Stupisce che pochi, troppo pochi commentatori, abbiano messo in risalto il fatto che il Movimento 5 Stelle nell’aggiornare il sistema di regole che definiscono la vita di quella che il loro guru definisce “un’associazione” si sia dotato di criteri del tutto anticostituzionali. Detto per inciso i commentatori distratti sono poi quasi sempre gli stessi che, molto più attenti e occhiuti, imperversavano facendo le pulci, osservandone anche le virgole, al ‘Rosatellum’, contestatissima Legge Elettorale, sottolineavano con gongolanti “ve l’avevamo detto…” un giorno si e l’altro pure il flop dello Ius Soli e di recente sciorinavano dietrologie di ogni tipo sul ‘Caso Boschi’. Quest’altalena di distrazione e occhiuta attenzione “a seconda di chi”, rende bene il clima da ‘due pesi e due misure’ con cui si indirizzano i lettori. Nell’anno del settantesimo della Costituzione, naturalmente celebrata con dediche di rito, la distrazione su chi in modo evidente la sta violando, Movimento 5 Stelle appunto, spicca in modo solare.
Naturalmente spicca per chi la vuol vedere.
Quelli dei 5 Stelle introducono palesemente, dopo averlo predicato da sempre, il “vincolo di mandato”, inseriscono pene pecuniarie per eventuali dissenzienti che volessero “cambiare casacca”. La cosa in sé, se può essere deprecabile quando assume dimensioni abnormi, va ricondotta alle regole della politica e non alle regole del termidoro e meno ancora a quella della tasca.
Solo per rimarcare le più clamorose.
La domanda sorge spontanea: ma come è possibile che un partito (un’associazione, sic!) si ponga al di fuori delle norme costituzionali senza pagar pegno?
O meglio senza che le massime autorità preposte alla cura della Costituzione vigente, gli stessi che si sono prodotti in quel obbrobrio della revisione delle leggi elettorali, da cui è derivata l’esigenza di affrettarsi alla redazione di una legge elettorale purchessia (Rosatellum), non abbiano nulla da eccepire?
Sembra quasi che al M5S, a questi “personaggetti” (cit. De Luca) sia permesso tutto, in nome di una spinta demagogica e populista che sembra sostenerli sull’onda di un passaparola di cui i sondaggi di opinione registrano il cosiddetto consenso.
Ma si sa che il popolo ha sempre ragione, salvo quando predilige Barabba!
E i Ponzio Pilato sono sempre in servizio permanente effettivo.
A man salva quelli che “apriremo il Parlamento come una scatoletta di tonno”, fallendo nel loro proposito prima ancora che nel loro atteggiamento, quelli che “mai nessuna alleanza” e adesso sono lì che prefigurano possibili convergenze con la Lega (fin qui nulla di straordinario considerato il tasso di demagogia che li accomuna) ma anche con Liberi&Uguali (qui sarebbe interessante capire come possano accettare di essere messi sullo stesso piano del buon Salvini i nostri eroi de “la sinistra siamo noi”), a man salva questi pentastellati fanno e disfano le regole costituzionali senza dover rendere conto a nessuno.
Il tema è che c’è una parte dell’opinione pubblica che se ne fa un baffo della Costituzione a dispetto delle geremiadi e delle furiose battaglie sostenute per difendere “la Costituzione più bella del Mondo” quando si trattava di innovarla e di dotarla di regole che la rendessero più adatta all’evoluzione dei tempi e della stessa politica.
Come si è visto quanto sarebbe stato necessario proprio a partire dal 4 Dicembre fino ad oggi.
Dobbiamo sperare che il 4 Marzo aiuti a fare un po’ di chiarezza e auspicabilmente definisca una dimensione di questa associazione antisitema tale da non metterli in condizione di risultare determinanti per la politica nazionale: nonostante tutto e nonostante tutti i loro sostenitori più o meno occulti

Veneziano, con i piedi nell’acqua, dalla nascita (1948). Già Amministratore Delegato di una Joint Venture italo-tedesca di accessori tessili con sede a Torino. Esperienze di pubblico amministratore nei lustri passati. Per lunghissimi anni presidente del Centro Universitario Sportivo di Venezia (CUS Venezia)