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Ho preso il mio tempo e l’ho messo in valigia per andare a guardare posti che non ho mai visto e che forse mai vedrò.

Mi sono seduta sulla luna e ho puntato il cannocchiale verso la Terra, fotografando coordinate irraggiungibili.

Ho rimesso tutto in valigia compreso i fotogrammi di cui mi sono innamorata, per prendermene cura.

Continuo ad accarezzarli di colori e ogni volta mi stupisco della bellezza della mia Terra.

Le origini

Intorno al 2015, nel mezzo di un mio percorso di formazione professionale sul tema della sostenibilitĂ  in edilizia, iniziato nel 2008, prende forza la convinzione che, ognuno nel proprio piccolo e con gli strumenti che ha a disposizione, possa avere un ruolo importante nel consegnare integra la nostra Terra alle generazioni future.

Il mio strumento è la progettazione di edifici. Il mio ruolo quello di convincere ad intraprendere un tipo di costruzione in linea con i principi della sostenibilità.

In quel momento si incastra e mette radici il progetto MyLoc: nella difficoltà a motivare i committenti, a convincerli ad intraprendere una strada complessa ma necessaria, cioè quella di investire, quando le detrazioni fiscali, o l’appello alla sensibilità ambientalista non bastano e nemmeno l’allarme nel raccontare scenari prossimi, in cui l’energia che conosciamo sarà poco accessibile e il clima peggiorerà di stagione in stagione, se il mondo non cambierà stile di vita e non si rispetterà il nostro pianeta.

Lo sviluppo del progetto MyLoc cresce in seguito ad una riflessione, dopo essermi imbattuta in uno studio di Frank White, che nel 1987 nel suo libro intitolato “The Overview Effect: Space Exploration and Human Evolution”, dopo aver intervistato 29 astronauti al ritorno dalle loro missioni spaziali, conia l’espressione Overview Effect, definendo così la sensazione comune di attaccamento al nostro pianeta, nata dall’averlo potuto vedere per la prima volta dal cielo: una bellissima piccola sfera, ma fragile e vulnerabile, appesa nel vuoto. 

L’effetto Overview quindi è un senso di connessione e di consapevolezza globale che si prova quando si ammira la Terra dallo spazio. Gli astronauti descrivono una sensazione di umiltĂ  e di responsabilitĂ  nei confronti del nostro pianeta, spingendoli ad agire per proteggere il nostro ambiente.

MyLoc – Valle di Ca’ Zane, Laguna di Venezia

Del resto lo stesso Juri Gagarin prima, nel 1961, vede con i suoi occhi la terra dallo spazio. Allora si consegnano al mondo immagini del pianeta da un punto di vista mai sperimentato, dal cielo.

Questa esperienza fu incredibilmente importante perchĂ© fornì uno sguardo totalmente nuovo sulla Terra. Gagarin fu il primo uomo a vederne la curvatura  e la vastitĂ  dell’oceano, oltre a rendere molto piĂą chiaro il concetto di un pianeta condiviso. In quel momento anche Gagarin capì che la Terra era un’unica e preziosa risorsa, che doveva essere preservata e protetta.

L’astronauta esclama il suo stupore nell’accorgersi da lì, dallo spazio, quanto bella sia, senza frontiere e confini. Se ne innamora, auspicandosi che tanta bellezza non venga distrutta dalle azioni dell’uomo.

Guardando giĂą verso il pianeta azzurro, l’astronauta rimane affascinato dalle infinite sfumature di blu e verde che si stagliano davanti ai suoi occhi. Da lassĂą, non ci sono confini, non ci sono differenze, solo un’immensa bellezza che lo lascia senza parole, consapevole che è l’unica casa che l’umanitĂ  ha e che è necessario proteggerla con tutte le proprie forze.

Il sogno del progetto MYLOC è in fondo quello di suggerire uno sguardo verso il nostro pianeta con occhi da innamorato e far nascere verso la Terra un sentimento di difesa e rispetto.

Il progetto

Il progetto MyLoc propone di portare questa sensazione di connessione con il nostro pianeta anche ai non-astronauti, attraverso un’esperienza virtuale nella quale si può esplorare il territorio, dal di fuori come in una nave spaziale in orbita. In questo modo, chi guarda le immagini del pianeta lo fa con una prospettiva differente e inedita, per riscoprire l’amore per il proprio ambiente, sensibilizzando rispetto alla necessitĂ  di proteggerlo e valorizzarlo.

MyLoc – Nuvole e Lenzuola – Porto Viro, Rovigo

Il progetto MyLoc è uno sguardo soggettivo del territorio attraverso l’occhio del satellite. Le immagini estratte, elaborate e stampate sono un oggetto, una parte di Terra virtualmente da adottare. L’adozione è codificata dalle coordinate dell’immagine scelta. Le coordinate consentono di andare a visitare quel luogo nel tempo, così da seguire la sua storia e soprattutto andare a controllarne lo stato nel tempo, così come si va a far visita ad un proprio caro.

Il progetto MyLoc è fisicamente un viaggio virtuale intorno al mondo, attraverso lo schermo del pc: con un semplice click del mouse, mi muovo lungo traiettorie virtuali, esploro la superficie della terra e ingrandisco o riduco l’immagine a piacimento. La mano attraverso il mouse gira il globo fino a che lo sguardo trova un qualcosa che attrae e di cui innamorarsi. Di quell’immagine uno screen shot consegna al mio archivio un fotogramma, pronto per essere elaborato: ritaglio e uso un software di editing per modificarla, fino a che raggiungo istintivamente l’immagine desiderata.

Le immagini delle coordinate sono il contenuto visivo del progetto, e la loro elaborazione e decontestualizzazione mette in risalto segni e disegni non visibili immediatamente durante il viaggio, ma che, una volta fissati, consegnano il luogo alla memoria del cuore. Ogni luogo diventa un oggetto da conservare, sognare ed amare, e si lascia interpretare in modo soggettivo, frutto di una magica apofenia.

MyLoc – Lampi – Palude della Rosa, Laguna di Venezia

In questo viaggio alla scoperta della mia Terra, da un punto di vista particolare, ho percorso quella linea che divide l’acqua dalla terra, che segna, unisce o divide sia quando esiste che quando non esiste più, lasciando cicatrici visibili. Lungo quella linea l’uomo costruisce e sovrappone linee a quelle della natura. Ho scrutato coste che si incontrano con città e fiumi che si perdono in deserti, montagne scavate da torrenti antichi. Ho trovato contrasti meravigliosi e disegni unici, parti di quella meraviglia che è il pianeta Terra.

L’immagine elaborata è caratterizzata dalla sua localizzazione geografica attraverso Latitudine e Longitudine, che indicano dove è stata catturata, l’indicazione geografica visiva sul planisfero. Il titolo nasce istintivamente dalla percezione delle linee scovate.La sua stampa ha formati sempre in proporzione 16/9, con visione orizzontale o verticale, ricordando la dimensione dello schermo dell’hardware utilizzato.

L’esposizione in corso

Siamo coscienti della necessitĂ  di operare in forma di laboratorio, di aprire lo squardo alla multidisciplinaritĂ , di indagare il Veneto quardandolo con una coralitĂ  di sguardi, come un equipaggio in una traversata, ognuno con il proprio vissuto ma assolutamente convinto di una rotta comune.

Affrontando gli spazi, non solamente quelli dei paesaggi personali (che siano naturali, antropizzati, od urbani, poco importa) ma anche rivolgendo lo sguardo all’abitato, agli spazi interni del costruito che lo compongono, includendo le persone che lo vivono e vi dimorano. Senza tralasciare sguardi documentali e critici, su temi attuali o che risultano essere, per ogni singolo autore, “serenamente inquieti”. (La Serena Inquietudine Del Territorio #1)

La Serena Inquietudine Del Territorio è un laboratorio virtuale per delle ricognizioni sui paesaggi del territorio veneto e le sue serene inquietudini.

Prima di questa esposizione, nel corso del 2021, i partecipanti a “La serena inquietudine del territorio” sono stati esposti con i loro lavori al Museo del Paesaggio di Torre di Mosto (VE) e presso la Galleria I. Battistella di San Donà di Piave (VE).

Tre pubblicazioni raccolgono il lavoro del gruppo e dei fotografi che presentano i loro sguardi attraverso relative calls: un numero zero (numero pilota) a cui è seguito il numero uno e il numero due.

Il 24 marzo, al Centro Culturale Candiani di Mestre Venezia, si è inaugurata la mostra fotografica del La Serena Inquietudine Del territorio, a cura di Giovanni Cecchinato, in collaborazione con Alessandro Angeli.

In mostra una selezione di alcuni sguardi soggettivi, tra cui alcuni del mio progetto MyLoc.

Le immagini in mostra, PRENDEREOLASCIARE_Strada CĂ  Roman Venezia, PANTONE2021_Valle di CĂ  Zane Laguna di Venezia, NUVOLEELENZUOLA_Porto Viro Rovigo, LAMPI_Palude della Rosa Laguna di Venezia, sono alcuni dei fotogrammi del progetto, che documentano il territorio veneto dal satellite, soggettivamente interpretato e portano alla luce ricami inquieti.

ISTAGRAM: @myloc_myearth

FACEBOOK: @mylocmyearth