Curiosità, preoccupazione, sconcerto
23 Maggio 2018Insegnanti allo sbaraglio
25 Maggio 2018Impazzava alcuni giorni fa sui social e non solo (pure il Gazzettino vi ha dedicato un articolo) un commento postato su Tripadvisor di una sedicente trilly B circa la sua visita a Torcello. La nostra gentile visitatrice, dal cui profilo apprendiamo essere di Roma e avere un’età compresa tra i 25 e i 35 anni, ha intitolato la sua visita a Torcello con un eloquente “Desolata” seguito dal seguente commento (merita trascriverlo per intero): “Purtroppo la visita a Torcello è stata inutile. Siamo stati portati lì dal battello che faceva il giro delle isole di Burano e Murano ma a nostro avviso ci hanno portato anche a Torcello per far lavorare i negozianti perché altrimenti non ci andrebbe nessuno. Dopo un lungo viale a bordo dell’acqua, comunque insignificante, arrivi ad una piazza dove c’è una chiesa ovviamente a pagamento con due bancarelle e poi torni indietro. Decisamente niente di interessante né dal punto di vista architettonico né dello shopping”.
Il commento, postato su Facebook da terzi, ha suscitato un vespaio di commenti, tutti (comprensibilmente) tendenti allo scandalizzato ed al sarcastico. Molti vi hanno visto la palmare rappresentazione dello scarso livello del turismo veneziano e dell’abisso che c’è tra l’offerta culturale, artistica e storica della città e le capacità ricettive di molti dei turisti che la affollano.
Tutto vero. Però riflettiamo un momento: il “successo” del post di Trilly (ormai una vera star..) non si spiega con la banale considerazione dell’ignoranza di molti turisti. Questa è cosa nota e stranota, che ovviamente si applica a tutto l’orbe terracqueo e non solo a Venezia, ed è sempre stato così. Semplicemente essendo oggi il turismo assai meno elitario di un tempo, è consequenziale che la percentuale di turisti cui l’arte interessa punto sia progressivamente aumentata. Nel ‘700 c’erano 10 turisti e uno di loro si chiamava Goethe.. oggi ovviamente non è più così. Aggiungiamoci che l’oggetto del contendere è oggettivamente impervio: la bellezza di Piazza S. Marco è intelligibile anche da animi meno coltivati, il fascino del Cristo Pantocratore un po’ meno…
Insomma, Trilly ha fatto notizia non perché è ignorante; peraltro non è detto che lo sia: articola bene il discorso, scrive correttamente né.. né.. (e non è da tutti), magari è discutibile quel un “viale a bordo dell’acqua” (Trilly cara, ma allora non è un viale no?!) ma nel complesso se la cava. Ed è sciolta ed efficace nel profluvio di altri commenti che ha postato ovunque sia andata (una vera stakanovista di Tripadvisor). C’è evidentemente dell’altro: è proprio il messaggio, cosa scrive e come lo scrive, a conferirle un fascino sinistro ed intrigante.
Una non cultrice dell’arte veneto bizantina magari scrive “boh, io sono riuscita a vedere tutta ‘sta bellezza” non l’inappellabile “decisamente nulla di interessante” sapendo di essere letta da molti. Parla di una chiesa e non si accorge che sono due, si crede smaliziata (“ci hanno portato qui per far lavorare le bancarelle”), si lamenta che in mezzo alla Laguna, lontano da tutto e da tutti, non c’è possibilità di shopping! (riferimento costante anche negli altri commenti) però le scoccia pagare per entrare in chiesa..
La nostra Trilly è una specie esemplare e preziosa. È giovane e girerà il mondo con la sua garrula sicumera ancora per molto tempo, trilla compulsivamente i suoi commenti e quindi è pure un’opinion maker. Il suo commento vale quanto un’indagine di settore sul turismo contemporaneo. Ci rivela che molti turisti (non tutti) della prima epoca nella storia dell’uomo in cui il turismo è un fenomeno di massa avranno la stessa autorefenzialità, presunzione e insieme superficialità che traspare dalle righe di Trilly.
E se per quanto ci riguarda li mandassimo direttamente all’outlet di Noventa?