Sembra che si stia lentamente risolvendo la carenza quantitativa dei medici di base a Venezia.
Il tutto rapportato, comunque, ad un numero spropositato di pazienti in carico ad ogni singolo “medico di famiglia” il che corrisponde, per conseguenza, ad un disservizio nei confronti dell’utenza. E questo non di certo per carenze, competenze o buona volontà dei medici a cui spetterebbe, a loro, giustamente il vocabolo di “pazienti”.
Vediamo, ora, cosa compete al medico di base:
tutelare la salute dei propri pazienti mediante attività di diagnosi, terapia, riabilitazione, prevenzione a livello del singolo individuo e della sua famiglia, e di educazione sanitaria;
garantire livelli essenziali e uniformi di assistenza, soddisfacendo i bisogni sanitari dei pazienti sia nell’ambulatorio sia al domicilio del paziente;
Nello specifico, i compiti del medico sono numerosi e consistono (cit.) nel
- gestire le patologie acute e croniche dei suoi assistiti;
- occuparsi dei pazienti in vari ambiti: l’assistenza programmata al domicilio dell’assistito (anche in forma integrata con l’assistenza specialistica, infermieristica e riabilitativa, in collegamento se necessario con l’assistenza sociale), l’assistenza programmata nelle residenze protette;
- fare visite domiciliari ed ambulatoriali a scopo diagnostico e terapeutico;
- chiedere la consulenza a medici specialisti;
- aggiornare la scheda sanitaria dei pazienti;
- redigere certificazioni obbligatorie per legge ai fini della riammissione alla scuola dell’obbligo, agli asili nido, alla scuola materna e alle scuole secondarie superiori;
- rilasciare certificazioni di idoneità allo svolgimento di attività sportive non agonistiche;
- rilasciare la certificazione per l’incapacità temporanea al lavoro.
Il medico di base può assistere fino a un massimo di 1.500 pazienti e deve garantire l’apertura dello studio per 5 giorni alla settimana, secondo i seguenti criteri:
Gli appuntamenti possono essere fissati sia attraverso prenotazione telefonica, sia con altre modalità. Il medico è contattabile durante gli orari di ambulatorio e con le modalità indicate ai propri pazienti, ma non è tenuto alla reperibilità, né può sostituirsi per i casi urgenti al Pronto soccorso o al 112. Se lavora in associazione è possibile rivolgersi agli altri medici associati solo per prestazioni non rimandabili al giorno successivo e nel rispetto degli orari e delle modalità organizzative dei singoli studi
Il medico è tenuto a inviare il certificato di malattia online direttamente all’Inps (anche se il lavoratore è iscritto a un altro ente previdenziale), entro 24 ore dalla visita; inoltre deve comunicare il numero di protocollo del certificato trasmesso al lavoratore, che a sua volta il lavoratore è obbligato a comunicarlo al proprio datore di lavoro.”
Quella appena evidenziata è solo una sintesi alquanto ristretta e incompleta delle mansioni del medico di base (per il dettaglio completo vedere il web).
Allora tutto bene e preciso?. Ma purtroppo si tratta solo di teoria.
Le realtà è ben altra e riguarda:
- come si può contattare il medico di base se tale medico condivide l’ambulatorio con altri 4/5 medici di base e tutti questi medici fruiscono contemporaneamente di un solo telefono?
- Come si può telefonare se a quell’unico telefono risponde una sola assistente amministrativa che contemporaneamente si trova davanti allo sportello innumerevoli pazienti con le esigenze più svariate? La conseguenza è: non rispondere al telefono. O trovare sempre il telefono occupato.
- Per sopperire in qualche modo sono state attivate, piattaforme web per ottenere farmaci ripetitivi direttamente in farmacia e per poter dialogare col medico. Il problema rimane in ogni caso perché, come per le telefonate, non si possono ottenere risposte se non svariati giorni dopo.
Conseguenza è che, per urgenze, bisogna farsi una autodiagnosi, da profani, setacciando il web, aspettare le ore serali che prenda servizio il medico di guardia che almeno prescriva medicinali per alleviare i dolori ed eventualmente andare ad intasare il pronto soccorso, anche se non è il caso, con ricoveri temporanei che spesso possono toccare anche le 20 ore.
Altro caso è se al medico di famiglia compete l’obbligo di redigere un documento in cui siano indicate le malattie pregresse del paziente pre-intervento ospedaliero. Anche in questo caso occorre recarsi materialmente (anche se si sta male) in segreteria dell’ambulatorio, fare un bel po’ di attesa che inevitabilmente (conseguenza covid) bisogna fare all’aperto sotto al sol leone o alle intemperie. E supplicare che il medico possa trovare il tempo per compilare il modulo.
In conclusione, si potrebbero risolvere molti problemi evitando che un concentramento di troppi medici di base nello stesso ambulatorio (con casi di concentramento anche di 7.500 pazienti) impedisca il funzionamento di segreterie amministrative e telefoni (a cui non risponde mai nessuno). Aumentando il numero di segretarie amministrative. Attivando un circuito web con risposte rapide. E, non è banalità, fornire ai pazienti un foglio con indicate le competenze e i dettagli assegnati al medico di famiglia.
Al di fuori di questo percorso, bisogna rivolgersi alle cliniche private, che non hanno il “Pronto Soccorso” e, se devono fare qualche intervento, hanno comunque necessità del modulo del medico di base. E… siamo alle solite.
Ma anche in questo caso si potrebbe risolvere consentendo alle strutture private di emettere una diagnosi che certifichi la necessità che la struttura pubblica intervenga con la propria organizzazione, cosa che attualmente non le compete nel rapporto col privato.

Giornalista pubblicista nato a Venezia nell’anno della Liberazione.
Dirigente, per 40 anni, dell’Università IUAV Venezia. Per due tornate anche consigliere di amministrazione.
Fondatore e direttore responsabile, per 25 anni, del periodico di cultura sportiva VE.Sport e del giornale on line VE.Sport.it.
Autore e coautore di 15 libri di sport tra cui: “In campo”, “Venezia 1907, una squadra metropolitana”, “La Reyer e i cento anni della pallacanestro a Venezia”, “Campioni x 30”, “Trentatreperiodico”, “Lo scudetto dimenticato”, “Pragmatico sognatore”.
Produttore esecutivo e sceneggiatore del documentario “Una Laguna, cento anni, mille gol” .
Redattore di “Basket 2000”, corrispondente de “I Giganti del Basket” e “Superbasket”.
Curatore, in periodi diversi, dell’Ufficio Stampa di Reyer, Venicemarathon, Nazionale Italia Volley a Venezia, Panathlon International Mestre.