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15 Maggio 2022Come preannunciato https://www.luminosigiorni.it/2022/05/prenotazione-anti-overtourism-sentiamo-la-citta/ abbiamo aperto un tavolo di confronto sul tema della imminente applicazione della prenotazione per la limitazione e/o regolamentazione degli accessi in città a varie personalità in città, ponendo loro 5 domande precise.
Già rettore di Ca’ Foscari, Sindaco di Venezia, Ministro, Presidente del Porto.. è impresa improba tentare di ripercorrere l’imponente curriculum del cortese ospite di questa puntata. Leggiamo le originali osservazioni di Paolo Costa.
Qual è, a tuo parere, la soglia di “plafond” massimo a cui puntare tramite il meccanismo delle prenotazioni?
Ci sono concettualmente due plafond. Quello (90.000/giorno) che consente di sfruttare al massimo col turismo “il genio dei padri e la curiosità dei foresti” subordinando a questo — sostanzialmente rinunciandovi — ogni altra funzione urbana (produttiva, residenziale, ricreativa) e quello (40000/giorno) che, al contrario, salvaguarda funzioni produttive centrali e una qualità residenziale accettabile, subordinando a queste il massimo sfruttamento turistico. La scelta è politica e dovrebbe essere fatta dalla Politica (comune, regione e stato) . Vedi mio articolo “Quanti turisti a Venezia? Sul Corriere del veneto del 10 maggio 2022. Una possibile strategia di applicazione del plafond potrebbe immaginare di partire dal far rispettare (prenotazione obbligatoria) la soglia 90.000 per due anni salvo poi ridurla anno dopo anno per arrivare a imporre la soglia 40.000 tra 10 anni. La soglia 40.000 potrebbe essere sostituita da una soglia mobile data dalla media del numero dei residenti e degli occupati non turistici in Venezia storica. Nel 2019 questa media era pari a 44.695, dal momento che la popolazione residente era pari 52143 abitanti e l’occupazione non turistica pari a 37.248 unità. L’impiego della soglia mobile avrebbe il vantaggio di rendere “conveniente” anche al mondo turistico veneziano veder crescere la popolazione residente e/o l’occupazione non turistica.
Detto che la prenotazione non potrà configurare una proibizione assoluta a venire in città (per non confliggere con l’art. 16 della Costituzione), come pensi sia più efficace attuarla?
La prenotazione ha senso se legata al rispetto assoluto di una soglia (il plafond indicato sopra). Il rispetto dell’articolo 16 della costituzione va contemperato con il rispetto degli articoli 2 e 3 della stessa carta che dovrebbero consentire di far valere l’art.1 della Carta europea dei diritti dell’uomo nelle città (carta di Saint Denis 2000) che recita:
Art.1.1 La città è uno spazio collettivo che appartiene a tutti gli abitanti, i quali hanno il diritto di trovarvi le condizioni necessarie per appagare le proprie aspirazioni dal punto di vista politico, sociale ed ambientale, assumendo nel contempo i loro doveri di solidarietà»
È evidente che una presenza turistica oltre la soglia impedisce ai residenti veneziani di realizzare i propri diritti a vedere soddisfatti bisogni giornalieri basilari (negozi, scuole, ospedali, etc.). En passant sono gli stessi diritti attorno ai quali ruota l’idea della città a 15 minuti pensata in clima da transizione ambientale rafforzata dall’esperienza Covid 19
Gestione operativa e pratica delle “eccezioni”.
Ancora una volta dipende dall’approccio riassunto nel plafond (90000 o 40000?) con il plafond 40000 ”eccezione” sono i turisti – che infatti vanno ferreamente contingentati —non tutti gli altri utenti della città; con il plafond 90000 e oltre i turisti sono la norma e i “cittadini” l’eccezione. Se i cittadini si sentono eccezione, prima o dopo se ne andranno. Non vedo, purtroppo, alternative a una sorte di green Pass Venezia concesso a tutti coloro che hanno diritto ad un uso non turistico di Venezia (la lista delle “eccezioni “ al contributo d’accesso contenuta nel Regolamento comunale mi sembra esaustiva). Non ha invece alcuna giustificazione l’esenzione estesa agli abitanti del Veneto “a prescindere”.
Applicazione dell’obbligo di prenotazione.
Va applicato sempre tutti i giorni a garanzia dello spazio riservato all’attività urbana da proteggere rispetto all’invadenza turistica, ma anche per suggerire ai visitatori potenziali di programmare la visita e spalmarsi su giorni nei quali il plafond massimo non è ancora raggiunto
Gestione dei controlli.
Da mutuare—ottenendo le necessarie coperture legislative o amministrative- alla gestione del “green Pass” anti Covid. Automatico e permanente per gli utenti urbani temporaneo per i turisti.