Tra le tante forme di degrado urbano cui siamo sottoposti quotidianamente, spesso inconsapevolmente, una delle più irritanti è quella generata dai vari buchi urbani.
Irritante perchè è totalmente endogena al sistema civico, perchè gli autori hanno nomi e cognomi e le responsabilità oggettive sono altrettanto note.
Cerchiamo, innanzi tutto, di capire di cosa stiamo parlando: un buco urbano è un luogo, un’ area, un manufatto architettonico o anche un semplice elemento (p.e. un’ impalcatura decennale) dove si sia interrotta la relazione tra luogo – funzione – utenza.
Questa relazione è la linfa vitale che determina le caratteristiche e la qualità delle relazioni sociali ed economiche del tessuto urbano circostante.
In parole povere: un condominio avrà dei residenti che andranno avanti e indietro da casa, un parco coi bambini che giocano e gli anziani che si riposano, un negozio con dei clienti che entrano, un ufficio postale con degli utenti, ecc. ecc.
Si creano flussi sociali ed economici; si crea vita; si crea comunità civica.
Quindi, quando un imprenditore o un ente pubblico intervenga con nuova edilizia o ristrutturi quanto di già esistente, incide sicuramente sulle dinamiche della vita della città.
E questa è una responsabilità che l’ autore e l’ attore del progetto devono avere ben chiara.
Ora, invece, andiamo a vedere cosa può (e non dovrebbe) succedere nella realtà.
Se io vi chiedessi dov’è il “Centro Direzionale Commerciale Leonardo”, a Mestre, lo sapreste indicare?
Ne dubito fortemente.
Pur se, dopo quasi trent’anni dalla sua incompiuta edificazione, ci sarete passati vicino decine di volte.

Quello del Centro Commerciale Direzionale Leonardo (che potete ammirare a dx della rampa del cavalcavia provenendo da Marghera verso Mestre) è uno dei tanti esempi dell’ incompiuto architettonico e imprenditoriale, a sfondo speculativo, che affliggono la città.
Decadente presenza visiva e devastante spazio offerto in pasto al degrado umano, alla marginalità sociale e alla nefandezza urbana.
E non c’è nulla di peggio di quando il buco urbano diventa consuetudine visiva.
Ma non è l’unico non-luogo con cui dobbiamo confrontarci da anni.
Così, a memoria, velocemente…
– Area ex- Umberto Primo
– Palazzo ex-Ufficio tecnico provinciale
– Palazzo ex-Poste, lato della stazione ferroviaria
– Edifici residenziali in via Sansovino
– Edificio ex-Zanessi in Piazza “Barche”

Ma lo sono stati per anni e anni anche
– il rudere in via Mestrina
– il condomino in Via Pio X
– lo scheletro abusivo in Via Martiri della Libertà
– l’ area ex-Telve/Sip in Via Carducci
Un tristissimo elenco che potrebbe continuare per intere pagine.
Lasciando il compito di ricostruire i perchè e i per come delle singole vicende ai meticolosi giornalisti locali, quello che va evidenziato sono due aspetti del fenomeno:
in primis, l’ effetto devastante sulla qualità della città nel suo complesso; sulla sua estetica, sull’ impoverimento del contesto sociale ed economico e il danno che ogni progetto incompiuto apporta alla qualità della vita collettiva.
E, in secondo luogo, la mancanza di un atteggiamento proattivo dell’ amministratore, utile a prevenire e correggere le situazioni che si sono venute stratificando ormai da decenni.
Perchè, inutile dirlo, ci sono pesantissime responsabilità pubbliche in tutto questo, a prescindere dal colore politico delle varie giunte.
Sì ok, la proprietà privata è intoccabile, ma l’imprenditoria furfante va stigmatizzata come tale.
Sì ok, tu amministratore hai seguito l’ iter procedurale corretto, ma devi spiegarne la insipiente scelta di fondo
Si ok, tu amministratore puoi intervenire solo per motivi di sicurezza o dolo ma, puoi anche fare azioni di moral suasion no ?!
Sia chiaro che un’ area dismessa o un manufatto architettonico inutilizzato non sono oggetti appoggiati casualmente sul comodino e che posso spostare o nascondere a piacimento.
Sono presenze che entrano nella carne viva della nostra quotidianità.
Sono degrado visivo e fisico, obbligano a deviazioni nei percorsi, e mortificano lo sviluppo di interi settori urbani.
In ultima analisi, una domanda: chi protegge me cittadino, me comunità, me città, dallo scellerato agire di singoli individui, società o istituzioni pubbliche?
Ed è su questi aspetti che bisognerà cambiare passo, perchè anche e soprattutto questo è Rigenerazione Urbana.
E sicuramente una delle più importanti.

Laureato in Architettura allo IUAV, designer per vocazione, oggi si occupa di progetti di sviluppo e innovazione d’ impresa.