Mi sono trovato poche ore fa nel vortice di una discussione in Face Book per un post da me scritto per esternare qualche mia considerazione sul sensazionalismo mediatico per queste giornate di caldo ( già finito stamattina). Non intendevo colpire nessuno, la mia era una pura reazione a ciò che sentivo in giro.
Lo riporto perché si sappia di cosa sto parlando. Venerdi 26 luglio così scrivevo:
Leggo sul mio video oggi alle 13.46 la temperatura relativa a casa mia sul Rio Nuovo ad un passo da piazzale Roma ( quindi con molta pietra e molto selciato)
TEMPERATURA 31°
Una normale temperatura di fine Luglio che statisticamente è il momento più caldo in assoluto dell’anno. In effetti all’esterno il caldo si sente ma è ne più e ne meno il caldo di sempre a questa data…noioso, fastidioso per carità, ma non è che quarantacinque anni fa quando preparavo l’ultima sessione degli esami estivi era più fresco. Dov’è la notizia?
Leggo i giornali e sento la radio: 40° ? 42° ? ma di cosa stanno parlando? 10 gradi in più di quelli da me rilevati poc’anzi dove li hanno presi?
Solito sensazionalismo per vendere fumo, ma saltando sulla groppa del cambiamento climatico….Che naturalmente non veniva smentito dal maggio 2019 più freddo da 60 anni in qua e dalla prima ventina di luglio 2019 che era fresco come a fine settembre. Sepolcri imbiancati altro che
Questo il post, dove alla fine si intuiva perfettamente che mi affrettavo a mettere in chiaro che i periodi precedenti di segno opposto ( maggio e primi venti giorni di luglio) non erano certo sufficienti a smentire un cambiamento climatico che implicitamente sostenevo anch’io.
Si è invece scatenata, nonostante i non pochi like a favore, una reazione irosa e aggressiva da parte di chi mi accusava sostanzialmente di negazionismo sul cambiamento climatico. Ho subito controbattuto che, come si intuiva dal finale, non negavo affatto il cambiamento climatico e il riscaldamento globale che c’è e che non ha bisogno di essere sostenuto perché si sostiene da sé. Ma che questo non c’entrava niente con il fatto che si sia esagerato alla grande con il caldo di questo fine Luglio che è durato nientemeno che cinque giorni e che temperature alte per un breve periodo ci sono sempre state a fine Luglio. Riporto qui la più lunga delle mie risposte perché credevo con essa di far chiarezza definitiva:
Il Ghiacciaio della Marmolada è in regressione da almeno 50 anni, lo misuro a vista ogni anno da allora e ho i miei punti di riferimento visivi sulla tal roccia o sulla tal altra roccia. C’è un riscaldamento climatico in corso da circa 200 anni, accelerato da 50, sempre con la stessa accelerazione e non più veloce, ma comunque sempre troppo veloce. Solo Trump lo nega e quelli della sua risma, che sono tantissimi purtroppo e tutti interessati. E se non lo negano ti dicono che le emissioni di CO2 non c’entrano e che c’è sempre stato il cambiamento climatico. Mentono perchè le emissioni c’entrano eccome, ma il dibattito è apertissimo ancora su quanto incidano, se su tutto il cambiamento climatico o solo come importante valore ( meglio, disvalore) aggiunto. Io Propendo, con i miei pochi mezzi cognitivi, per la seconda delle due. I cambiamenti climatici ci sono sempre stati. E’ accertato che il Medio Evo fosse un’epoca più calda anche di quella attuale, e la sia stata dal 900 al 1300 circa, quando inizia una miniglaciazione che dura all’incirca fino alla fine del 1700. Se no perchè mai i Vichinghi in viaggio nell’anno 1000 verso le Americhe o giù di lì avrebbero dovuto battezzare, vedendola per la prima volta, la Groenlandia ‘ Terra Verde’ ( Groen=verde, land=terra)? Se ci si va oggi, per fortuna e grazie addio ancora in parte, non si sa fino a quando, la Groenlandia è invece bianca di ghiacci. Il Ghiacciaio della Marmolada? Pare che fosse del tutto estinto, una pietraia totale denudata. Non ci sono certezze ( la scienza non ne ha mai) ma moltissimi indizi. Dalla fine del 1700 il clima comincia a riscaldarsi di nuovo con pochissime o inesistenti emissioni, comincia a riscaldarsi per i fatti suoi e, guarda caso, da quando le emissioni dovute ai combustibili fossili hanno uno scarto in avanti in tutto il pianeta ( da mezzo secolo in qua circa) il cambiamento e il riscaldamento accelerano. Ma che gli sconvolgimenti di cui si parla ( siccità, nevicate precoci e tardive, bombe d’acqua etc etc ) siano una novità la do indietro, scusatemi, tutta, ma proprio tutta. Gli schianti arborei di ‘Vaia’ sono uno strazio a vedersi e non più tardi di ieri li ho visti con i miei occhi con sgomento alla foresta di Paneveggio devastata come neanche il naplam , ma che siano una novità di oggi è altrettanto inverosimile. Per fortuna le cronache storiche sugli sconvolgimenti del passato non mancano. Bisognerebbe leggere per esempio cosa è stato il 600 dc in Italia del nord con alluvioni pazzesche e fiumi che cambiavano di continuo il loro corso. Leggersi la storia geografica della Cina per esempio è istruttivo e venire a sapere che cosa hanno combinato nei secoli i suoi due grandi fiumi ( Giallo e Azzurro). Il fatto è che questo sensazionalismo del ” non si è visto mai” è un atteggiamento inconscio di chi vuole sostenere a tutti costi una tesi che non ha bisogno di sostenitori perchè si sostiene da sè stessa con i fatti che dimostra: il riscaldamento globale esiste e con molte probabilità il modello di sviluppo consumistico e produttivistico ne è la concausa determinante anche se non l’unica. Ma basta e avanza per fare la guerra a questo modello di sviluppo. Però tutto questo non c’entra nulla con un normale Luglio caldo.
Niente, non c’è stato niente da fare, ho continuato, nonostante questo che credevo un chiarimento, ad essere accusato di negazionismo.
La vicenda è istruttiva. Quando si sposa una tesi in modo ideologico e non critico, senza una visione della complessità che c’è sempre, non si vogliono eccezioni. C’è solo il male e il bene assoluto e si ritiene che si debbano portare avanti solo tesi a favore di quello che si pensa aprioristicamente. Si pensi all’emigrazione. Chi odia gli immigrati non vuol sentir ragioni sul fatto che quello che sta lavorando a una pompa di benzina è uno onesto e integrato. Chi al contrario li sostiene sempre e comunque non vuol sentire le ragioni contrarie, e lo strupatore tunisino è un buono che è solo stato indotto a quel gesto da una cattivissima donna provocatrice e lasciva . Brugnaro a Venezia fa una cosa buona? L’anti Brugnaro lo nega e ha bisogno di dimostrare che anche quella è una cosa cattiva perché Brugnaro è il male assoluto. Chi ha un pensiero critico invece sa bene che una cosa buona di Brugnaro non scalfisce il fatto che lui abbia tutti i suoi limiti e difetti e che bisogna trovargli comunque un’alternativa. Però riconosce la cosa buona. Naturalmente il ragionamento vale simmetricamente all’incontrario per chi ritiene Brugnaro il bene assoluto. Filosoficamente per volare alti si potrebbe ragionare su due modi diversi di cercare la verità. Il primo sa già qual è e metodologicamente vuole solo tesi a favore per fare propaganda di ciò che sa già. Il secondo non c’è l’ha a priori la verità e sa che per trovarla ha bisogno di vedere tutti i pro e i contro e cerca di non falsificare la realtà trovando argomenti precostituiti anche quando questi contraddicono la verità che sta profilandosi. In un mondo complesso in cui una verità appare a tutto tondo anche e soprattutto perché ci sono fatti, minoritari, che la contraddicono.
Lascio al lettore la scelta su quale via è meglio percorrere.

Carlo Rubini (Venezia 1952) è stato docente di geografia a Venezia presso l’istituto superiore Algarotti fino al congedo nel 2016. Giornalista Pubblicista, iscritto all’albo regionale del Veneto e scrittore di saggi geografici, ambientali e di cultura del territorio, è Direttore Responsabile anche della rivista Trimestrale Esodo.