In questo Inverno così difficile, la scelta di questo mese cade non a caso su di un libro che parla della bellezza, pensando chi scrive che, anche nei momenti più complicati delle nostre vite, come questo 2020 che sembra non voler finire più con le sue catastrofi sanitarie, uno sguardo all’arte e alle sue sorprendenti risorse per il nostro animo sia comunque motivo di benessere e di sollievo tangibile.
Che l’arte sia una cura l’autore lo pensa di sicuro, e lo dice chiaramente in più di una occasione all’interno del centinaio di brevi conversazioni scritte che compongono il suo libro.
Un momento di attenzione sulla forma del libro, prima di tutto : l’autore, docente d’Arte Moderna presso l’Università per Stranieri di Siena , e collaboratore per numerosi giornali, ha qui infatti raccolto brevi pezzi settimanali che ha scritto e continua tuttora a scrivere su “Il Venerdì di Repubblica”o per il “Fatto Quotidiano”.
Il senso di una raccolta in forma di pubblicazione illustrata non toglie nulla alla profondità e alla originalità delle sue note, che si dipanano storicamente dalla Preistoria alla più recente contemporaneità, senza però perdere mai di vista un giudizio che entra ed esce sempre dall’opera esaminata, per metterla in relazione attenta e a tratti magnificamente eccentrica con i nostri occhi di fruitori di oggi.
Se l’autore, nel suo intento di presentare settimanalmente ai suoi lettori un’opera d’arte, o un’architettura del passato, o un intervento recente all’interno delle nostre città, pensava di accompagnarci in una visita privata, tutta nostra, assieme a lui, s’intende, nei molti mondi che ci squaderna, ci è riuscito in pieno.
Perche’, partendo dalla visione intima di una serie di Natività, alcune notissime, altre pressoché sconosciute, passando attraverso l’uso dei materiali preziosi con cui Santi e Madonne e cavalieri e persino il padre fondatore degli Stati Uniti Benjamin Franklin, ci vengono consegnati da diversi sommi artefici della scultura, navigando con grazia e perizia attraverso ritratti famosissimi e paesaggi visti con occhio “laterale” sempre originalissimo, l’autore approda, con un paio di riferimenti folgoranti , alla fine del volume, ad una conclusiva riflessione sul rapporto mai sopito tra il linguaggio dell’arte ed il suo potenziale impatto deflagrante all’interno della società e della politica di tutti i tempi.
Mai come in questo caso la frase “less is more” risulta appropriata.
Per ogni opera d’arte che Montanari analizza, giudica, mette a confronto con quelle di altri autori da lui amati particolarmente, Caravaggio in primis, una piccola pagina sembra avere la magia di contenere un microuniverso compiuto di pensiero, un lampo di riflessione , sempre sostenuta da una brillantissima preparazione di base, ma che in qualche modo si innalza da una semplice conversazione d’arte, per arrivare a diventare nostra compagna di vita, nostra fonte di gioia per gli occhi e per il cuore.
La varietà dei temi e dei soggetti presentati in queste pagine è estrema, ma la sensibilità che le analizza risulta sempre la stessa. Il sapore che resta dopo una lettura attenta è quello della dolcezza dei Bambini in braccio alle Madonne, la furberia degli angioletti che ci vengono descritti più come ragazzini in posa che come creature celesti, la storia degli uomini di cui abbiamo di fronte il ritratto, gli animali che accompagnano la Storia Sacra nei suoi momenti più forti.
D’ora in poi noi lettori guarderemo certamente con occhi diversi i grandi luoghi dell’arte fiorentina e romana, ma vorremmo tutti incamminarci anche ,sotto la guida dell’autore, nei piccolissimi centri dove, in chiese mai prese d’assalto dal turismo di massa, poterci incantare di fronte ad alcune pale d’altare che lui ci ha raccontato con parole così originali.
Non manca mai da parte di Montanari un pensiero politico, intendo dire un giudizio da uomo di oggi sulla politica culturale che spesso sembra disprezzare la purezza della contemplazione a vantaggio di musei pensati come imprese economiche più che come templi della bellezza.
E un occhio attento va , nelle ultime pagine soprattutto, al problema sociale concretissimo dello sfratto di un quartiere di Londra, attraverso una fotografia di Tom Hunter, intitolata “Donna che legge l’ordinanza di sfratto”, dove la forza della realtà drammatica della scena assume di nuovo un senso diverso, politico ed estetico ad un tempo, in un mirabile confronto con “Donna che legge una lettera” di Jan Vermeer, dipinto tra il 1657 e il 1659.
Tornando, in conclusione, alla premessa del libro, chi scrive vorrebbe fare sue le parole dell’autore, per ringraziarlo di avere vinto con noi e per noi lettori la grande sfida di dare parole alle immagini. Ecco cosa dice : “Paul Valéry ha scritto che tutte le arti vivono di parole. Ogni opera esiste perché le si risponda. Costruire questa risposta è il lavoro quotidiano dello storico dell’arte : il quale sa, tuttavia, che tradurre i valori figurativi in parole è una scommessa sempre inevitabilmente perduta….Eppure, se rinunciassimo a farlo, se ci sottraessimo a questa scommessa, quelle opere che tanto amiamo uscirebbero pian piano dalle nostre vite…”
Ebbene, certamente tutto quello che ci ha offerto l’autore in queste pagine è entrato nelle nostre vite e ci rimarrà a lungo.
Tomaso Montanari
L’ora d’arte Einaudi 2019

Elisabetta Ticcò è nata ed attualmente risiede a Mestre. Laureata in Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università di Padova, nella stessa Università ha poi conseguito un Diploma di Perfezionamento in Storia dell’Architettura ed Urbanistica. Le sue attività si sono sempre suddivise tra il teatro, con una lunga attività giovanile nella “Bottega del Teatro” di Dario Ventimiglia, e il mondo della scuola, dove ha lavorato presso un Liceo locale per più di 30 anni. Negli ultimi vent’anni si è specializzata inoltre nella disciplina anglosassone del “drama in education”, dopo due Summer Schools presso l’UCE di Birmingham , ed ha operato come organizzatrice di corsi di lettura drammatizzata nelle Biblioteche della Provincia e come formatrice di insegnanti delle Scuole Primarie e Secondarie Inferiori