Vestire la fascia
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22 Giugno 2023In questa testata abbiamo affrontato innumerevoli volte il tema locazioni turistiche in città; non riporto, per non tediare il lettore, i link ai molti articoli precedenti, comunque facilmente rintracciabili. Abbiamo sempre convintamente sostenuto che la proliferazione incontrollata delle locazioni turistiche è una delle cause (certo non l’unica) dello spopolamento della città e, insieme, costituisce un fattore che impatta in modo significativo sul fenomeno dell’overtourism. Detta in breve, se si ritiene che oltre un certo limite la città letteralmente scoppi (andando anche a detrimento della stessa esperienza del visitatore, per tacere dei disagi di chi ci vive), e se questo limite – vuoto per pieno – si situa intorno ai 100.000 visitatori, è ovvio che avere una potenzialità di 82.500 posti letto (nel solo Comune di Venezia!) rende quantomeno impervia qualsiasi politica di contenimento. E hai voglia di parlare di prenotazioni, di ticket o quant’altro per i visitatori giornalieri.. se si parte da una base così vicina alla soglia di sopportazione con già i soli pernottanti, la leva di azione è giocoforza spuntata.
Vero è che alcune delle argomentazioni delle associazioni dei locatori sono almeno in parte fondate (non mi dilungo per non uscire fuori tema) e che una guerra senza quartiere a questo tipo di attività sarebbe velleitaria e perfino controproducente; quindi, non abbiamo mai tenuto un atteggiamento “talebano” sulla questione ma resta il fatto che rimaniamo convinti che quantomeno una regolamentazione tesa al contenimento (obiettivo minimo la non ulteriore proliferazione) sia necessaria.
Il fenomeno a Venezia assume, per l’evidente singolarità della situazione del centro storico, un’evidenza e un impatto devastante ma ormai il fenomeno delle locazioni turistiche è diventato così pervasivo e diffuso che anche altre città hanno cominciato a occuparsi della cosa, anch’esse constatando che, senza una limitazione del fenomeno, il famoso “mercato” porta a desertificare i centri storici delle città (massime ovviamente quelle turistiche). In questo senso, un lavoro paziente e ammirevole è stato portato avanti da associazioni cittadine come OCIO e ATA (Alta Tensione Abitativa) che hanno fatto rete con molte altre amministrazioni per creare un movimento di opinione (ne abbiamo dato conto su Luminosi Giorni in due occasioni) che inducesse il Governo ad occuparsi in prima persona del problema. E non solo le Associazioni: anche l’Amministrazione di Venezia per la verità si era data da fare, sia introducendo, con un colpo di genio, la “zeppa” dell’obbligo di fossa settica, sia sottoscrivendo un “Decalogo” con la città di Firenze nel quale in sostanza si chiedevano poteri di intervento in materia da parte dei Comuni.
Infine, nella precedente Legislatura, grazie al lavoro dell’on. Pellicani, il Governo Draghi ha concesso effettivamente poteri speciali al (solo) Comune di Venezia con quello che ormai è conosciuto da tutti come Emendamento Pellicani. Uno strumento certamente perfettibile (a dir poco) ma di enorme significato anche perché per la prima volta si impone juxta lege la possibilità di limitare l’attività di locazione turistica, infrangendo il tabù dell’inviolabilità della proprietà privata. Possibilità di cui finora il Sindaco Brugnaro non si è avvalso, nonostante egli stesso avesse in precedenza invocato pieni poteri.. Anche in questo caso, non stiamo ad approfondire.
Questo il pregresso, verboso ma necessario a inquadrare il tema. Cosa è successo poi? È successo che l’attuale Governo, più precisamente il Ministro del Turismo Daniela Santanchè, ha ufficialmente colto il “grido di dolore” che veniva dalle città (o forse è meglio dire che ha colto il grido di dolore dei portatori di interessi.. ma non voglio anticipare) e, dopo una serie di incontri con le Categorie interessate, ha predisposto una bozza di Disegno di Legge intitolato Disciplina delle locazioni di immobili ad uso abitativo per finalità turistiche. Insomma, perlomeno dal titolo, sembrerebbe proprio voler entrare, come si dice, con i piedi nel piatto. Analizzeremo dunque nel prosieguo questo DDL.
Il testo enuncia subito gli (asseriti) scopi del provvedimento: La presente legge, al fine di fornire una disciplina uniforme a livello nazionale volta a fronteggiare il rischio di un turismo sovradimensionato rispetto alle potenzialità ricettive locali e a salvaguardare la residenzialità dei centri storici ed impedirne lo spopolamento, definisce i principi..
Peccato che nel testo poi non ci sia pressoché NULLA che vada nella direzione dichiarata. Le uniche disposizioni operative sono infatti:
- L’introduzione di un codice identificativo nazionale (CIN) che annulla e sostituisce quello regionale, ove esistente (e nel Veneto esiste già, quindi nulla cambia).
- La previsione, con alcune eccezioni, che la locazione debba essere di almeno due notti (vietato cioè affittare per una sola notte). Acqua fresca..
- L’individuazione (all’art. 5) della tipologia di attività in forma imprenditoriale che peraltro riferisce ad un disposto di legge (la 178/2020) preesistente che fissava una soglia di 4 appartamenti gestiti (anche riferito all’attività di intermediazione e gestione) oltre la quale scatta l’obbligo di attività professionale (quindi non, per esempio, col godimento della cedolare secca). Mi riferisce un operatore nella locazione turistica che di fatto chiunque già oggi segue le locazioni di più appartamenti fa già un’attività professionale e quindi in pratica anche questo disposto è ininfluente.
Va detto che, con tutta la buona volontà, non si riesce a non leggere questo DDL come una colossale presa in giro. Sarebbe esercizio interessante chiedere al Ministro Santanché in quali passaggi del testo è possibile rintracciare anche la parvenza di misure tese “a salvaguardare la residenzialità nei centri storici”.. È chiara invece l’impostazione concettuale (devo dire anche legittimamente propria di un Ministro convintamente di destra). La proprietà privata non si tocca, le locazioni turistiche non hanno alcuna responsabilità nella desertificazione dei centri storici delle città turistiche e business is business. L’unica concessione è quella di regolarizzare e formalizzare l’attività combattendo il nero. La stessa disposizione per cui le locazioni turistiche debbano obbligatoriamente locare per almeno due giorni è una finta limitazione. Già oggi le prenotazioni di un solo giorno sono percentualmente risibili e già scoraggiate dagli stessi locatori (per evidenti motivi di economicità di gestione). Oltretutto è una misura abbastanza priva di senso: non si capisce perché se un malcapitato deve obbligatoriamente pernottare in un luogo (per vedere un concerto, un evento sportivo o sostenere una visita medica in orari particolari) debba essere limitato nella scelta di dove pernottare. Finisce dunque per essere una inutile vessazione verso i visitatori e senza alcun effetto di deterrenza.
Questo è quanto. Non a caso, la bozza di DDL è stata salutata con soddisfazione dalle organizzazioni che rappresentano le categorie interessate. Nulla in merito alla da più parti auspicata delega alle Amministrazioni Comunali di introdurre autonomamente qualche forma di limitazione come, per la sola Venezia, dispone il cosiddetto Emendamento Pellicani. Questo frustra le aspettative (di cui abbiamo dato conto Invertire la tendenza | Luminosi Giorni) di chi punta ad addivenire precisamente ad una legislazione nazionale che effettivamente si ponga l’obiettivo di limitare il fenomeno.
Che resta da fare.. va detto che stiamo parlando di un DDL. Meglio ancora: di una bozza di DDL. Quindi ci sono in linea di principio spazi per modificare anche significativamente il disposto di legge. Temo non ci sia da farsi molte illusioni ma in ogni caso è già qualcosa che il tema sia stato posto e sarà interessante vedere come le forze di opposizione si comporteranno. Sarà importante fare sentire a Roma le voci del territorio e fare leva sulla rete di contatti che proprio le associazioni veneziane hanno coltivato negli anni.
E, per quanto riguarda la partita a Venezia, il silenzio che circonda l’Emendamento Pellicani (che come ricordato, dà a Venezia la particolarità di poter, unica in Italia, intervenire attivamente) è sempre più assordante. Il Sindaco aveva (e noi avevamo apprezzato) a lungo invocato poteri speciali in questo senso. Ma da quando li ha ottenuti non ha fatto assolutamente nulla. Sarebbe ora di chiedergliene conto.
© immagine di copertina: HospitalityNews