Lo so direttore. C’hai ragione pure tu. Avevi chiesto qualche articolo post-elezioni ed io avevo declinato. Ma poi accade che scopra una sorta di stupor mundi perché il PD non si allea coi grillini o con Salvini. Mi sembra quasi impossibile: cioè ci han smarronato gli zebedei per 5 anni con la storia del Presidente del Consiglio non eletto, di noi che governavamo con Mr. B prima e con Verdini poi, di noi che facevam le politiche di destra e adesso vorrrebbbero che noi si governasse con chi ci ha sconfitto, ci ha chiamati mafiosi e corrotti? Ma son matti vero? No che non lo sono. Anzi ne sono proprio convinti. E alla fine davvero non mi ci raccapezzo più. Ma è notorio come io di politica capisca nulla.
Ora: a me basta e avanza la convinzione da parte di iscritti, simpatizzanti e dirigenti (fa eccezione Emiliano ma quello è una eccezione di suo) che il PD, avendo perso le elezioni, deve starsene all’opposizione.
Ma agli altri no. E sui social network leggo cose che mi han fatto incacchiare (e, lo so, han fatto incacchiare pure tu ma tu sei direttore e mica puoi smarrire l’aplomb da direttore).
Per di più a questo si aggiunge il solito mantra da sconfitta elettorale (argomento su cui, chi scrive, qualcosa sa), quel ritornello dello scollamento con gli elettori, della nostra incapacità di parlare col nostro mondo, con la sinistra. Veniamo subito alla cosa più facile, all’ultima: con quale sinistra, di grazia, noi avremmo dovuto parlare? Con quella che rappresenta il 3% di LEU? Perché non mi pare che D’Alema & co. abbiano poi fatto chissà che sfracelli a sinistra. La sinistra avrà pure abbandonato noi ma certamente non ha manco cercato loro. E qui mi fermo perché vi ha ragionato già l’ottimo Cusumano su queste stesse pagine. Di mio aggiungo una piccola nota a margine. In tanti dovrebbero riprendere in mano Schei, libro con cui, già nel 1996, Stella mostrava che nel nord est stava accadendo una rivoluzione. Nelle piccole e medie imprese era saltato il tradizionale scontro tra proletariato e imprenditore perché el paron e l’operaio lavoravano fianco a fianco e le mani dell’uno erano sporche di lavoro come le mani dell’altro. E con tantissimi operai che a loro volta sognavano di diventare imprenditori. Con quale risultato? Che già allora l’operaio, magari in la tessera della Cgil in tasca, votava Lega. Esattamente come el so paron. Ed esattamente come el so paron si lamentava della burocrazia, delle tasse, dei dipendenti pubblici scansafatiche.
Ma sono altri due gli argomenti che mi vedono sufficientemente preoccupato. E che sono tra loro intimamente connessi.
Il primo è la tesi secondo cui, in qualche modo, noi avremmo, lo ripeto, una sorta di obbligo morale ad allearci o con i grillini o con il centrodestra.
Ora col brutto carattere che mi ritrovo mi verrebbe da dire che allearci con chi, per cinque anni cinque, ci ha insultato in ogni modo ci farebbe rassomigliare a quel tale che si becca un sacco di frustate nelle pudenda e anziché incazzarsi ringrazia educatamente e magari ne chiede delle altre.
Il secondo è invece un poco più profondo. Perché mette insieme due aspetti solo apparentemente distinti. In politica fare una alleanza significa, sostanzialmente, riconoscersi in un unico accordo programmatico nato perché ciascuno dei potenziali alleati è disposto a rinunciare a qualcosa del suo per accogliere qualcosa degli altri. Chiaro sin qua? A cosa sarebbero disposti a rinunciare i grillini (o Salvini) per allearsi con noi?
D’altra parte parlare di alleanze in questi termini mi fa venire la stessa orticaria che leggere i soloni subito pronti a dire: da questa sconfitta il PD può ripartire riprendendo il dialogo con gli elettori. Già, fosse facile! Perché la domanda che mi pongo è : possiamo farlo con il NOSTRO sistema valoriale?
È possibile recuperare alle magnifiche sorti e progressive del PD chi, ad esempio, ha votato Salvini e con lui il centrodestra ? Possiamo recuperare chi è contro l’accoglienza, chi condivide lo slogan del prima gli italiani, chi sogna un giustizialismo a tutti i costi? Possiamo recuperare chi condivide con Salvini un atteggiamento che se non è di rifiuto è quantomeno di profonda diffidenza verso l’Europa noi che abbiamo come modello gente che l’Europa l’ha fondata? Anche sulla flex tax probabilmente abbiamo una idea diversa preferendo una tassazione proporzionale al reddito per via del principio che più guadagni, più è giusto che paghi. . Anzi, forse nel nostro DNA è più presente l’idea di una seria patrimoniale ad esempio. E possiamo recuperare chi condivide con Salvini e Di Maio il via la Fornero incuranti del grido di allarme del Presidente dell’INPS ma soprattutto senza impegnare nemmeno una briciola di neurone per spiegare come intende garantire a me, che di anni ne ho 50, una pensione un po’ più alta dei 750 euro che secondo una busta gialla recapitatami qualche mese fa guadagnerò quando di anni ne avrò 73 dovendo fino a quell’età lavorare sperando che il mio datore di lavoro mi fornisca di adeguato numero di pannoloni e venendo pure assistito da una badante che mi accompagna col girello? (lo so, lo so ho una bruttissima idea della vecchiaia).
Come possiamo recuperare chi ha votato i 5stelle? È compatibile con noi chi non ha una posizione chiara sullo ius soli, chi non ha votato la legge Corinna’, chi fa del dileggio dell’avversario una formidabile arma di propaganda? Possiamo recuperare chi vota un movimento al cui interno ci sono candidati che li avessimo avuti noi sai lo scandalo? Come possiamo recuperare chi si è fatto abbindolare da una cosa come il reddito di cittadinanza su cui persino papa Francesco (persino lui!!!!!) ha dubbi? Come possiamo recuperare chi, votandoli, ha sostanzialmente detto che hanno ragione a dirci corrotti, con le mani sporche di sangue e pieni di intrallazzi con un sistema bancario che, guarda caso!, è andato in crisi solo e soltanto relativamente a piccole banche locali?
Ma allora mi spiegate come facciamo a recuperare elettori senza tradire il nostro sistema di valori di riferimento? Qualcuno ha una qualche idea?
A meno che (ma allora davvero non c’è più trippa per gatti) in realtà la battaglia sia persa in partenza. E che non ci votano più perché in realtà i nostri elettori sono già passati. armi e bagagli, dall’altra parte. Perché alla fine magari solo nelle nostre teste era maturata l’idea che i nostri elettori avrebbero voluto avere lo ius soli, avrebbero voluto davvero una legge sui diritti civili, avrebbero voluto davvero gli 80euro, avrebbero voluto davvero che il canone RAi lo pagassero davvero tutti perché ora mi finisce nella bolletta della corrente, avrebbero voluto una dignitosa presenza italiana in Europa, avrebbero davvero voluto politiche di accoglienza, avrebbero davvero voluto la certezza del diritto della pena e non il giustizialismo a tutti i costi. Solo nelle nostre teste queste convinzioni. Ma non vorrete mica dirmi che, sotto sotto, noi venivamo accusati di essere di destra o populisti quando in realtà ad esserlo è chi ci ha votato fino all’altro ieri? Ma se fosse così, ed io non lo credo, oramai la battaglia, la guerra, è perduta.
Tu mi conosci, direttore, e sai che sono tendenzialmente ottimista (non potrei altrimenti essere interista). Dunque a me che l’Italia sia governata da Di Maio e da Salvini o dalla accoppiata Di Maio – Salvini (perché la somma fa il totale) non spaventa più di tanto. Perché sono almeno due i binari da cui è difficile deragliare. Il primo è la Costituzione (che io continuo a credere debba essere comunque riformata). La seconda è l’Unione Europea che di strumenti di convincimento ne ha a bizzeffe (specialmente con un debito pubblico come il nostro)..
Ma insomma cosa è accaduto il 4 marzo (che poi aboliamo dal calendario sto benedetto 4 visto che anche il 4 dicembre non ci è andata benissimo)? Come è possibile che dal 40% delle Europee si sia scesi sotto il 20 in 4 anni? Colpa di Renzi? Della sua arroganza? Delle politiche riformiste che abbiamo fatto in questi anni?
E se invece la risposta fosse un’altra? Se la,politica fosse davvero figlia del nostro tempo? Ora viviamo in un mondo in cui pare che i produttori di gadget elettronici siano persino in grado di determinare il momento esatto in cui questi si rompano e che tale momento più o meno capiti giusto un mese dopo che la garanzia sia scaduta. Viviamo in un tempo in cui il cellulare che compri oggi , fra sei mesi è già vecchio. Viviamo in un mondo in cui il lunedì sei giovane e il martedì sei vecchio.
E se fosse capitato proprio questo a Renzi? Se cioè gli elettori già dopo tre, quattro anni ti considerano vecchio e dunque da cacciare via?
Allora ciò significherebbe che analoga sorte capiterà tra qualche anno a Di Maio o a Salvini. Magra consolazione mi dirai.
No se noi nel frattempo anziché rincorrere gli elettori sapessimo fermarci un momento, guardarci negli occhi e cominciassimo a fare una cosa che non siamo mai riusciti a fare, soffocati come eravamo da correnti, antagonismi, minoranze che vorrebbero imporsi alle maggioranze: finalmente lasciare il passo ad una VERA giovane generazione tra cui individuare il leader del futuro.
Ecco fosse possibile modificare lo Statito del PD introdurrei subito una prima regola: chiunque abbia più di 4o anni stia fuori da qualunque ruolo dirigenziale del partito! F U O R I. Diamo le chiavi ai giovani. Non che siano sempre meglio dei diversamente anziani, sia chiaro. Ma il futuro è loro non mio ne tuo, direttore. E allora lasciamo siano loro a costruire una politica capace di farci sognare il futuro.
E noi? Noi intanto compriamo un po’ di candeggina. Fra qualche mese dovremmo ricominciare a sbiancare giaguari e simili.

Vive da sempre nella terraferma veneziana. Per cinque anni è stato Vicesindaco (con delega alle politiche culturali e turistiche) del comune di Mira. Laureato (cum laude) in Lettere a Padova ha collaborato per oltre un decennio coi quotidiani del gruppo editoriale Finegil (La Nuova Venezia, Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso), con La Repubblica e con Gente Veneta. Si occupa di gestione del personale e della sicurezza presso alcuni musei veneziani. Nel tempo libero ama la montagna e le immersioni subacquee.