Coronavirus la quarta lezione, l’Europa e l’economia.
17 Aprile 2020La crudeltà dei numeri
25 Aprile 2020Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo contributo di ANDREA GUSSO Ormai da più parti emerge l’importanza della Scienza a supporto delle decisioni adottate dalla Politica. La prima è un sistema di conoscenze, che procede progressivamente nella ricerca della verità con enunciati fondati su risultati di una scrupolosa indagine condotta con metodi formali che ne garantiscono una intrinseca validità. La politica, intesa come esercizio del governo, è invece un processo che si compie all’interno di quel “campo di forze” che si instaura nel complesso delle interazioni umane e perciò sempre soggetto all’incertezza del compromesso. Benché questa insuperabile inconciliabilità di fondo le caratterizzi, quando si verificano evenienze che palesemente delineano un’insidia, estrema e generalizzata, i decisori politici ricorrono apertamente e senza alcun indugio all’autorevolezza della comunità scientifica. Ciò per individuare azioni conseguenti che in larga misura si possano ritenere le più efficaci e opportune. È quanto abbiamo verificato in queste ultime settimane durante le quali, nelle sedi politiche, tutte le attenzioni erano tese a inquadrare la strategia di difesa più razionale da contrastare a un contagio atipico per virulenza e nocività. Se l’approccio scientifico è dunque quello ritenuto più affidabile, se esso fornisce le indicazioni più congrue e sensate a partire da piccoli gesti quotidiani, perché non farne ricorso anche in altre situazioni di manifesta pericolosità indotta da comportamenti collettivi (1) (2) (3) (4)? Così come, a suo tempo, si è ritenuto doveroso prescrivere un capillare, rigoroso e attento controllo nel contrasto della guida senza cintura di sicurezza, del fumo negli spazi condivisi, del rifiuto dei vaccini e ora per fronteggiare il pur umanamente comprensibile rigetto delle restrizioni a libertà fondamentali, imposte per arginare la propagazione del contagio. Si pensi, ad esempio, al deterioramento della qualità dell’aria che respiriamo che, soprattutto nella Pianura Padana, da molti anni pregiudica la salute pubblica (5) (6) (7). Se il particolato atmosferico (stessa dimensione dei batteri) sfugge all’immediata percezione del cittadino, i dati forniti dall’OMS (8) (9) (10) e unanimemente dalla comunità scientifica descrivono, con buona approssimazione, una realtà delle cose che comporterebbe un tasso di 40.000 morti premature l’anno in Italia riconducibili all’inalazione di polveri sottili: come se cascasse un aereo ogni due giorni. E il D. Lgs. n. 155/2010 ne prende atto (11)! Come pure la Commissione Europea che ha deferito il nostro Paese alla Corte di Giustizia per inquinamento atmosferico (12) (13). Del resto già l’anomala distribuzione dei tassi di mortalità dell’epidemia di SARS, nelle regioni più endemicamente vessate da inquinamento atmosferico, indusse il governo cinese al finanziamento di una ricerca scientifica per stabilire l’entità di una eventuale correlazione tra indebolimento della risposta fisiologica all’infezione e l’ambiente (14) (15) (16) (17) . Lo studio delle cause e degli effetti dell’inquinamento da polveri sottili è in continua evoluzione (18) (19), ma alcune soluzioni per arginare il fenomeno sono già di consolidata acquisizione (20). Probabilmente austere, crude e difficili da digerire dal punto di vista del necessario investimento pubblico e del sacrificio individuale di ciascuno. Ma, come fu fatto per il fumo di sigaretta sul finire degli anni ottanta del secolo scorso, bisognerà arrivare a una formale valutazione sull’impatto dei costi socio-sanitari che l’inquinamento da polveri comporta. Alla luce della crisi totale che stiamo vivendo, associazioni e comitati civici avvertono la necessità di riconsiderare e approfondire il nodo problematico del particolato atmosferico in maniera costruttiva, propositiva, ponendolo al centro del dibattito pubblico come oggetto di scelte strategiche indifferibili.
References (1) J. Ciencewicki et al. – “Air pollution and respiratory viral infection” – 2008 – Inalathion Toxicology 19: 14, 1135- 1146 (2) K. Kutsoyanni et al. – “Confounding and effect modification in the short-terms effect of ambient particles on total mortality” – 2001 – Epidemiology 12: 521-531 (3) M. Lin et al. – “Coarse particulate matter and hospitalization for respiratory infection in children younger than 15 years in Toronto” – 2005 – J. Immunol. 165: 3934-3940 (4) C. Pope et al. – “Lung cancer, cardiopulmonary mortality and long-term exposure to fine particulate air pollution” – 2002 – J. Am. Med. Assoc. 287: 1132-1141 (5) P. Crosignani et al. – “Effetti a breve e lungo termine dell’inquinamento atmosferico” – 2009 – Fondazione IRCSS Istituto Nazionale Tumori Milano (6) R. Ridolfi – “Marghera e non solo. Tutela della salute pubblica ed analisi delle fonti inquinanti” –2017 – OMCeO Venezia (7) Vari – “S.E.N.T.I.E.R.I. – Quinto rapporto 2019” – 2019 – Epidemiol. Prev. 43 (2-3) Suppl. 1: 1-208 (pgg. 70-73) (8) M. Martuzzi et al. – “Health impact of PM10 and Ozone in 13 italian cites” – 2006 – World Health Organization (9) Vari – “Review of evidence on health aspects of air pollution” – 2013 – REVIHAAP Project, Technical Report (10) AR. Alessandrini et al. – “Air pollution and mortality in twenty-five Italian cities: results of the EpiAir2 Project” – 2013 – Epidemiol. Prev. 37: 220-9 (11) D. Lgs. n. 155 del 13 agosto 2010 (12) Direttiva 2008/50/CE (13) Comunicato stampa Commissione Europea del 7 Marzo 2019 – Gazzetta Ufficiale UE: 2019/C309/01 del 13/09/2019 (14) Y. Cui et al. – “Air pollution and case fatality of SARS in the People’s Republic of China: an ecologic study” – 2003 – Environ. Health 20: 2-15. (15) B. Cui et al. – “Viral aetiology of acute respiratory infections among children and associated meteorological factors in southern China.” – 2015 – Infect. Dis. 15:124 (16) H. Lin et al. – “Long-term effect of ambient PM2,5 on hypertension and blood pressure and attributable risk among older Chinese adults” – 2017 – Hypertension 69: 806-812 (17) JH. Ma et al. – “Long-term exposure to PM2.5 lowers influenza virus resistance via down-regulating pulmonary macrophage Kdm6a and mediates histones modification in IL-6 and IFN-β promoter regions.” – 2017 – Biochem Biophys Res. Commun. 493(2): 1122-1128 (18) R. Nenna et al. – “Respiratory syncytial virus bronchiolitis, weather conditions and air pollution in an Italian urban area: an observational study” – 2017 – Environ. Res. 158: 188-193 (19)Sistemi informativi ambientali ISPRA – Serie Storiche Emissioni – Informative Inventory Report 2020: http://www.sinanet.isprambiente.it/it/sia-ispra/serie-storiche-emissioni/informative-inventory-report/view (20) Progetto PREPAIR LIFE15 IPE IT013 – Po Regions Engaged to Policies of AIR ( http://www.lifeprepair.eu/ )