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Stadio in linea con leggerezza, ecologia e sostenibilità, tribune utilizzabili in tempi brevi, e temporaneamente, al Penzo.

Si può fare in poco tempo e bene, spendendo meno e usando il pregio dell’innovazione e della sostenibilità ambientale al proprio fianco.

Dal 1954 se ne parla e si ipotizzano localizzazioni e progetti. Ma finora solo parole e disegni più o meno suadenti. Ma il nuovo stadio di Venezia non vede mai un badile che muova la terra.

Ora avanza con gli stivali delle sette leghe la splendida squadra arancioneroverde e occorre trovare una soluzione temporanea, ma immediata per ottenere una autorizzazione in deroga per poter continuare ad utilizzare il secondo stadio più vecchio d’Italia, il Penzo di Sant’Elena. Il discorso vale a prescindere che la squadra di calcio della città vada o non vada in serie A tra qualche giorno, perchè ormai lo si è capito che l’attuale società, sarà oggi o sarà domani lì vuole andare, possibilmente per restarci. La società Venezia Calcio è già partita infatti su questo fronte investendo in proprio, dopo aver ottenuto dal Comune il prolungamento della convenzione in atto per l’utilizzo dell’impianto e predisponendo alcuni interventi da iniziare il giorno dopo la fine del campionato in corso (nuove luci led idonee per le riprese televisive, abbattimento di recinzioni, rifacimento servizi igienici sotto le tribune, abbellimento dell’insieme).

Manca però un particolare non da poco: l’ampliamento delle tribune, ridotte dopo demolizione di parte delle stesse avvenuta per ridurre la capacità all’attuale a 7.500 posti. Bisogna raggiungere 10.000 o 12.000 posti a sedere per ottenere deroga in attesa del nuovo ben più capiente impianto.

Se per tranquillizzare chi deve autorizzare la deroga si può riuscire abbastanza facilmente, basta spendere e rioccupare spazi attualmente senza tribune (mezza curva nord, lati terminali nord e sud di tribuna distinti, angoli semi-curvi di ogni tribuna) e altezze delle curve, rimane comunque sempre il problema dei costi per esigenze che, si spera, solo temporanee.

Il nuovo però sta avanzando a passi veloci e, ad esempio, c’è una azienda italiana che offre stadi modulari in legno lamellare “Bearstadium.com/it”, struttura componibile, trasporto dei moduli, assemblaggio veloce per stadi con tribune interamente coperte. Il tutto per impianti da 2.500 a crescere fino a 20.000 spettatori con tempi di completamento straordinariamente rapidi (ad esempio per 20.000 posti 210 giorni chiavi in mano).

I vantaggi, oltre alla tempistica, sono dati dalla diminuzione dei successivi costi di gestione utilizzando miniturbine eoliche integrate con pannelli fotovoltaici, raccolta delle acque piovane per l’inaffiamento del terreno di gioco, pieno rispetto delle normative FIFA e UEFA.

E, soprattutto, un rispetto ecologico altamente mirato utilizzando legno proveniente da foreste gestite in modo sostenibile e che non richiede energia fossile per la produzione. Quindi una struttura sicura, leggera ed ecologica. Il tutto per creare cose nuove, di pregio e perfettamente allineate per realizzare in Venezia qualcosa che si accompagna con la fondata richiesta in corso di ottenere per la città il ruolo internazionale di Capitale Mondiale della Sostenibilità.

Nel frattempo, perché non ampliare lo Stadio Penzo con tali strutture in legno, in un secondo momento esportabili nel nuovo stadio di Tessera, economizzando i costi?