COSTUME E MALCOSTUME Che ne sarà dei dialetti italiani?
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11 Settembre 2023Condivido nel merito gran parte del discorso di Calenda, ma mi viene un dubbio sul tipo e l’efficacia della sua comunicazione. Ha risposto certo in modo appropriato alle domande dello speaker e sui temi del dibattito politico quotidiano. Ma, in quale veste è andato lì? Non come ministro o come capo di un’azienda, ma in qualità di leader di un partito.
È banale dirlo: se si parla in pubblico bisogna tener presente almeno due cose: a chi ci si rivolge, e nel caso di Cernobbio era la classe dirigente oltreché politica del paese, e chi si rappresenta.
Allora mi domando, come capo partito, Calenda ha dato un’immagine di quello che dovrebbe essere Azione? Giusto entrare nel dettaglio di alcuni problemi che oggi sono sul tavolo, l’approccio pragmatico e concreto sulle cose al di fuori di ogni vincolo di schieramento. Ma in che cosa si distingue Azione, perché il “cittadino comune” dovrebbe votarla? Perché fa un richiamo generico alla Costituzione, che fino a prova contraria è ancora è il contenitore nel quale almeno formalmente tutti si identificano? Nel ruolo limitato dello Stato quanto a sanità, scuola e formazione, salari dignitosi?
Non ha fatto alcun cenno al problema di fondo che costituisce la palla al piede dell’Italia: il mancato sviluppo rispetto agli altri paesi EU e OCSE nei 20 anni pre-Covid e la maggiore lentezza nei periodi che vanno dal 1968 in poi e soprattutto dopo la caduta del muro di Berlino. Ha detto una cosa solo in parte giusta, che il ns. problema è la presenza massiva della microimpresa, problema strutturale certo che si unisce anche, aggiungo, ad altre criticità quali un tasso di occupazione basso dovuto anche alla minore occupazione femminile, il problema del Mezzogiorno, la specializzazione produttiva mediamente poco incline alle tecnologie innovative.
Certo che abbiamo problemi strutturali, ma le cause principali del mancato sviluppo sono principalmente due, Pubblica Amministrazione e Giustizia. Se nessun governo è capace di rivoluzionare e rendere efficienti queste due funzioni essenziali dello Stato noi non guadagneremo mai produttività e fiducia. Ci rendiamo conto, banalmente, che in Italia oggi quasi non si può più avere in tempi ragionevoli un passaporto e accedere alla procedura facendo il login e usare lo SPID è quasi inutile fa perdere tempi infiniti e quindi è frustrante? Perché Calenda non alza la bandiera della c.d. over-regulation, ossia dell’eccesso normativo che proprio Nordio denunciava sui giornali anni fa. Cosa ci vuole a mettere attorno a un tavolo dei giuristi coordinati da un manager perché si facciano tagli, Testi Unici, si chiariscano le aree critiche che più danno lavoro a giudici o avvocati, dai rapporti Stato/Regioni a, più banalmente, casi condominiali?
E se non vi è sviluppo la coperta è corta, il debito aumenta, i tagli sono sempre più pesanti. Fa bene a toccare il tasto dolente della sanità, ma anche qui occorrono soldi da investire, non vi sono soltanto problemi organizzativi.
Allora insisto su un mio chiodo fisso: un partito liberal che crede nel mercato, nella concorrenza e il merito ha senso solo se il perno, il focus della sua azione e della comunicazione è lo sviluppo attraverso riforme profonde e radicali.
Questo doveva enfatizzare Calenda a Cernobbio, definire il marchio di fabbrica del partito, l’immagine distintiva dello stesso. Non a caso Fubini sul Corriere di oggi scrive di un calo di consenso di Calenda rispetto allo stesso convegno dello scorso anno.
Ma mi viene un altro dubbio: gli iscritti ad Azione sono su questa linea o genericamente moderati, aggregati per esclusione perché non sovranisti e non estremisti di una sinistra tradizionale tutta imperniata sui diritti, contro il profitto e l’imprenditoria?
Ogni partito che si è affermato è riuscito a diffondere un messaggio comprensibile dalla massa degli elettori, non solo nei salotti o in sedi tecniche o accademiche. Il vecchio PCI era il partito dei proletari, dei lavoratori, la DC dei moderati non solo cristiani, del progresso senza avventure, il MSI dei nostalgici di Salò, i laici in contrapposizione al clericalismo soprattutto dei primi anni del dopoguerra. La discesa in campo di Berlusconi e il discorso che ha fatto in TV sono un capolavoro in termini di efficacia della comunicazione. Efficace anche la Lega di Bossi: indipendenza della Padania, Roma ladrona e il nord penalizzato dalla politica a guida centro-Sud, con gli sprechi e la corruzione relativi. E la gente capiva. Non vedo un punto di attrazione forte e comprensibile per l’elettore comune per votare Azione.
Non ho la veste né la pretesa di dare lezioni, ma è diverso l’essere ministro, tecnico preparato, e anche leader di un partito che voglia crescere e acquisire un peso politico che conti.
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