CONO DI LUCE Mastro Geppetto: un padre per sempre
19 Aprile 2022Prenotazione anti overtourism. Sentiamo.. Stefano Colovini
3 Maggio 2022Il delirio (secondo la ormai celeberrima definizione di Agostini) del weekend di Pasqua ha plasticamente dimostrato che, passata la pandemia, l’overtourism è tornato come e anzi più minaccioso di prima. Non era scontato – si ricorderanno i molti commenti dei mesi scorsi in cui si sprecavano i “niente sarà più come prima” – ma soprattutto ha sorpreso la rapidità del ritorno a numeri ante pandemia se non superiori. Fenomeno forse dovuto anche a un “rimbalzo” psicologico che dopo la lunga segregazione ha moltiplicato la voglia di muoversi delle persone. Indurrebbe a pensarlo anche il fatto che, anche al di fuori delle classiche Roma, Venezia e Firenze, le città d’arte sono state tutte prese letteralmente d’assalto: Verona ha registrato lo stesso numero di visitatori della città lagunare, Napoli più di 200.000. Il problema dell’overtourism è un fenomeno oggettivo e generale (non a caso abbiamo posto un’immagine di copertina non scattata a Venezia) e ciò crea la consapevolezza e la generale accettazione del fatto che si devono, hic et nunc, prendere provvedimenti.
Ci sono in proposito alcune (perlomeno potenzialmente) buone notizie.
- Una volta tanto la constatazione che la città ha un limite fisico di sopportazione è stata, in linea di principio, corale (d’altra parte è difficile negare l’evidenza).
- Altra ottima notizia è che c’è pure una sostanziale condivisione sul mezzo con cui perseguire la limitazione: ovvero la prenotazione preventiva. Di altre soluzioni (vere o presunte) si era dibattuto in passato: i tornelli (francamente, a parere di chi scrive una non soluzione), all’ambizioso ma difficilissimo da implementare Pass4Venice, alle chiusure della sola Piazza S. Marco, a improbabili campagne di promozione tese a deviare il flusso di turisti in altre località limitrofe. Non sappiamo se sia la migliore scelta possibile ma almeno una scelta è stata fatta. Un punto fermo.
- Infine, ma non ultima, la dichiarazione dell’Amministrazione che in questi due anni di magra si è lavorato e una piattaforma informatica per la gestione delle prenotazioni è già pronta per la sperimentazione operativa già dal prossimo mese di luglio.
Lo diciamo subito, per quanto scontato: la prenotazione non è certo né l’unica leva per affrontare il problema overtourism (per esempio, un altro tema decisivo è la proliferazione di posti letto, alberghieri e no, di cui molte volte abbiamo trattato) e l’abnorme presenza di visitatori è solo uno dei tanti aspetti di un quadro più generale che riguarda la stessa esistenza in vita di Venezia come luogo vissuto e non come un parco a tema.
Ma in questa sede vogliamo rimanere sul punto specifico e pratico, vista anche l’imminenza della messa in pratica. Quindi focalizziamoci su questo punto specifico.
Sappiamo il quando (subito), sappiamo il cosa (la prenotazione) non sappiamo bene il come. Perché ovviamente la questione è estremamente complessa e ci sono molti aspetti applicativi, che attengono ad aspetti politici ma pure meramente operativi e pratici, che vanno decisi e declinati. Noi d redazione di Luminosi Giorni ci siamo posti alcune domande:
- La più importante: qual è la soglia massima “X” cui plafonare il sistema? Scelta non facile perché se i posti letto ufficiali sono 82.000 è ovvio che questo X dev’essere superiore a questo (non avrebbe senso che un Comune si doti di un certo numero di posti letto e poi non accetti almeno il numero di visitatori pari a questo). Ora, 82.000 è già un numero enorme (e pure probabilmente sottostimato!) e quindi il “margine di manovra” è di per sé risicato. In ogni caso, la madre di tutte le domande è: quanto deve essere il numero X massimo di visitatori? Domanda che, declinata in altri termini equivale alla seguente: quanti visitatori giornalieri giornalieri (ovvero: quelli che non sono ospitati in strutture ricettive di qualsiasi tipo) sono accettabili?
- L’art. 16 della Costituzione recita: Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche. Ne consegue che la prenotazione non può porsi come una assoluta “proibizione” di venire a Venezia. Ovvero, la prenotazione potrà solo applicare il principio del “bastone e della carota”. Ovvero un sistema di deterrenti e di incentivi. Vediamo prima questi ultimi. Si parla di facilitazioni a chi prenota (musei, trasporti). Ma qui il diavolo si nasconde nei dettagli. Intanto perché per essere davvero una carota devono essere consistenti. Ma in tal caso, da un lato “costano” dall’altro lato sarebbero un incomprensibile (e iniquo) privilegio per chi pernotta. Per chiarire: un turista che viene in albergo, spende per la camera, presumibilmente lascia denari a ristoranti e bar, spende il sovrapprezzo della tassa di soggiorno e si paga per intero il biglietto del vaporetto. Un turista pendolare che non porta altri denari solo perché prenota per tempo ha pure lo sconto per il vaporetto o i Musei? Ma non solo: ci sono molti visitatori giornalieri a cui la famosa carota non fa nessun effetto: non gli interessa andare per Musei, non prendono un mezzo pubblico, si portano magari da mangiare al sacco.. sono puri consumatori di suolo e quindi sostanzialmente impermeabili a qualsiasi meccanismo incentivante. Resta dunque il deterrente: il “bastone”. Ovvero la tassa di ingresso o ticket (ammesso che questa non sia vista come essa stessa in conflitto col dettato dell’art. 16 che recita quel liberamente..). In ogni caso, dando per scontato che sia ammissibile, la tassa di ingresso difficilmente può costituire un’arma ”da fine del mondo”. E soprattutto poi se i visitatori dall’intero Veneto ne sono esclusi.
- La gestione delle “eccezioni”.. Anche noi residenti dobbiamo procurarci un QR code permanente?.. e i proprietari di case? E quelli che vengono ospiti in una casa di amici? E quelli che vengono per lavoro? Non c’è il rischio di un effetto boomerang per cui la prenotazione finisce col costituire un ulteriore elemento di fuga delle attività direzionali dal centro storico?
- Il QR deve essere applicato sempre o solo in determinati giorni (es. weekend e festivi nei mesi aprile – settembre + Carnevale)?
- La gestione dei controlli. Ci potranno essere dei tornelli in Stazione al massimo ma non è certo una soluzione sufficiente. Come dovrebbero essere gestiti? Non pare facile immaginarsi squadre di controllori che girano per la città e a caso chiedono a chi passa per strada “mostrami il QR code”..
Come Redazione abbiamo ritenuto utile portare queste domande ad alcuni protagonisti della vita politica ed economica della città, a cui abbiamo chiesto il loro parere personale sulle possibili risposte e, possibilmente, anche una risposta “tecnico-operativa” sulle criticità di carattere applicativo.
Nei giorni a venire vi proporremo il loro punto di vista.