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29 Dicembre 2023RIGENERAZIONE URBANA Gentrification, un processo controverso
5 Gennaio 2024Aldo Biscardi, nelle sue settimanali trasmissioni sportive televisive è andato avanti per
molto tempo a invocare “ci vuole la moviola in campo!”.
A distanza di anni la “moviola”, come la chiamava Biscardi, in campo c’è arrivata sotto
forma del VAR televisivo a distanza ma le cose non sono per nulla migliorate e decisioni e
scelte dubbie sono aumentate creando frustrazioni varie.
Le prime frustrazioni le hanno subite e le stanno subendo gli arbitri, quelli in campo e quelli
addetti al VAR. Perché, nei casi dubbi da sanzionare, i pareri delle due tipologie di arbitri
troppo spesso divergono e l’arbitro che sta in campo, a due passi dal fatto in discussione,
viene sbugiardato da immagini televisive che, altrettanto spesso, influenzano giudizi
distorti a causa del “rallenty”, della tempistica reale, da simulazioni dei giocatori, dalla
potenza fisica del contrasto tra giocatori. Basta pensare a quanto amaro deve ingoiare
l’arbitro che è sicurissimo di aver visto giusto da due passi, salvo dover adeguarsi
all’intervento del VAR che lo smentisce con immagini apparentemente inequivocabili ma
che risentono delle défaillances di cui sopra.
Anche il responsabile VAR di turno può essere colpito dal dubbio e, come successo,
decidere di non intervenire, lasciando scorrere il palese intervento errato del collega sul
campo. Che, alla fine, sembra diventare un ossequioso non pestarsi i piedi tra colleghi.
Vediamo ad esempio due casi, successi prima di fine anno, allo Stadio Penzo in due
partite casalinghe consecutive degli arancioneroverdi.
Il 16 dicembre 2023 si gioca Venezia FC – Sudtirol, al limite dell’area lagunare in posizione
defilata e spalle alla porta veneziana il giovanissimo centrale difensivo arancioneroverde
contrasta il centravanti bolzanino, contrasto pulito e vinto dal giovane di casa, ma l’esperto
attaccante avversario fiondandosi su di lui tocca la punta del piede arretrato rispetto al
pallone già calciato via. Tuffo dell’attaccante che rimane a terra, l’arbitro a pochi passi di
distanza e in posizione di perfetta visibilità fa ampi cenni di alzarsi mentre il gioco
continua. Il centravanti non si alza e rimane a terra per qualche minuto mentre arbitro e
giocatori continuano le loro azioni. Solo quando il pallone esce dal campo, l’arbitro va a
rendersi conto di come sta “l’infortunato” che immobile sembra tramortito. Dopo un altro
po’ il VAR chiama l’arbitro, lo smentisce e lo invita a far battere un calcio di rigore (ma non
era stato detto che la decisione sull’entità dei contatti spetta solamente all’arbitro?). A quel
punto, l’infortunato si alza di scatto e si mette a correre verso il dischetto. Tiro e gol. Il
Venezia FC perde 2-3.
Il 23/12, sempre allo Stadio Penzo, il Venezia FC incontra il Lecco. In area lagunare arriva
un cross che si avvia sul fondo campo e lontano dalla porta. Contrasto ostruzionistico più
ipotetico che reale in quanto si toccano leggermente spalla dell’uno con il petto dell’altro.
L’arbitro sembra leggermente girato rispetto all’azione. Ma, nell’incredulità generale,
decreta il calcio di rigore. Il Var nemmeno si sogna di intervenire. Rigore e gol che
condizionerà tutta la partita, finita 2-2. Nei minuti successivi del primo tempo due contrasti
piuttosto duri in area bolzanina non vengono sanzionati ed anzi l’attaccante
arancioneroverde Johnsen viene ammonito per simulazione mentre il Var, anche in questo
caso, tace.
Nello scorso campionato il Var aveva annullato un gol su rigore tirato da Pohjanpalo per
avere lo stesso colpito il pallone con “doppio tocco” (doppio tocco? Ma come si fa???).
Sempre nello scorso campionato e sempre a Pohjanpalo il Var ha annullato un gol perché
prima che il pallone arrivasse al centravanti arancioneroverde un giocatore lagunare aveva
commesso un (ipotetico) fallo in posizione ininfluente rispetto all’azione del gol.
Casi come quelli indicati erano stati ipotizzati, temuti, criticati (e visti) proprio da un
importante arbitro di Serie A già dopo qualche mese dall’introduzione del Var.
Forse sarebbe utile limitare l’uso del Var solo per accertare le posizioni di fuorigioco
(tracciamento della linea teorica disegnata al computer), analogo tracciamento per
accertare se il pallone abbia superato la linea di porta. Accertare i falli di mano in area.
Mentre per il resto lasciare il giudizio solo all’arbitro e agli assistenti di linea. Oppure…
aggiungere al Var l’intelligenza artificiale per misurare scientificamente la potenza degli
spintoni, la velocità del tocco di palla, l’intensità dei calci sugli stinchi, le simulazioni e varie
altre amenità.