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19 Novembre 2025Il Porto, il nostro vicino impegnato: un patrimonio che lavora per la città
Un sistema moderno, tecnologico e strategico che sostiene l’economia e amplia lo sguardo della nostra comunità.
Il Porto, il nostro vicino impegnato: un patrimonio che lavora per la città
Per molti cittadini della terraferma il Porto rimane un “vicino misterioso”.
È accanto a noi, eppure lontano dallo sguardo quotidiano: non si vedono più le navi che entrano in Marittima, non si scorgono i moli di Porto Marghera, non passano più davanti agli occhi i convogli diretti ai terminal. A differenza degli aerei che decollano sopra le nostre teste, il lavoro portuale resta silenzioso, quasi invisibile.
Eppure il Porto c’è. E lavora, ogni giorno, con una presenza discreta ma decisiva.
Non è nostalgia del passato, né retorica industriale: oggi il Porto rappresenta un sistema avanzato, tecnologico, strategico per l’intera area urbana e metropolitana. Un ecosistema moderno, complesso, fondamentale per l’economia e per l’occupazione.
Molti dei dati che lo descrivono — e che aiutano a restituirne la reale dimensione — sono aggiornati al 2024 e provengono direttamente dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale.
Un sistema complesso che non si vede, ma che incide su tutto
Il Sistema Portuale Veneto — Venezia, Porto Marghera e Chioggia — è un’infrastruttura che opera 365 giorni l’anno, 24 ore su 24.
Comprende oltre 30 chilometri di banchine, 27 terminal, collegamenti stradali e ferroviari interni, aree industriali e logistiche che insieme formano una sorta di “città nella città”.
L’area operativa supera i 2.000 ettari, pari al 5% dell’intero territorio comunale.
Solo Porto Marghera conta 1.447 ettari, una delle zone industriali e logistiche più estese e articolate del Paese.
Questi numeri non sono retorica: sono la base di un’attività produttiva che sostiene il territorio.
Le aziende che gravitano sul sistema portuale generano un valore di produzione di circa 6,6 miliardi di euro, pari al 27% dell’economia comunale e al 13% di quella metropolitana (dati AdSPMAS, 2024).
È, dunque, un motore nascosto ma essenziale.
Le competenze: il capitale umano del Porto
Uno degli aspetti meno percepiti è la qualità del lavoro portuale.
Nei porti di Venezia e Chioggia operano oltre 1.500 aziende, con più di 21.000 addetti diretti.
Considerando l’indotto, si superano le 92.000 unità tra occupazione diretta, indiretta e indotta.
Al suo interno convivono professioni molto diverse e altamente specializzate:
- piloti e rimorchiatori
- operatori dei terminal e gruisti
- tecnici della logistica e della movimentazione
- spedizionieri, agenti marittimi, doganalisti
- personale della sicurezza e della vigilanza
- meccanici, elettricisti, informatici
- ferrovieri e autotrasportatori
È un universo che richiede competenze specifiche, studio, aggiornamento continuo.
E contiene anche una presenza femminile in crescita, soprattutto nei reparti più tecnologici.
Un porto che cambia: transizione green e innovazione
Il Porto non è più il luogo “sporco” o rumoroso che molti ricordano.
La trasformazione in corso è evidente e passa per scelte concrete: digitalizzazione, efficientamento energetico, mezzi elettrici, pannelli fotovoltaici, nuove infrastrutture.
Tra gli esempi più recenti, le maxi-gru elettriche e-RTG in arrivo dalla Cina per il terminal Vecon: macchinari di nuova generazione che sostituiranno le vecchie unità diesel, riducendo drasticamente emissioni e consumi.
A questo si aggiungono i progetti legati alla transizione energetica, alla logistica ferroviaria, alla smart mobility interna e agli investimenti programmati nel quadro della Zona Logistica Semplificata (ZLS).
Il Porto è diventato un laboratorio di innovazione.
Un impatto che attraversa il territorio
Nel 2024 sono transitate oltre 4.280 navi nei porti lagunari, con un +3,5% di merci movimentate a Venezia e +8,8% a Chioggia rispetto all’anno precedente.
I settori coinvolti spaziano da:
- agroalimentare
- siderurgico
- energetico
- chimico
- general cargo
- Ro-Ro e traghetti
- crocieristico
La ricaduta non si limita ai traffici: riguarda servizi, aziende del territorio, opportunità professionali e filiere produttive che si estendono ben oltre la laguna.
Un orizzonte da guardare con occhi nuovi
Forse è arrivato il momento di restituire al Porto un posto più chiaro nella nostra immaginazione collettiva.
Non serve celebrarlo, basta conoscerlo.
Perché è un’infrastruttura che sostiene la città oggi, e che può sostenerla ancora di più domani, se sapremo valorizzarne il capitale umano, le innovazioni e le potenzialità.
Il Porto non è lontano: è un orizzonte che lavora per noi, ogni giorno, anche quando non lo vediamo.
E raccontarlo significa semplicemente riconoscere una parte importante del nostro presente.



