COSTUME E MALCOSTUME C’era una volta la scuola
19 Settembre 2022RIGENERAZIONE URBANA Il fiume che divide e che unisce: la “Città del Piave”
20 Settembre 2022Nella varietà di autori e di temi che ha contraddistinto finora le mie scelte per questa rubrica, questa è forse la prima volta in cui, davanti ad un testo letterario, decido di scriverne per i contenuti cosiddetti “generazionali” in esso presenti, più che per lo stile o l’appeal del plot narrativo. Sally Rooney e il suo “Dove sei, mondo bello?” sono stati, per me, insomma, una vera e propria possibilità di indagine all’interno di una generazione, quella dei trentenni di oggi, a cui l’autrice appartiene essa stessa, un tentativo di avvicinarmi ad una dimensione del mondo e ad una riflessione su di esso fatte da giovani adulti che continuano ad interrogarsi su come fare a navigare tra le acque della difficilissima contemporaneità in cui viviamo senza annegare, e sembrano a lungo convincersi che annegare forse sia l’unica possibilità.
Avevo letto anche l’opera prima di questa autrice ,”Parlarne tra amici”, che nel 2017 aveva esordito con un successo grandissimo e la traduzione in venti lingue. L’avevo apprezzato già allora per questo quadro inedito per me della visione dell’autrice allora ventiseienne sul mondo, la vita, il sesso, l’amicizia, la letteratura. C’era molta carne al fuoco, la freschezza dell’immagine del mondo da parte di una ragazza-scrittrice con tutte le sue speranze e le sue disillusioni, ma si sentiva che doveva ancora decollare, l’amicizia lesbica tra le due protagoniste sapeva forse di sensazionalismo letterario, o, piuttosto, di un antipolitically correct autorizzato implicitamente dai lettori potenziali. Insomma, un po’ troppo esplicito per essere del tutto convincente.
Bene, nel caso di questo che si presenta come il terzo libro uscito a firma di Rooney, pur con la tendenza a ricostruire la formula dell’amicizia al femminile, a far baluginare di nuovo la possibilità di un approccio bisex da parte di alcuni protagonisti, di rimettere al centro del racconto una figura di ragazza scrittrice di successo che viene in qualche modo risucchiata dal suo stesso successo, si percepisce senz’altro una maturazione nell’immagine del mondo che appare anche nel bellissimo titolo , migliore in inglese (Beautiful World, Where Are You?), tratto da una poesia di Friedrich Schiller, che ci viene consegnata in un poker di personaggi, due al maschile due al femminile, che danzano davanti a noi fino alla fine della vicenda, accompagnandoci nei loro incontri, scontri, avvicinamenti ed allontanamenti, tentativi di capire e di capirsi, fino ad un finale che risulta pacificatorio e, forse, come l’unica risposta che il mondo è sempre riuscito a dare anche di fronte agli interrogativi più feroci.
La struttura del libro è interessante: si alternano infatti al suo interno due dimensioni narrative : capitoli in terza persona, ricchi di brevi descrizioni fulminanti della natura o di dettagli delle persone in oggetto, molta narrazione, ma anche scorci di accuratissima descrizione, e lunghe , lunghissime e.mail che le due amiche, lontane fisicamente per lungo tempo, si scambiano toccando temi universali sui quali entrambe si soffermano, incapaci di darvi risposte, ma sciorinando così davanti ai nostri occhi di lettori un parere “giovane” sulle cose, la letteratura, l’amicizia, il sesso, la bellezza del mondo, appunto. Eileen, quella delle due che si occupa di redazione in una rivista letteraria, mi ha commosso quando ha cercato di evidenziare, in una sua pratica della “felicità in dettaglio”, la tecnica da lei usata in tale contesto: “Ho iniziato con l’idea di scrivere una breve annotazione ogni giorno, giusto una riga o due, che descrivesse qualcosa di buono. Immagino che per “buono” intendessi qualcosa che mi rendeva felice o che mi procurava piacere. …Foglie di sicomoro secche e capovolte che corrono come artigli lungo la South Circular Road. Il sapore burroso ed artificiale dei popcorn al cinema. Il pallore giallognolo del cielo serale. Thomas Street in un velo di bruma. Cose così…”.
Ma tra i sensi che aiutano a sostenere la vita, si apre , tra le righe delle mail, anche una nota prolungata sull’intelligenza, che sostiene ed aiuta le loro vite a scoprire la bellezza del mondo :”…Perché la mia intelligenza doveva essere una, e forse una sola ne esiste di cui tutti gli uomini sono coabitanti. Una intelligenza sulla quale ognuno, dall’intimo del suo corpo particolare, volge i proprio sguardi, come a teatro, dove, se ognuno ha il proprio posto, in compenso c’è un’unica scena”.
Molto viene detto sulla presunta bellezza del mondo attuale, sopraffatto dalla bruttezza di edifici, interventi, oggetti e materiale che imbruttisce il mondo e lo porta all’annientamento.
C’è ovunque , nelle parole di queste due trentenni, un sincero desiderio di dare voce all’ansia per un mondo che non sa dare più risposte al loro bisogno di gioia e condivisione, e in questo si inserisce anche la storia delle coppie parallele che si costruiscono faticosamente dal’inizio alla fine del libro , in una ricerca della possibilità dell’amore che nasce dall’amicizia, o di un rapporto di coppia durevole che prende spunto da un appuntamento Tinder . Le due figure maschili di Simon e Felix sono entrambe interessanti, nello sforzo di interagire adeguatamente, all’interno delle loro così diverse essenze umane, con le complesse personalità femminili di Alice ed Eileen.
C’è una ultima nota che sento urgente prima di chiudere il pezzo, ed è la seguente : ho scordato di dire che l’autrice è irlandese, e chi scrive ha avuto nella propria vita negli ultimi trent’anni una frequentazione regolare con questo Paese e con i suoi abitanti, nonchè una particolare attenzione alla produzione letteraria irlandese . Tutti gli autori più significativi di questo Paese sono passati tra le mie mani, e confesso che ho cercato anche in Rooney di ritrovare, mutatis mutandis, alcuni temi importanti che tale letteratura mi ha sempre strasmesso.
Temi letterari, di paesaggi, di tradizioni e di immagini familiari, che avevo visto coniugati in mille forme in differenti autori. Ho cercato, cercato, ma i millennial irlandesi sembravano aver molta vita virtuale e sempre meno legami con la loro tradizione e la loro identità di sempre, come d’altro canto i millennial di tutto il mondo rispetto ai loro Paesi di appartenenza.
Mi ero quasi rassegnata a questa constatazione generale, quando, in uno degli ultimi capitoli del libro, in una festa familiare a cui i quattro protagonisti partecipano, in un paese sulla costa occidentale, improvvisamente si richiede a chi voglia tra gli invitati ,di cantare una canzone della tradizione. Ed alcuni cantano, e vengono citati i titoli, ed uno dei due ragazzi, Felix, canta con una bellissima voce ed un intento profondo la canzone che ha scelto.
Ecco, in quel momento ho ritrovato magicamente tutte le occasioni della mia vita irlandese in cui ho sentito cantare o suonare il piano e cantare durante i tantissimi incontri tra amici a Dublino o nei suoi dintorni. Ed ho pensato, leggendo quelle pagine e risentendo quella musica nel mio spirito profondo, che l’anima irlandese giace sempre lì, forse sepolta in un luogo un poco più distante, ma esiste, pronta a consegnare al mondo la propria bellezza.
SALLY ROONEY, Dove sei, mondo bello?, Einaudi 2022