È un termine profumato di speranza, proprio come certi fiori d’incanto che nascono nel deserto. In psicologia, viene definita come “la capacità dell’uomo di affrontare le avversità della vita, di superarle e di uscirne rinforzato e addirittura trasformato positivamente”. È una condizione che, in questi tempi melmosi, ci chiama in causa cercando il buono nel quotidiano. Penso a Rosario che sputtanata una vita ai tavoli da gioco ora fa il cuoco in una mensa per i poveri. A Teresa che, rimasta vedova precocemente, si è offerta di accudire i bambini del condominio, mettendo a disposizione dei vicini che lavorano la sua esperienza di mamma. A Marta e Giovanni che partiti per l’est, per un’adozione internazionale, si sono trovati davanti ad una scelta: il piccolo assegnatogli dal tribunale aveva un legame di fratellanza con un altro bambino all’interno dell’istituto, dividerli sarebbe stato un ulteriore trauma, allora due o nessuno… Così dopo una notte senza sonno, i loro cuori hanno deciso che avrebbero potuto accogliere questa sorta di gemelli diversi, con tutte le trepidazioni. Sono storie di resilienza che nei giornali non troverebbero lo spazio di una riga, eppure hanno in sé una forza carsica capace di creare sentieri luminosi.

veneziano classe ’66, laureato in ingegneria a Padova è imprenditore nel settore della logistica, sia come agente marittimo che spedizioniere. È raccomandatario marittimo, broker assicurativo e direttore tecnico di agenzia viaggi. Ricopre la carica di presidente nazionale di Federagenti, l’associazione nazionale degli agenti raccomandatari. È consigliere regionale di Fiavet Veneto, l’associazione degli agenti di viaggio.