MICHELA SCIBILIA: la mia città dei prossimi 5 anni
13 Agosto 2020ALESSANDRO SANTI: la mia città dei prossimi 5 anni
15 Agosto 2020Luminosi Giorni, con spirito di servizio al fine di accrescere la consapevolezza per il prossimo voto alla Amministrative del Comune di Venezia, ospita una serie di interventi di personalità che riteniamo offrano spunti di riflessione per un voto ponderato e consapevole. Gli amici che hanno cortesemente offerto il loro contributo provengono da aree culturali, politiche e ideali le più diverse e offrono visioni talvolta molto confliggenti tra loro. Ma mai banali. Come Redazione ci piace pensare di poter contribuire a un confronto sereno e non fazioso sui temi che riguardano il futuro della nostra città. Alcuni degli autori scenderanno personalmente nell’agone elettorale. A loro, indistintamente, va il nostro in bocca al lupo e a tutti, candidati e no, un sentito grazie per la collaborazione.
In questi ultimi anni la situazione veneziana si è andata ulteriormente degradando tanto che provo un certo disagio vedere il luogo dove sono nato e vissuto diventare ogni giorno sempre più estraneo, e dove aumenta l’incapacità di riconoscere aspetti della vita veneziana che contribuivano a rendere la città lagunare tra le migliori per le condizioni di vivibilità. E non sono il solo, con alcuni compagni delle elementari abbiamo condiviso questa situazione e predisposto un Manifesto per Venezia. Ma non bastano le parole occorrono anche i fatti e spendersi in prima persona. Ecco allora la mia determinazione ad entrare in Consiglio Comunale per essere un protagonista del risorgimento di questa comunità, conscio delle difficoltà che potrò incontrare, ed anche per invertire la tendenza di sentir dire “ormai!”.
Come immagino la capitale del Veneto tra cinque anni?
Vorrei sgomberare il campo, prima di tutto, dall’idea di ricercare colpe o responsabilità. Semplicemente vorrei guardare avanti.
Solo con la coda dell’occhio osservare il passato per non commettere gli stessi errori.
La Città per essere considerata tale deve avere i cittadini (anche se può sembrare una banalità), quindi il tema della residenzialità ha bisogno di essere messo come priorità in qualsiasi programma di governo. Attraverso il recupero delle abitazioni pubbliche (anche assegnando appartamenti a chi si propone di restaurarli scalando la spesa dall’affitto) e incentivando l’affittanza privata (il Comune può essere garante tra il locatore e il locatario ed incentivando fiscalmente chi non trasforma il proprio patrimonio abitativo per farne B&B). Stiamo assistendo anche ad un incremento degli alberghi nella terraferma che rischiano di svuotarla a favore dei viaggiatori. Se ci sono gli abitanti tornano anche i negozi, e a questo proposito favorirei il consorziarsi dei piccoli commercianti che acquistando quantitativi importanti di merci, e poi distribuendole capillarmente, potrebbero praticare prezzi più bassi sotto casa.
Venezia per il suo splendore ha sicuramente una vocazione turistica ma ciò non può soffocare tutto il resto. È necessario limitare il numero di presenze giornaliere che può avvenire solo contingentandone il numero, distribuendo nel tempo gli arrivi e disincentivando il turista mordi e fuggi.
L’Amministrazione comunale deve saper governare e non subire il turismo. Anche perché, come si è visto in questo periodo di pandemia, la monocultura turistica rischia di portarci al default.
È indispensabile, pertanto, aiutare a diversificare le professioni, utilizzando spazi pubblici per startup e attività che richiedono lavoro più specializzato (Arsenale e isole possono essere perfette per questo scopo).
Venezia che del mare ha fatto la sua ricchezza deve potenziare il ruolo di centro internazionale di studio e ricerca sulla difesa ambientale dei mari e degli oceani.
È doveroso riconsiderare l’acqua come risorsa ed elemento distintivo da valorizzare e non più come ostacolo da superare il più velocemente possibile.
Nei prossimi cinque anni si dovrà mettere mano alla progettazione di un sistema di trasporti pubblici che veda coinvolti i cittadini utenti e che sia sia veramente eco sostenibile (l’investimento iniziale si può ripagare risparmiando poi sui carburanti).
Le grandi navi non potranno più entrare in laguna.
Il punto di attracco dovrà essere spostato in un primo tempo a Marghera senza scavare altri canali e in un secondo tempo pensare ad un porto esterno alla laguna. In una condizione globale di cambiamenti climatici e di innalzamento del medio marino si costringerebbero le navi, anche mercantili, a rimanere fuori in attesa della bassa marea. Il canale dei petroli può ritornare, così, a dimensioni compatibili con l’ecosistema lagunare.
Attraverso incentivi (anche regionali come in passato, ma anche attraverso la legge speciale), come avviene per le automobili, sarà favorito l’acquisto di imbarcazioni tipiche lagunari che avranno bisogno di manutenzione e quindi di un artigianato specializzato.
Venezia può ritornare ad essere un’eccellenza nei servizi alla persona così che viverci non sia più difficoltoso che nelle altre città: asili nido che assolvano le esigenze delle famiglie; superamento di ogni barriera architettonica che impedisce ai diversamente abili e alle persone anziane di circolare liberamente senza dimenticare di fare convenzioni con l’ASL per decentrare i presidi medici. Per fare questo si può accedere ai fondi europei.
Con determinazione, poi, questa comunità potrebbe diventare ”total green”: l’energia elettrica e il riscaldamento centralizzato prodotti in loco (sempre utilizzando fondi per progetti europei), la raccolta immondizie totalmente differenziata, anche attraverso una canalizzazione ramificata (che ridurrebbe drasticamente il traffico dei mezzi della Veritas), possono essere obiettivi fattibili in un numero di anni ragionevole (certamente più di cinque).
I giovani hanno bisogno di spazi aggregativi adeguati e l’amministrazione può rendere disponibili i suoi, ma può favorire, anche, l’incontro con il mondo scolastico e universitario con il mondo culturale, religioso e sportivo così da non rischiare una cesura generazionale recuperando tradizioni e un modo di vivere senza la fretta delle metropoli.
La città della Biennale d’Arte, della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, della Fenice e di importanti musei non può non avere spazi di produzione cinematografica, televisiva, teatrale e musicale. La zona bonificata di Marghera può a tutto diritto essere sede di queste attività (la spesa e gli investimenti, in questo caso, sarebbero a carico dei privati).
Immagino Mestre, Marghera e gli altri quartieri della città di terraferma dove la cultura (che non è un’attività con cui non si mangia) diventi protagonista al pari della città d’acqua. Spazi per eventi già ci sono bisogna accogliere le proposte che provengono da chi ha idee.
Maggior forza si devono dare alle tradizioni e alle feste popolari creando un vero servizio di sportello unico che semplifichi la richiesta e renda possibile a tutti i comitati organizzarle.
Anche i mercatini dell’usato e delle antichità devono trovare spazi adeguati dove poter esercitare, con continuità, le loro proposte. Lo sportello unico per le feste potrebbe assolvere anche a questa incombenza.
Non sono utopista, so che c’è molto da rimboccarsi le maniche, e che la politica è l’arte del compromesso (aggiungo nobile) per cui si devono conciliare più anime e interessi, ma l’esperienza fatta in passato nel Quartiere ha dimostrato che quando si è convinti si possono portare a casa i risultati.
Chi è Fabrizio Fiori: classe 1958 insegnante di scuola secondaria di secondo grado da sempre vive a Venezia. Laurea in Tecniche Artistiche e dello Spettacolo presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Per alcuni anni all’Ufficio Scolastico Territoriale si è occupato di Politiche giovanili, del Forum dei Genitori e di progetti con caratteristiche regionali e nazionali. Ha ricoperto la carica di segretario del Partito Popolare nel centro storico. Per dieci anni consigliere di Quartiere dove ha ricoperto anche la carica di vice presidente. Candidato al Consiglio Comunale per il Partito Democratico a sostegno di Baretta Sindaco.