Presentiamo una carrellata di pensieri sullâarte e sulla sua definizione. Hanno accettato di scrivere amici e collaboratori della testata che a vario grado con lâarte hanno a che fare o come produttori e autori o come fruitori o come particolarmente esperti nella critica. Alla fine tireremo qualche conclusione. E il seguito della rubrica nelle scritture successive sarĂ la scoperta o la riscoperta di talenti artistici in cui ritrovare le categorie e le parole di unâarte condivisa.
FEDERICO MORO
Ă opera dâarte qualunque prodotto dellâinvenzione umana che instauri un dialogo tra sĂŠ stessa e fruitore, in virtĂš della capacitĂ dâincorporare un significato condiviso, almeno parte di un sentire generale. Si tratta della ragion dâessere autentica del lavoro. Lâopera è tanto piĂš di valore quando riesce a far emergere nel fruitore qualcosa di non ancora esplicitato, evidenziando ciò che se ne stava nascosto sotto la superficie dellâapparenza.
Muovendosi sul terreno del linguaggio, dunque, acquista dimensione universale quando infrange la necessitĂ da parte del fruitore della conoscenza tecnica e della sfera personale dellâartista, cioè ha la capacitĂ di parlare a chiunque, prescindendo dal livello culturale. Proprio per questo, però, acquistano rilevanza gli aspetti relativi allâabilitĂ del creatore, il quale deve riuscire a coniugare il massimo di senso con la maggiore semplicitĂ . La quale non è mai povertĂ , ma prova di superiore
maestria.
CRISTINA GREGORIN
Per me, unâopera dâarte è un pensiero che genera altri pensieri. Accanto a quello che lâautore vuole trasmettere, intervengono sensibilitĂ personali e, insieme a queste, nuovi significati e associazioni. E perchĂŠ il genere umano è attraversato da sentimenti universali, lâarte ci porta in un flusso condiviso di passioni, immagini e concetti, a volte impervi.
In questa prospettiva umanistica, lâarte imposta dal mercato viene e poi se ne va. Gli attori ne accettano le regole, fanno girare il denaro e condizionano il gusto contemporaneo. Saranno le generazioni future, secondo i loro valori, a trattenere le opere che sono state capaci di interpretare la nostra epoca e di parlare a quella successiva.
Su questo campo di battaglia rimangono, però, tutti quelli a cui la scena artistica non ha dato unâoccasione, quelli che alla galleria, al concerto, al grande schermo non ci sono mai arrivati. Ă solo per questi artisti, sconosciuti e giĂ perduti, che io mi rammarico.
IVO ZUNICA
La parola arte ha due significati principali. Il significato generico è quello di perizia, conoscenza della tecnica usata e dei materiali impiegati; ma anche inventiva e immaginazione: Il tutto finalizzato alla realizzazione di un determinato prodotto fisico, un prodotto materiale. CosĂŹ câè lâarte del meccanico, quella del sarto e quella del ciabattino.
Poi câè il significato âaltoâ, estetico. Lâarte è, di nuovo, le cose anzidette: le comprende. Nessun pittore o scultore o poeta o scrittore o musicista può produrre alcunchĂŠ di âartisticoâ se non conosce la âgrammaticaâ. Ma la sua âgrammaticaâ non è necessariamente âalfabetizzazioneâ, non è per forza il conservatorio di musica o lâaccademia di belle arti. La sua grammatica, un artista può anche essersela inventata da sĂŠ: pure un analfabeta può essere artista. Può essere perfino un buon poeta. Ă un cosiddetto naif. Però per lâarte-Arte ci vuole qualcosa di piĂš: ci vuole uno sforzo dâintelligenza segreta del mondo e delle cose, ci vuole unâintuizione (spesso inconsapevole) per vedere, al di lĂ delle apparenze dei fenomeni, le segrete corrispondenze, il mistero e, vivaddio, la bellezza e lâarmonia del creato, delle anime, degli oggetti. Ma la bellezza, beninteso, sta anche nelle cose âbrutteâ, in un soggetto orrendo, nellâorrore, nella turpitudine, nella desolazione, ovunque. Lâartista è colui che le coglie e sa rappresentarle.
FRANCESCA BRANDES
Arte è ciò che deraglia dai binari consueti, ciò che perturba. Lâarte non rasserena, talvolta rischiara. Tuttavia, il suo fare chiarezza mette ordine, stabilisce dei punti fermi ineludibili che hanno a che fare con i principi, con lâetica. Lâarte è diritto dâespressione, innanzitutto, anche se ciò che si esprime può mettere in difficoltĂ . Distanza dalla costa, rischio: è questione carnale, si fa con ogni cellula del proprio vivere, taglia le giunture e la coscienza.
Ă scomoda lâarte, prevede dedizione, un costante cortocircuito dei sensi. Allo stesso tempo, necessita dâanalisi spietate: un continuo mettersi in gioco senza salvezza, con lâansia di esprimere e la consapevolezza di non riuscire appieno nellâintento. Frustrazione, inadeguatezza, e qualche isola di senso, luminosa e breve. Chi prosegue, senza venire a compromessi con il mercato, con le mode, senza scegliere soluzioni di comodo, non tocca riva. Sâinsiste, per quel frammento di cometa che abbaglia la notte e dura dentro.
ANNAMARIA REDOLFI DE ZAN
Arte è un lungo viaggio che quando intraprendi non sai dove ti porterĂ , dovrai passare attraverso mille esperienze e tecniche che ti porteranno ad espressioni di cui tu sarai il primo a stupirti, perchĂŠ lâarte è una generatrice di stupore, tu scopri ciò che non sapevi di avere dentro di te, câera, ma aveva bisogno di tempo per rendersi visibile .
Arte è meravigliarsi di quello che il lungo viaggio ha prodotto, che può essere un lungo viaggio , ma che può essere anche brevissimo come una folgorazione. Questo vale per la pittura come per la poetica! E penso a Kids. Poi penso a Morandi, il mio grande maestro, lento e pacato nella sua gestazione lentissima, penso alle sue rose , ispirate a rose di plastica in un vaso polveroso, piÚ vive e vere delle rose di maggio , perchÊ sublimate dalla sua capacità di dar loro una nuova vita per un nuovo mondo
FRANCO VIANELLO MORO
NellâantichitĂ il termine ars stava a significare la capacitĂ di fare qualche oggetto. La capacitĂ consisteva nella conoscenza delle regole, mediante le quali era possibile produrre un oggetto.
L’arte includeva quello che chiameremmo artigianato, piĂš una parte delle scienze.
Nei dizionari contemporanei è definita âEspressione o applicazione dellâabilitĂ creativa e dellâimmaginazione degli esseri umani, nella produzione di opere principalmente apprezzate per la loro bellezza o forza emotivaâ
Lâarte è la rappresentazione filosofica del pensiero del tempo e quindi il concetto di arte e la sua definizione cambia con i tempi e la storia.
Lâarte è un linguaggio universale, una forma di comunicazione per esprimere sentimenti, emozioni. Consente di creare attenzione, di apprezzarla o meno, di dialogare con lâopera ma soprattutto con sĂŠ stessi.
Lâarte è soggettiva, ogni artista propone a colui che osserva le sue opere, la propria rappresentazione, non la realtĂ .
Ogni particolare che lâartista aggiunge è personale e può essere considerato un indizio per risalire al suo stato dâanimo, al contesto o al messaggio che voleva dare.
ELISABETTA TICCOâ
Vorrei cominciare mutuando la mia idea di arte con le parole di un illustratore per me di elezione, Shaun Tan, che in una recente intervista a proposito del suo ultimo libro uscito, âCreatureâ, ha parlato in qualche modo usando le mie parole. Lui infatti dice, ed io credo molto in questo, che ââŚlâarte sia una forma di meditazione, di capacitĂ di essere attentiâŚ.Mi auguro spesso lâarrivo del momento in cui vedo qualcosa la prima volta, o in un modo diverso. Penso che questo sia il senso dellâarte, sia per lâartista che per il pubblico : ricordarci che câè sempre un altro modo di vedere le cose, di conoscerle. Il mondo non è sempre âsolo cosĂŹââŚâ
Ecco, anchâio, nel mio caso con la scrittura , credo si veda meglio il mondo, si guardino i suoi angoli nascosti,si senta la bellezza non detta di luoghi, persone, cose. Chi fa arte ha un occhio piĂš attento, piĂš complesso, piĂš generoso. Eâ in grado, al di lĂ delle forme in cui lo esprime, di cogliere la bellezza , di consegnarla agli altri, in un circuito virtuoso in cui la sua attenzione per le cose si traduce allâistante in comunicazione e condivisione collettiva.
Per tirare qualche conclusione….
Tutte queste testimonianze contengono delle costanti che aiutano a definire le peculiaritĂ dellâopera dâarte. Riassumibile in due pilastri che tutta la comprendono: il contenuto e la forma. Non può esistere lâuno senza lâaltra e si sorreggono a vicenda. Si è cercato di extrapolare da questi testi alcune parole chiave che tornano e ritornano e che sono raggruppabili nelle due categorie basiche.
La forma dellâarte
PERIZIA
CONOSCENZA TECNICA
CONOSCENZA DEI MATERIALI IMPIEGATI
CONOSCENZA DELLA GRAMMATICA
TECNICA
REGOLE PER PRODURRE UN OGGETTO
Il contenuto dellâarte
DIALOGO TRA OPERA E FRUITORE
SIGNIFICATO CONDIVISO
PARTE DEL SENTIRE GENERALE
PARLARE A CHIUNQUE
EMERGENZA DI QUALCOSA DI NON ANCORA ESPLICITATO
MASSIMO DI SENSO CON LA MAGGIORE SEMPLICITAâ
FLUSSO CONDIVISO DI PASSIONI, IMMAGINI E CONCETTI, A VOLTE IMPERVI
SFORZO DâINTELLIGENZA SEGRETEA DEL MONDO E DELLE COSE
LE SEGRETE CORRISPONDENZE, IL MISTERO
CIOâ CHE DERAGLIA DAI BINARI CONSUETI
QUALCHE ISOLA DI SENSO, LUMINOSA E BREVE
RAPPRESENTAZIONE FILOSOFICA DEL PENSIERO DEL TEMPO
GENERATRICE DI STUPORE
UNA NUOVA VITA PER UN NUOVO MONDO
LINGUAGGIO UNIVERSALE
UNA FORMA DI MEDITAZIONE
VEDERE LA BELLEZZA NON DETTA DEI LUOGHI
Sarebbe interessante sapere quanto ogni scrivente testimone si riconosce nei pensieri degli altri scriventi. Non poco, si direbbe perchÊ nel leggerli è sorprendente osservare come molti concetti ricorrono e si riprendono, facendo emergere un comune sentire.
Meno frequente e non di tutti è invece il riferimento alla perizia formale come elemento di base per ogni tipo di forma dâarte, forse ritenuto un requisito implicito, ciò che invece era all’origine l’unica riconosciuta peculiaritĂ dell’opera.
In ogni caso queste appassionate risposte vogliono per ora costituire un punto di partenza per un approfondimento di temi legati allâarte. E di problemi. Che brevemente elenchiamo con qualche nota:
lâarte e il mercato dellâarte. Il blandire i gusti di un pubblico da grandi numeri per vendere un prodotto abbassa la qualitĂ del prodotto? E viceversa forme espressive legate a fenomeni considerati di massa le esclude in partenza da una qualitĂ artistica?
Lâarte come professione. Eâ un tema questo legato al precedente. Si può vivere dâarte?
OggettivitĂ e soggettivitĂ dellâarte. Assodato, anche perchĂŠ ricorre in ogni pensiero qui espresso, che la dimensione emozionale e il deragliamento dai binari della semplice razionalità è una prerogativa di ogni produzione artistica, può esserci unâoggettivitĂ nella critica dâarte nel riconoscere nelle opere tale dimensione per giudicarne la qualitĂ . La sensibilitĂ di un messaggio varia da persona a persona e, a paritĂ di comunicazione artistica, câè chi ne è colpito e chi no. Ma è cosĂŹ?
Arte ieri e oggi. Eâ vero che nel tempo è molto mutata la sensibilitĂ per lâarte, che in partenza non richiedeva quei requisiti emozionali che poi si sono definiti nella modernitĂ . Ma câè una costante dellâarte immutata nel tempo?
Arte e cultura. Sono un abbinamento quasi scontato e ricorrente. Se cultura è sapere e conoscenza, in che modo lâarte attiene alla comunicazione della conoscenza?
Arte e funzione. Può la funzionalitĂ di un oggetto, creato quindi per uno scopo non primariamente artistico, ma utile per qualsiasi cosa e qualsiasi sia la sua dimensione, essere anche unâespressione artistica nel senso della comunicazione emozionale? Design e architettura lo confermerebbero, ma è cosĂŹ?
Arte e politica. Può essere lâarte incasellata nelle consuete categorie della politica ed essere di parte? O le trascende, con una sua autonomia per lâuniversalitĂ del messaggio? Può lâarte contenere un messaggio pedagogico o civile o portatore di scelte di parte?
