa in termini di consenso pur essendo l’opzione zero quasi MAI l’opzione preferibile. Anzi quasi sempre è la peggiore possibile, come la brutta fine del famoso ciuco insegna.
Ma sarebbe ingeneroso prendersela con i politici: la questione, reputo, attiene alla società contemporanea nel suo complesso. Io credo che, forse perché “viziati” da decenni di benessere e di sostanziale progresso, ci siamo cullati nell’illusione di vivere nel migliore dei mondi possibili nel quale si può dunque trovare sempre una soluzione ottima che salva capra e cavoli. Siamo così mentalmente non disposti a digerire scelte che ottime non sono affatto perché non possono esserlo, nel migliore dei casi sono le meno peggio.
È tempo di uscire da quest’illusione. In fin dei conti l’apologo di Buridano vuole significare che l’asino non sceglie tra i due mucchi di fieno identici e quindi muore di fame perché privo di intelletto. È un asino appunto..

Nato a Venezia, vi ha sempre risieduto. Sposato con una veneziana, ha due figli gemelli. Ingegnere elettrotecnico, ha lavorato all’Enel dal 1987 al 2022, è stato Responsabile della distribuzione elettrica della Zona di Venezia e poi ha svolto attività di International Business Development Manager, lavoro che lo ha portato a passare molto tempo all’estero. È stato presidente del Comitato Venezia Città Metropolitana, esponente di Venezia Una&Unica. È in pensione dal 2022