Luminosi Giorni, con spirito di servizio al fine di accrescere la consapevolezza per il prossimo voto alla Amministrative del Comune di Venezia, ospita una serie di interventi di personalità che riteniamo offrano spunti di riflessione per un voto ponderato e consapevole. Gli amici che hanno cortesemente offerto il loro contributo provengono da aree culturali, politiche e ideali le più diverse e offrono visioni talvolta molto confliggenti tra loro. Ma mai banali. Come Redazione ci piace pensare di poter contribuire a un confronto sereno e non fazioso sui temi che riguardano il futuro della nostra città. Alcuni degli autori scenderanno personalmente nell’agone elettorale. A loro, indistintamente, va il nostro in bocca al lupo e a tutti, candidati e no, un sentito grazie per la collaborazione.
La Venezia dei prossimi 5 anni dovrà intrecciare tra loro primariamente due elementi.
I due elementi sono tradizioni e avanguardia tecnologica.
Non si può prescindere dalla loro intima connessione, poiché sarebbe sciocco rinunciare ai punti di forza della bellezza storica della città (tutta) e nello stesso tempo sarebbe altrettanto poco intelligente radicarsi sulla Venezia di un tempo, quella che mi ha visto bambina e adolescente, oppure, andando indietro nel tempo anche di secoli, la nostra Serenissima.
Tale interdipendenza è già in opera, sia nelle piccole cose che nelle iniziative ambiziose e mi limiterei ad una piccola carrellata: la città cablata, la smart city, la base per conversioni green a Marghera, il sistema di raccolta dei rifiuti che ci posiziona sul podio italiano, la divulgazione tramite web delle iniziative dell’Amministrazione, gli eventi di spessore qualitativo, i distretti del commercio, la trasformazione in atto nella zona Aeroporto – Casinò, l’accelerazione di modernità alla Mostra del Cinema o nelle zone ex degradate di via Ca’ Marcello, in prossimità delle quali vivo; quando passo di là mi sento un po’ come un Rick Deckard che vive in un quadro di Hopper.
Accelerazione su questi fronti è per me il leitmotif dei prossimi 5 anni.
Un tema a tal proposito mi sta a cuore: l’artigianato tipico veneziano che sta scomparendo.
A parte i luoghi comuni, questo fenomeno, per ovvi motivi di convenienza economica, è in via di estinzione ovunque nelle città storiche.
Non abbiamo la soluzione in mano, in quanto il primo quesito che dovremmo porci è se la domanda crea l’offerta o l’offerta crea la domanda.
In altre parole: è la gondoletta finta cinese che attira turismo scadente, oppure è il turismo di scarsa qualità a determinare la proliferazione del commercio di chincaglieria?
Probabilmente su entrambe le tesi occorre lavorare: disincentivare il commercio e l’artigianato fasulli e intercettare turismo di qualità.
Premesso che per procedere in tal senso occorre la collaborazione a più livelli, compresi i proprietari dei fabbricati coinvolti, possono essere fondamentali un sistema di agevolazioni fiscali e l’indizione di festival a tema con la presenza di testimonial di pregio, la messa a disposizione di un sito web condiviso per la storia e la ricchezza delle procedure produttive del nostro artigianato, il coinvolgimento pieno di Organismi internazionali.
Alzare l’asticella delle iniziative, proseguire sul lavoro di questa Amministrazione, non temere di lasciare insoddisfatti i mediocri, questo dico io. Le feste da sagra lasciamole ad altri Comuni piccoli e simili ad altri centomila.
Noi dobbiamo distinguerci per le attrazioni di pregio, senza paura.
Generare stupore nella raffinatezza.
Anche Mestre, checché se ne dica, è al punto giusto di cottura per il salto di qualità. Una prima indicazione in tal senso è stata la coraggiosa esposizione, su iniziativa del Sindaco Brugnaro, della Giuditta di Klimt al Candiani.
Tantissimi visitatori, massimo risultato con minimo sforzo.
Ma potremmo immaginare iniziative davvero uniche, scegliendo futuri temi a noi al momento non noti, ma anche attingendo al passato, individuando una peculiarità che ci caratterizza, come potrebbe essere il merletto rappresentato nella storia dell’arte, o le Chiese di Venezia che non ci sono più, testimoniate nei dipinti di epoche antiche. Il visitatore raffinato avrebbe degli appuntamenti fissi a Venezia. E con Venezia intendo sempre l’intero territorio del Comune e, perché no, l’intera Città metropolitana.
La stessa Marghera potrebbe avere delle aree dedicate, penso a grandi edifici con avveniristiche stampanti 3D di libero accesso tramite un abbonamento specifico, oppure allestiti con enormi schermi all’avanguardia con giochi educativi per bambini e ragazzi, dove si potrebbero organizzare tornei di logica o di discipline scientifiche, o ancora spazi espositivi per toccare con mano tutte le ultime innovazioni mondiali sul fronte computer, accessori, effetti speciali, anche cinematografici, magari connessi alla Mostra del Cinema con un aggancio al Lido.
Accelerazione nella continuità.
Accelerazione sospinta da 3 elementi:
1- legislazione nazionale che disponga ampi poteri al Sindaco ed a poche altre autorità locali sul fronte sicurezza/rispetto della legalità
2- uomini e donne capaci, decisionisti e carismatici nei posti chiave in sinergia tra loro
3- ascolto e coinvolgimento continuo della cittadinanza.
1- Come noto, il Sindaco Brugnaro ha lavorato molto su tutti e tre i fronti, ma sul primo aspetto le risposte a livello nazionale sono state timide e di fatto permangono ampi spazi per la microcriminalità reiterata.
Chi sa che può farla franca non avrà timore nello stanziarsi sul nostro territorio.
E anche con l’uso di un Daspo cittadino si otterrebbe il bizzarro risultato che i delinquenti si sposterebbero altrove.
Perciò si rendono necessarie punizioni esemplari che tengano distanti i furfanti.
Per una sorta di stanza di compensazione, arriverebbero i turisti stranieri “buoni” e, elemento non trascurabile, gli italiani amanti del bello.
2- Questo punto essenziale al momento non è garantito pienamente, rimanendo vecchi retaggi irremovibili, attaccati alla posizione ricoperta “per conto di Dio”. Taluni sono nel posto che occupano per concorso e dunque inamovibili. Un sistema che va tentato sembra banale, ma funziona: il contagio dell’entusiasmo e l’arma della misurazione della prestazione, legata ad incentivi ad personam e non a pioggia.
Poi ci sono i nominati dallo spoil system e gli eletti.
I nominati vanno individuati con rigorosi criteri di merito, con pedigree indiscusso ed inattaccabile.
Gli eletti invece salgono alla carica ricoperta con modalità democratiche e pertanto, se il loro operato fosse da incapaci, attribuirei l’intera colpa allo stesso veneziano elettore.
Essendo prossimi al voto, vi è da riflettere, vi è da sviscerare il curriculum di questo o tal altro candidato. Guai ad eleggere qualcuno per sentito dire o perchè urla sui social slogan triti e ritriti che raccolgono le proteste qualunquiste del popolino senza proporre soluzioni concrete e indicare fondi a cui eventualmente attingere.
La gestione della città non sarà basata su slogan, bensì su decisioni cruciali per il nostro futuro, che abbiano a cuore l’interesse collettivo.
Come immaginare i prossimi 5 anni se non partendo da amministratori preparati e non ciarlatani?
Il Sindaco uscente ha ben presente questo principio, provenendo da esperienze precedenti dove un’intera e coesa squadra è finalizzata al risultato, che, nel caso della cosa pubblica, è l’interesse collettivo.
3- E veniamo quindi ai veneziani tutti.
Il rapporto diretto con le persone in carne ed ossa è molto proficuo perché non avvelenato da quella strana trasformazione da lupo mannaro che capita sui social network.
Si insista nell’indire assemblee pubbliche, senza paura, come furono i “tavoli di consultazione fucsia”, e poi restringendo via via il gruppo, fino a pochi rappresentanti vogliosi di adoperarsi concretamente. Naturalmente si abbiano ben presenti le associazioni di qualsivoglia tipo, primi interlocutori, ma non unici, per un ascolto a 360 gradi della cittadinanza.
La mia esperienza personale mi ha insegnato che le persone, se coinvolte e se sollecitate, hanno voglia di contribuire e di essere comprimarie nella progettazione della città; da un piccolo virgulto da me denominato Happy Friday, nato da incontri condivisi, ogni successiva riunione vide aggiungersi qualcuno voglioso di contribuire, e la festa si ampliò inverosimilmente.
Ricordiamocelo: con garbo e raffinatezza, la gente ha bisogno di sorridere, con la gioia di vedere la propria città assurgere agli onori delle cronache non per la delinquenza, ma per perpetuare nella modernità la gemma chiamata Venezia.
Chi è Francesca da Villa: nata nel 1962 a San Polo, è vissuta a Venezia e attualmente risiede a Mestre. Laureata a Ca’ Foscari in Economia aziendale, dottore commercialista e revisore dei conti, è docente di diritto ed economia e legislazione sanitaria presso il Levi Ponti di Mirano. È stata segretaria della Sezione di Mestre e responsabile amministrativo provinciale della Lega Nord-Liga Veneta. È stata Assessore al Commercio ed alle attività produttive del Comune di Venezia, facendo parte della Giunta guidata dal Sindaco Brugnaro, dal 29/12/2016 al 29/06/2017, risultando essere quindi l’ultimo Assessore al Commercio della Città.
