Primarie, come?
24 Dicembre 2022CONO DI LUCE Tutte le storie di Vinigo e la Val Boite al centro del mondo con Federico Moro
28 Dicembre 2022In una trasmissione TV durante la recente campagna elettorale a Brugnaro, presente in rappresentanza di Noi Moderati (il rassemblement di cui faceva parte il suo Coraggio Italia), fu posta la domanda se il fatto di partecipare, loro moderati, a una coalizione decisamente di destra non li mettesse in qualche modo in imbarazzo. Il Nostro rispose con candore e sincerità che (riporto il senso della risposta, non ricordo le parole esatte) non c’era alcun problema: lui a Venezia ha in maggioranza Lega e FDI e non si sente minimamente condizionato. Il non detto, implicito ma chiarissimo, era che tanto comandava lui. Ed è (era?) vero. Ovviamente, nel contesto della trasmissione, ovvero lo scenario nazionale, la risposta era priva di senso ma qui interessa il fatto che in tal modo rivelava quello che del resto è evidente a tutti: da quando è Sindaco, Brugnaro ha finora disposto della sua maggioranza come ha voluto.
Lo ha potuto fare grazie al successo della trovata dello schieramento fucsia. Un’aggregazione sufficientemente indistinta, che attingeva (molti) voti a destra ma senza caratterizzarsi troppo come tale, con una narrazione “neutra” di efficienza e pragmatismo e soprattutto con la sua persona, imprenditore di successo, come biglietto da visita. Riuscendo ad attingere a piene mani nell’elettorato moderato, senza particolari sentimenti di appartenenza politica, e dunque privo di rappresentanza, che non si riconosceva né nel mainstream del PD né nella sinistra ambientalista più o meno estremista. Insomma, un capolavoro politico: prendere tutti i voti di destra fornendo simultaneamente la garanzia che la destra non avrebbe toccato palla.
Le elezioni si sono poi celebrate e hanno prodotto uno tsunami. Noi Moderati ha ottenuto un risultato risibile che fa ragionevolmente pensare sia la pietra tombale sulle ambizioni nazionali del Sindaco; ma il dato politico di rilievo è il grande successo di FDI che ha catalizzato molto del voto di destra, prosciugando Lega e Forza Italia. Qui però interessa quello che è avvenuto nel Comune di Venezia, soprattutto in rapporto ai risultati delle Comunali del 2020. La somma di FI e Lega è rimasta sostanzialmente analoga (leggermente in calo) e si è verificato un enorme travaso di voti tra Noi Moderati (3,9% alle Politiche, fucsia 31,67% alle Comunali) e FDI (25,5% alle Politiche, 6.56% alle Comunali). In sintesi, le Politiche di settembre hanno fotografato una distribuzione del consenso all’interno della composizione di centro destra in città che è lontanissima da quella con cui si era imposto il Brugnaro bis.
È certamente vero che il voto alle Politiche ha natura diversa da quello delle Comunali ma resta il dato politico di un cambio di rapporti di forza e comunque il voto di settembre coglie un certo appannamento del “sistema fucsia”, del resto quasi fisiologico complice il fatto che Brugnaro è al secondo e ultimo mandato. Ne sono indizi gli abbandoni di alcuni consiglieri fucsia, in Comune e in Municipalità, migrati a FDI (o al misto) e certe manifestazioni di insofferenza tra gli stessi fucsia. Forse insomma d’ora in poi non sarà solo il Sindaco a dare le carte.
Un primo “caso” è nato sul tema limitazione delle locazioni turistiche (LT nel seguito). Non voglio soffermarmi sul tema specifico ma lo utilizzo come cartina al tornasole. Ricapitolando: in tema LT Brugnaro è sempre stato piuttosto schierato. In tempi non sospetti aveva messo la “zeppa” dell’obbligo di fossa settica e in seguito ha coerentemente invocato poteri maggiori per poterle regolamentare (che è un eufemismo per dire limitarle). Infine è stato accontentato col famoso Emendamento Pellicani che non è certo la soluzione ottimale ma comunque un’arma in mano all’Amministrazione (unica in Italia). Brugnaro non aveva mai esercito questi poteri straordinari fino alla strana dichiarazione, fatta scivolare in un’occasione informale, circa la necessità (o opportunità) di chiedere ai locatori turistici la sottoscrizione di un Regolamento con il quale essi si impegnano a che i loro ospiti si attengano ad alcune elementari regole diciamo di “buona creanza”. Decisamente nulla più di un pannicello caldo, oggettivamente una decisa frenata sul tema limitazioni alle LT, tema su cui FDI, guarda caso, si è sempre schierata in senso contrarissimo ad ogni limitazione. Qualcuno (chi scrive tra questi) ha pensato che si fosse piegato alla real politik e avesse dovuto prendere atto della radicale opposizione di FDI e del potere negoziale nel governo cittadino di quest’ultima che prima non aveva. Senonché, poco dopo, ha cavato dal cilindro l’obbligo di cambio destinazione d’uso per chi loca a turisti per più di 120 giorni all’anno (verosimilmente in forza delle competenze dell’Emendamento Pellicani) il che sarebbe un colpo durissimo (per una serie di motivi su cui non indugiamo) per i locatori. Insomma, un braccio di ferro ancora aperto, staremo a vedere che succede.
Ma ai fini del ragionamento generale, qui preme sottolineare è che è lecito aspettarsi che questa seconda parte del mandato di Brugnaro possa essere diversa dal one man show cui abbiamo assistito finora. Staremo a vedere e soprattutto vedremo che se si rivelerà eventualmente una cosa buona o cattiva.
Ma l’aspetto più intrigante è il “dopo”. Ovvero lo scenario che ci aspetta quando saremo chiamati a eleggere il nuovo Sindaco. Facciamo l’ipotesi, che ritengo abbastanza verosimile, che FDI “tenga” ai livelli di consenso attuali. Se così fosse, saremmo di fronte a una situazione molto singolare: il partito più forte in città sarebbe un partito pressoché privo di radicamento sul territorio, di “storia”, direi quasi di riconoscibilità. E pure di personalità politiche (locali) di peso. FDI finora ha espresso degli Assessori “tecnici” (peraltro apprezzabili) e un unico, storico, profilo politico in senso proprio: Raffaele Speranzon, da sempre titolare della rappresentanza (unica, appunto) di quel campo. Ma, oggettivamente, ammesso e non concesso che ne abbia l’ambizione, può Speranzon nutrire velleità di conquistare Cà Farsetti?
Dunque, nel centro destra si aprono scenari ignoti. Difficile che abbia chance una candidatura fucsia, per i motivi suddetti. Neppure è pensabile che Lega e Forza Italia possano esprimere un candidato, per mancanza di peso. FDI avrà il pallino in mano ma manca come visto di radicamento. In altri termini: 1) non si vede all’orizzonte un deus ex machina alla Brugnaro che unifichi il voto di centro destra; 2) è difficile immaginare che FDI rinunci a esprimere un candidato che comunque non è alle viste; 3) se alla fine il centro destra esprimesse la sola candidatura FDI, questa sarebbe molto poco “baricentrica”.
In altre parole, è verosimile che l’elettorato moderato e privo di rappresentanza di cui parlavo all’inizio torni contendibile. Si profila dunque un contesto non prevedibile fino a poco tempo fa e del tutto inedito. Vedremo se le forze politiche oggi all’opposizione sapranno giocare una partita intelligente..